Non è stata un’estate di pausa, quella vissuta dal team dei progettisti che per SATAC lavorano sul layout del Caselle Village. Il sofferto passaggio in Regione, per l’esclusione dalla verifica di VIA, chiuso nella primavera dello scorso anno, aveva caricato il progetto di numerose prescrizioni aggiuntive. C’erano poi le forche caudine del confronto con ENAC, per la controversa questione del rispetto della zona di tutela D introdotta dal Piano di Rischio Aeroportuale. Altri passaggi, su questioni particolari con altri soggetti coinvolti: la SMAT per l’esecuzione del campo pozzi al Malanghero, la Città Metropolitana per l’autorizzazione alla perforazione di pozzi geotermici per i consumi interni al Village, l’E-Distribuzione (ex ENEL) per l’adeguamento della rete per supportare i nuovi carichi, per citare solo i principali.
Le prime risposte del mercato, altro driver importante. La commercializzazione degli spazi, già in corso, si intuisce che sta guidando alcune scelte, influenzando in particolare le fasi temporali su cui suddividere l’avanzamento della costruzione. E non poteva essere altrimenti, per garantire l’equilibrio finanziario dell’operazione, che, ricordiamo, vale 300 milioni di euro. Un puzzle complesso, in cui la modifica delle singole tessere deve essere fatta salvaguardando i paletti delle autorizzazioni già emesse.
Parco polifunzionale, è la nuova locuzione presente sugli elaborati di più recente emissione, datati agosto 2017. Per il momento sembra abbandonata l’altra, orrida, denominazione, il Destination Center, che lasciamo volentieri alle cittadelle realizzate per i mercati emergenti di Cina ed India. Al suo posto, “Parco polifunzionale” è il termine tecnico, anonimo ma corretto, per evidenziare la compresenza, all’interno dello stesso complesso, di più destinazioni d’uso: il commerciale classico, le infrastrutture per intrattenimento e tempo libero, gli uffici direzionali e per servizi.
Quali le differenze, fra il layout 2016 e questo di agosto 2017? Ecco le principali che Cose Nostre ha individuato (consultando anche le altre tavole disponibili sul sito della Regione):
• il “cocoon”, la zona riconoscibile per la copertura vetrata a giorno, ha cambiato forma: prima era bislunga, ora è diventata un quadrangolo, che scavalca in due punti il ring; nella porzione a nordovest, al primo piano, troviamo la food court, ove si concentrano le proposte in tema di ristorazione;
• i posteggi delle auto sono stati ricalcolati e riorganizzati, con una leggera crescita di quelli interrati. Riviste in diminuzione le strutture multipiano, riconoscibili per la copertura con i pannelli fotovoltaici: da 3 scendono a 2; eliminato il multipiano M1, il multipiano M2 perde il piano interrato; l’ex multipiano M3 è stato ridotto di un piano fuori terra. Sulla copertura di entrambe le strutture gli spazi disponibili sono ora spartiti fra pannelli fotovoltaici e posti auto;
• radicale ripensamento per i volumi destinati agli uffici direzionali: prima erano ricavati ai piani superiori degli edifici commerciali, ora sono stati rilocalizzati in tre palazzine denominate DIR 1 e DIR 2, affacciate verso stazione ferroviaria ed aeroporto, e DIR 3, sul lato verso San Maurizio; scelta probabilmente suggerita dalle risposte ancora negative dello specifico mercato;
• rivisto anche lo spazio per l’intrattenimento (limitato al padiglione che ora appare con la scritta Multiplex).
Rilocalizzato il campo base del cantiere: prima sul confine nord ovest con San Maurizio, ora è disegnato negli spazi fra il multipiano M3 e la ferrovia.
Al MAPIC di Cannes, la fiera specialistica ove ogni anno si ritrovano gli operatori del settore, quest’anno dal 15 al 17 novembre, Aedes/SATAC sarà in uno stand importante a presentare il progetto. Forse, dopo tante altre precedenti partecipazioni (la prima nell’edizione del 2013), il plastico del Caselle Village che quest’anno sarà esposto sarà vicino a quanto poi vedremo realizzato.