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venerdì, Aprile 19, 2024

    Come i parassiti ci influenzano

    FortissimaMenteDa qualche tempo mi sto incuriosendo ed interessando ad una nuova corrente di studi scientifici che potrebbero un giorno influenzare il modo di lavorare degli psicologi. I risultati di alcune ricerche stanno dimostrando che i parassiti hanno il potere di influenzare pesantemente il nostro comportamento.
    I primi studi risalgono al parassitismo presente tra gli animali, ma recentemente si è notato che l’influenza dei parassiti sul comportamento è evidente anche negli uomini.
    Vorrei per questo iniziare a condividere alcune informazioni in proposito con voi, lettori di Cose Nostre. Qui di seguito vi riporterò degli esempi per farvi capire come questa teoria non sia erronea.
    Le formiche adorano cibarsi della bava di lumaca. La bava di lumaca però può contenere centinaia di vermi piatti che una volta ingeriti vanno a controllare il sistema nervoso delle formiche.
    Le formiche infettate la sera non tornano al loro formicaio dove potrebbero essere protette, ma si arrampicano sui fili d’erba diventando un pasto per pecore e capre al pascolo. Le capre e le pecore sono gli ospiti definitivi di questo verme che attraverso di loro può completare il ciclo vitale e riprodursi.
    Un altro esempio: le donne in gravidanza sanno di non poter mangiare carne cruda e verdura non disinfettata perché rischiano di contrarre la toxoplasmosi.
    Questo parassita può infatti alterare lo sviluppo del sistema nervoso del feto. Si pensava che la toxoplasmosi fosse innocua per gli adulti ma studi recenti vedono una certa correlazione tra il virus e lo sviluppo di patologie come la schizofrenia o alcuni tumori.
    Gli studi hanno dimostrato che il toxoplasma altera i comportamenti degli animali che lo ospitano. I ratti maschi che hanno il virus risultano più attraenti per i ratti femmine, questo garantisce una miglior trasmissione del virus per via sessuale (possibile nei ratti ma non negli esseri umani).
    I ratti infetti sembrano inoltre essere più lenti e meno reattivi all’odore delle urine di gatto, cosa che li destina quindi ad essere facili prede dei felini. I gatti sono infatti gli ospiti definitivi del toxoplasma perché espellono le uova con le feci, permettendo così al virus di chiudere il ciclo riproduttivo e di moltiplicarsi.
    Altro esempio di cambiamento di comportamento a seguito di un’infezione virale è la rabbia. La rabbia infatti è in grado di trasformare un animale mansueto in una belva aggressiva. La rabbia è una malattia virale che in assenza di vaccino è mortale, si trasmette attraverso morsi di animali infetti. La saliva pullula di virus. Il virus della rabbia viaggia attraverso i nervi fino al cervello dell’animale contagiato, dove si moltiplica. Raggiungendo poi le ghiandole salivari può poi trasmettersi ad un altro animale. Il virus rende l’animale aggressivo che senza motivo morde altri animali facilitandone la diffusione.
    Questo è un evidente cambiamento comportamentale finalizzato a diffondere la malattia. Ci sono studi pionieri sul virus dell’influenza che sostengono che esso funzioni in modo simile. Sembra che nel giorno successivo al contagio e precedente all’insorgere dei sintomi influenzali le persone si sentano più socievoli e abbiano più desiderio di frequentare locali o feste, luoghi affollati che facilitano la diffusione dell’influenza.
    Gli organismi che convivono nel nostro corpo non sempre vogliono danneggiarci, ma ce ne sono alcuni che ci fanno trarre dei profitti per il fatto di ospitarli. Sembra infatti che i miliardi di batteri che vivono nel nostro corpo, in particolare nel nostro intestino, interagiscano in modo positivo sia con il nostro sistema immunitario che neuroendocrino.
    Ad esempio, i topi allevati in ambienti sterili, e quindi senza batteri, sono molto più inclini allo stress. Essi cambiano comportamento e diventano più coraggiosi dopo aver ricevuto tramite trapianto i batteri di topi con tratti impavidi. Gli scienziati si chiedono quindi se introdurre batteri buoni potrebbe avere dei vantaggi terapeutici.
    Negli esseri umani le prove dei benefici dei probiotici sono ancora scarse, ma promettenti. I batteri buoni sembrano ridurre l’ansia e la depressione. Se così fosse, in futuro la classica psicoterapia potrebbe essere affiancata da una dieta specifica per curare i disturbi psicologici.
    Pare quindi che virus e batteri abbiano influenza sul sistema nervoso ma resta ancora molto da capire e non tutti gli studiosi sono concordi su questa visione delle cose. Gli scettici infatti sostengono che alcuni studi pubblicati contengano risultati falsi perché, quando la competizione tra gruppi di ricerca è alta, si può essere portati a diffondere solo gli esiti più clamorosi ignorando quelli negativi.
    Personalmente sono molto curiosa di vedere cosa accadrà in questo campo di ricerca e chissà, forse un giorno, in aggiunta alla già attiva collaborazione con i medici, mi servirà anche quella di biologi e nutrizionisti.

    Per maggiori informazioni visita il sito: www.psicoborgaro.it

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