Come già scritto a suo tempo da Cose Nostre, il 5 giugno scorso il consigliere comunale di minoranza (Centrodestra per Caselle) Andrea Fontana ha presentato un’interrogazione alla Giunta Baracco per avere chiarimenti sulla situazione del progetto “Prestiti d’onore”. Il prestito d’onore venne istituito con la Delibera di Consiglio Comunale n.46 del maggio 2009 e divenne operativo come strumento nel 2010. In cosa consistesse lo spiega benissimo il titolo della delibera in oggetto: “Approvazione relativa ai contributi a titolo di prestito d’onore per situazioni di emergenza abitativa”. Venivano quindi erogati prestiti necessari ad attivare contratti d’affitto per abitazioni a soggetti residenti in Caselle in stato di oggettiva difficoltà.
La risposta all’interrogazione è arrivata il 2 luglio scorso. Ne si evince che sono stati concessi 19 prestiti per complessivi 34 mila euro circa. Di questa cifra ne è stata restituita solo un terzo scarso: 11.100 euro. Solo 3 beneficiari hanno restituito completamente quanto ricevuto, mentre un quarto beneficiario ha quasi concluso. 5 persone non hanno restituito neanche un centesimo e sono quindi state espletate le procedure per l’iscrizione al ruolo. Nei restanti 10 casi, la restituzione è avvenuta solo parzialmente: alcuni hanno motivato tale mancata piena restituzione con il sopraggiungere di nuove difficoltà personali (in due casi ci sarebbero effettivi problemi di salute), mentre 5 si sono resi addirittura irreperibili.
La dichiarazione di Fontana: “Di oltre 34000 euro di soldi pubblici destinati ad aiutare chi ne aveva bisogno per pagare l’affitto, ne sono stati restituiti appena 11000. Il resto? Spariti. Emblematico il fatto che alcuni si siano resi irreperibili. In un bilancio comunale da milioni di euro sono cifre marginali, non lo metto in dubbio, però in questo modo anche un’iniziativa che poteva essere lodevole assume un retrogusto amaro. Come al solito c’è chi prende il Comune come un bancomat con la certezza di potersi servire senza dover restituire. Qual è il vero motivo alla base di tutto ciò? E perché in amministrazione non si è pensato a soluzioni o deterrenti? Eppure lo avevo fatto presente”.
E quella del sindaco Luca Baracco: “Come già detto più volte, quello dei prestiti d’onore era un progetto sperimentale che ad oggi è sospeso, e che, sicuramente, non ripartirà più. D’altronde è sospeso da diversi anni, ma in quella fase storica di grossa crisi, è stato utile all’Amministrazione comunale per risolvere i casi più gravi d’emergenza abitativa, casi che non sarebbero stati risolvibili in altro modo. Le nostre Amministrazioni, a differenza di molti Comuni limitrofi, hanno sempre preferito cercare di evitare la sistemazione in albergo per i casi di emergenza abitativa. Cerchiamo sempre, a tutt’oggi, di attivare contratti d’affitto, mettendo in campo tutti i soggetti possibili (Comune, Caritas, Assistenti sociali, privati), perché riteniamo che così il soggetto coinvolto ed aiutato venga maggiormente responsabilizzato ed eviti, per così dire, di “adagiarsi”. Sinceramente trovo che la situazione delle mancate restituzioni, totali o parziali, non sia poi così strana di per sé: è una casistica che si ripropone anche nei servizi a domanda individuale, scuolabus o mensa, o nella Tari, o nell’Imu. Purtroppo ci sono diversi casi di mancati pagamenti. L’anomalia sarebbe se il Comune non si attivasse per recuperare quanto gli spetta: noi questo lo stiamo facendo a 360°, quindi anche per i prestiti d’onore. Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti previsti dalla legge per riavere quanto abbiamo prestato”.