Caselle, la Giunta autorizza il sindaco Baracco a presentare querela

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No, il titolo non è errato. Se un sindaco, od una Giunta comunale od il Comune nella tua interezza, si ritiene leso nella sua onorabilità e nel suo operato, per poter presentare una denuncia-querela e per, eventualmente, costituirsi in giudizio ci dev’essere un’autorizzazione.

Non stiamo parlando delle eventuali offese alla persona “fisica”, ma del ruolo istituzionale che incarna pro tempore.
Di cosa stiamo parlando?
Qualche mese fa, ad inizio 2019, Cose Nostre aveva pubblicato un articolo dove si spiegava che, con la determina n.437 dell’ottobre 2018, il Comune di Caselle, nella figura del responsabile del Settore Affari Generali, aveva affidato ad un legale, il servizio consistente nel “supporto tecnico-giuridico altamente specialistico, attività stragiudiziale accesso civico, trasparenza, trattamento dati personali nell’esame della questione (…) massive istanze di accesso civico generalizzato”.
Infatti, con il decreto legislativo n.97 del 2016, è stato introdotto l’istituto dell’accesso civico “generalizzato” che attribuisce a chiunque “il diritto di accedere ai dati ed ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione (…), nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti”.

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Ebbene, il Comune di Caselle ritiene di essere destinatario di molteplici istanze di tale tipologia di accesso agli atti pervenute sempre dal medesimo mittente, il presidente di Vivicaselle, configurando quindi un possibile abuso dell’utilizzo dell’istituto in oggetto e causando perciò una probabile fonte d’intralcio all’attività dei pubblici uffici.

Il numero di richieste presentate da tale soggetto dal marzo 2018 alla fine di ottobre del medesimo anno, risultano essere ben 19, di cui 13 accolte dagli uffici con conseguente trasmissione della documentazione richiesta: tale frequenza potrebbe quindi configurarsi come una richiesta massiva, come definita nelle linee guida 2018 dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) relative ai casi di esclusione e limitazione all’accesso civico.
Ma in questi mesi, la richiesta di accessi, sempre da parte dello stesso soggetto, non è scemata: anzi, come si può leggere nel testo della delibera di Giunta n.48 del 18 marzo scorso (avente per oggetto appunto l’”autorizzazione al sindaco alla presentazione di denuncia-querela ed eventuale costituzione in giudizio”)  “considerato che dette richieste di accesso, inviate a molteplici enti anche sovracomunali, talvolta rappresentano voluta inerzia e atteggiamenti omissivi, da parte dei funzionari incaricati, con intento diffamatorio; rilevato, dunque, che il contenuto di talune istanze pervenute risulta falso e diffamatorio, nonché fortemente ed ingiustamente lesivo per il Sindaco, per la Giunta Comunale, per i funzionari interessati e per l’immagine del Comune di Caselle T.se”.

Individuato il soggetto, si ritiene quindi “di procedere legalmente a tutela di questo Ente, della sua immagine, dei suoi Amministratori e del personale, con presentazione di denuncia querela, nei confronti dei soggetti coinvolti in tali azioni e comportamenti, per ripristinare la verità dei fatti”.

Avendo approvato tale delibera quindi, la Giunta autorizza “il Sindaco pro-tempore a proporre denuncia-querela nei confronti dei soggetti agli atti che hanno diffamato e calunniato questo Ente ed i suoi funzionari, in relazione alle massive richieste di accesso civico generalizzato pervenute all’Ente dal contenuto, talvolta, diffamatorio e calunniatorio” e “di dare atto che potrà essere intrapresa ogni azione giudiziale e stragiudiziale a tutela dell’Ente, della sua immagine, dei suoi Amministratori e dei Funzionari coinvolti”.

Ora la parola spetta al primo cittadino, o meglio la decisione sul da farsi.

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