Baracco: “ Semmai è vero il contrario!”

Mappano continua a dire che Caselle deve un sacco di soldi

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Su alcune testate giornalistiche e dalle dichiarazioni di appartenenti alla Giunta Grassi, si continua ad affermare che il Comune di Mappano sarebbe in credito con i vari Comuni cedenti, ed ovviamente anche con quello di Caselle quindi. Ma per la Giunta Baracco le cose non starebbero proprio così.
La dichiarazione del sindaco Luca Baracco: “Non riesco a comprendere come si possa continuare ad affermare che il Comune di Caselle sia in debito con quello di  Mappano. Semmai è vero il contrario, ovvero che è Mappano in debito con noi…
I nostri uffici hanno completato i conteggi da qualche settimana e hanno trasmesso i conti dettagliati ai colleghi mappanesi, relativi al periodo 2013-2017. Non ci è giunta nessuna contestazione, perciò abbiamo “trasformato” tali conteggi in una delibera di Giunta. Se ragioniamo in conto capitale, ovvero sugli oneri di urbanizzazione, per il periodo in oggetto dovremmo dare a Mappano circa 300 mila euro; però il nuovo Comune ci deve rimborsare circa 800 mila euro, da noi anticipati, per spese di personale, utenze, etc…”. “Credo sia ora necessario perciò”, prosegue Baracco, “incontrarsi e sottoscrivere un accordo su tale periodo. Un accordo che sia definitivo anche perché il Comune di Caselle ha fatto tutto ciò che doveva fare. All’inizio di maggio abbiamo anche fatto il passaggio del patrimonio immobiliare dal notaio. Troviamo comunque incredibile questa “latitanza” continua da parte degli Enti superiori: nessuno che si faccia sentire, dobbiamo continuare ad “arrangiarci” tra noi Comuni. Non ci pare molto logico”. E la delibera citata dal sindaco è la n.126 del 23 maggio scorso, dove si può leggere che “come risulta evidente dal deliberato della Città Metropolitana, la definizione dei rapporti tra Comuni cedenti e Comune di Mappano e l’assestamento dei singoli apparati produttivi, in funzione del ridimensionamento delle consistenze territoriali, demografiche e patrimoniali e delle correlate risorse umane e finanziarie avrebbe dovuto concretizzarsi attraverso un percorso di concertazione e definizione puntuale a mezzo di strumenti convenzionali”. E che “la difficoltà di esperire quanto sopra ha comportato la necessità di individuare e formalizzare, nell’ambito della direttrice tracciata dai pronunciamenti della Città Metropolitana e della Sezione Regionale della Corte dei Conti, un percorso che consentisse a tutti i comuni interessati di procedere comunque alla definizione dei propri strumenti di programmazione e nel contempo di garantire continuità nell’erogazione dei servizi anche sugli ambiti territoriali del nuovo Comune di Mappano”. Si ritiene poi “che, in assenza di più idonei strumenti giuridici, quali sicuramente potrebbero essere gli auspicati accordi convenzionali, lo scambio di corrispondenza sopra richiamato, che si è tradotto nei mesi successivi, ad opera dei singoli enti, in specifiche previsioni e stanziamenti di entrata e di spesa negli strumenti di programmazione economico finanziaria e nella adozione di atti gestionali consequenziali, possa assumersi “di fatto” e provvisoriamente quale incontro della volontà delle parti per garantire la gestione dei servizi essenziali per il Comune di Mappano e regolare i conseguenti rapporti economici”. Segue poi nella delibera un dettagliato elenco delle spese sostenute al 31/12/2018 di cui si richiede la restituzione al nuovo Comune per un totale di circa 632 mila euro. La querelle continua, quindi. Ma il silenzio assordante degli Enti superiori, citati anche da Baracco, è davvero scandaloso.

Scandaloso!

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