Il Sentiero della Transumanza

In Alta Valchiusella

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Imboccata la SP460 a Leini raggiungiamo Rivarolo, nel Basso Canavese nella pianura alluvionale dell’Orco. Superato sulla SP222 il torrente, si prosegue in direzione Castellamonte, lasciando alla destra Ozegna, fino a trovare l’indicazione per Ivrea, dove si devia a destra ad imboccare la Pedemontana ex SS565 ora SP565. La si percorre fin oltre il comune di Baldissero Canavese poi, superato di alcune centinaia di metri il vertiginoso ponte Preti sul torrente Chiusella, si lascia la SP565 per imboccare alla sinistra la SP64 per Strambinello.
É l’inizio di una lunga salita di circa sedici chilometri fino a raggiungere Traversella (827m s.l.m.), comune situato sullo sperone montuoso che sovrasta la confluenza del torrente Bersella con il Chiusella. Prima del paese si trova un bivio al quale, seguendo l’indicazione per le “Miniere di Traversella”, si devia alla destra. Seguendo la sponda orografica sinistra del torrente Bersella, la strada sale per circa mezzo chilometro raggiungendo un comodo parcheggio. Il territorio montuoso della valle del Bersella è chiamato delle “miniere” per via dei molteplici impianti minerari presenti. Già nel medioevo l’estrazione del ferro da questi giacimenti costituiva per la popolazione locale una risorsa economica notevole. Ogni famiglia aveva il suo “croso” (buco dal quale estraevano il minerale). A trasportare il minerale erano solitamente le donne e i ragazzi che con enorme fatica lo portavano fuori dai crosi per ammucchiarlo nel piazzale. L’escavazione divenne con il tempo indiscriminata; vi furono crolli con la conseguente perdita di vite umane e di conseguenza fu necessario regolamentare l’attività eliminando così anche i continui diverbi tra famiglie per lo sconfinamento in miniera. Il ferro estratto serviva principalmente per la costruzione di arnesi agricoli, chiodi e ceppi per le ruote dei carri. Con l’andar del tempo le piccole imprese legate all’attività scomparvero, anche perché il minerale in media profondità era diventato scarso e non riusciva più a soddisfare le esigenze della popolazione. La miniera di Traversella ritornò alla ribalta con la gestione FIAT durante l’ultima guerra. L’estrazione considerata non più economica, nonostante la presenza del minerale sia ancora notevole, fu definitivamente sospesa nel 1971.
Attraversato il ponte ciclo-pedonale dallo strano nome “Ponte Folle” si percorre lo stradello che alle prime case prende il nome di Via Miniere ex Celestino Tocco, immettendosi sulla SP64. Svoltando a destra si raggiunge Piazza Cavour. Attraversando la piazza si devia a destra per andare ad imboccare  via Monte Marzo e seguendola per circa trecento metri si va ad imboccare un tratto di sentiero che sale al bivio n° 729 e 730, rispettivamente “Sentiero delle Anime” e “Sentiero della Transumanza”.
Deviazione a sinistra per seguire il percorso di quest’ultimo: il suo sali e scendi porterà ad attraversare radure e boschi di betulle e a transitare in località Roncole.
Si oltrepasseranno il casolare di Pietra Fuset (975m s.l.m.) (60′), il quale esibisce un bellissimo “affresco” sulla parete lato sentiero ed il casolare di Traunt  (980m s.l.m.) (20’/80′), particolare per la sua lunghezza.
Nei millecinquecento metri a seguire si superano il rio Mont delle Corde, il rio Chiara ed il rio Cappia, oltre il quale si affronta un tratto di sentiero, corto ma ripido tra muretti di pietra, giungendo alle case di Cappia (1179m s.l.m.) (70’/150′), accolti dalla graziosa chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. Salendo alla destra della chiesetta si raggiunge un bivio con tabelle segnavia dove seguendo a sinistra il sentiero n° 707/GTA (Grande Traversata delle Alpi), in leggera discesa, si arriva ad un’edicola (1205m s.l.m.) eretta in un ameno punto panoramico sul villaggio di Succinto. Proseguendo per altri seicento metri circa svoltiamo a sinistra (1138m s.l.m.) su di un sentiero, non riportato dalla nostra carta, che scende ad immettersi sulla carrozzabile sterrata diretta a Cappia sulla quale svoltiamo a destra per raggiungere a Pian Quassolo la SP64 che in poco più di tre chilometri permetterà in breve di ritornare al Ponte Folle (138’/288′).
Cartografia: ed. MU 1: 20.000 Carta della Valchiusella

 

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Francesco Reymond

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