La psicologia degli incendiari

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FortissimaMenteWEBOgni volta che si ha la notizia di un incendio la prima cosa che viene da chiedersi è: colposo o doloso? Il mese scorso, appena ognuno di noi ha saputo del devastante incendio di Notre Dame a Parigi, si è sicuramente posto la domanda scritta sopra. In questo caso sembrerebbe che nulla sia dovuto alla volontà premeditata di fare un danno, anche se le indagini mentre scrivo sono tutt’ora in corso. Da tempo gli psicologi si occupano di capire cosa c’è nella mente dei “piromani”, ovvero, quelle persone che volontariamente appiccano incendi. Cosa potrebbe portare una persona a compiere un atto che in pochi istanti può distruggere vite e causare danni irreparabili?

Si stima che circa un terzo degli incendi sia di origine colposa, ovvero causata da negligenza, come sembrerebbe essere quello di Notre Dame, ma purtroppo i restanti due terzi sono appiccati in modo volontario, ovvero sono dolosi. Cosa spinge gli autori degli incendi? Per la scienza la risposta è abbastanza chiara, si tratta di sofferenze di tipo psicologico. La maggior parte degli studi in questo settore sono stati condotti in Germania, qui di seguito vi racconterò quali sono le conclusioni delle ricerche. La piromania, ovvero quella malattia che spinge le persone ad appiccare incendi per il puro piacere di farlo, sembrerebbe essere molto rara: gli autori degli incendi in genere sono affetti da differenti patologie psichiatriche o da problemi cognitivi, presenti già molto tempo prima che la persona commetta il reato.

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Le persone indagate per incendio hanno quasi sempre la fedina penale sporca. Sono per la maggior parte di sesso maschile e sono stati suddivisi in cinque grandi gruppi. Il primo gruppo comprende ragazzi di giovane età che sono stati segnalati per problemi di comportamento. Appiccano il fuoco per noia, per frustrazione o per dimostrare qualcosa agli altri. Per intenderci, i ragazzi che passano molto tempo in strada e incendiano i cassonetti dell’immondizia. Un secondo gruppo è composto da persone che soffrono di patologie psichiche, soprattutto di psicosi. Ad esempio, un malato di schizofrenia che appicca un fuoco perché è in preda ad un delirio. Un terzo gruppo di persone utilizza il fuoco volontariamente per fare del male agli altri, in preda ad emozioni negative. Basta pensare a chi dopo aver litigato con il vicino si vuole vendicare arrecandogli un grosso danno, o peggio, chi ustiona un ex partner perché non accetta una separazione. In quest’ultimo caso i colpevoli hanno difficoltà di ambientamento e non si affidano alla giustizia per far valere i propri diritti, sono i soggetti più pericolosi. Infine, il fuoco può essere utilizzato da dei criminali comuni per perseguire i propri fini economici. Si tratta degli incendiari meno pericolosi perché in questi casi i rischi per le persone sono bassi: l’incendio viene sempre appiccato con la certezza di non arrecare dei danni alle persone (ad esempio il negoziante che da fuoco al suo locale di notte, quando non c’è nessuno, per riscuotere il rimborso dell’assicurazione). Nell’ultimo gruppo troviamo la minor parte degli indagati, solo il 5 per cento, e riguarda proprio quelli che comunemente sono chiamati “piromani”. Sono persone fortemente affascinate dal fuoco che col tempo accumulano una grande tensione psicologica che possono placare soltanto se riescono a dare alle fiamme qualcosa. Come detto in precedenza, il reato di incendio interessa prevalentemente la popolazione maschile, mentre le donne indagate sono rare e soffrono per la maggior parte di depressione, vengono spinte dalla rabbia o dal desiderio di vendetta nei confronti di qualcuno. Appiccano incendi per attirare l’attenzione sulle loro condizioni di vita difficili.

Un caso invece tristemente curioso e quello che compare sulle cronache dei giornali: il vigile del fuoco che appicca l’incendio per poi domarlo. In questi casi sembrerebbe esserci il desiderio di sentirsi un eroe lanciandosi per primi tra le fiamme quando si ha la sensazione di non essere considerati importanti nella vita quotidiana. Si tratta di casi isolati, ma che fanno discutere e ledono l’immagine del corpo dei vigili del fuoco perché rimangono impressi nella memoria della gente. Sembrerebbe che in alcune nazioni, la Germania ad esempio, dopo ogni incendio importante la polizia compia delle indagini proprio sui vigili del fuoco che per primi hanno partecipato alle operazioni di spegnimento.

Si è notato che l’interesse esagerato per il fuoco si presenta spesso già nell’infanzia. Che cosa possono fare dei genitori che sospettino che il loro bambino sia troppo attratto dall’idea di appiccare dei fuochi? Gli psicologi suggeriscono ai genitori di lavorare molto sulla scarsa autostima dei figli e sull’isolamento sociale, che sembrerebbero caratteristiche presenti nelle persone che da adulte convogliano le proprie frustrazioni compiendo atti così pericolosi e distruttivi.

Per maggiori informazioni: www.psicoborgaro.it

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