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venerdì, Marzo 29, 2024

    Caselle, l’antica toponomastica del centro storico

    StorieNostreWeb_ColombattoCome già detto in precedenti articoli, dare un nome alle cose del mondo per renderlo riconoscibile da tutti è una prerogativa dell’evoluzione umana, e dare un nome ai luoghi in cui si vive assume un valore ancora più importante, non solo dal punto di vista geografico e di localizzazione, ma anche come testimonianza dell’evoluzione di una comunità che nel tempo ha nominato paesi, vie, luoghi con termini sempre legati ad un qualcosa di specifico, come l’attività esercitata, le forme orografiche, i nomi dei proprietari e così via.

    Negli articoli della storia delle regioni casellesi abbiamo già visto come conoscere e studiare la toponomastica locale, sia attuale che quella ormai scomparsa, è un fattore indispensabile nella ricostruzione del profilo storico che diventa complementare all’indagine storica delle fonti scritte, in quanto rappresenta la testimonianza dell’uomo attraverso il tempo.

    La via Centrale vista dall’ingresso sud in un disegno ottocentesco

    Oggi sempre più il nome di una via o di una piazza sta perdendo il significato profondo che aveva un tempo, diventando sempre più solo un nome, come un numero senza significato, da digitare in una delle innumerevoli “app” per raggiungere velocemente un determinato luogo.

    Un tempo invece i nomi dei luoghi erano sempre strettamente legati al luogo e ad una motivazione ben precisa, poi col passare del tempo la maggior parte dei toponimi sono cambiati.

    In questo articolo andiamo a vedere come erano chiamate le varie vie del centro storico casellese nel corso del XIX secolo, prima delle denominazioni moderne.

    La via del Teatro da piazza castello con a destra il mulino

    Come si può leggere nell’articolo finale delle regioni settecentesche, in quel periodo la toponomastica del centro abitato era caratterizzata dai nomi dei santi che individuavano i vari isolati, mentre le vie non avevano nomi specifici, tranne la via principale chiamata genericamente strada centrale.

    A partire dall’inizio dell’800, dopo la breve dominazione francese, con la necessità sempre più pressante di individuare con maggior esattezza le residenze degli abitanti, i nomi dei vari isolati persero gradualmente significato e le varie vie del paese iniziarono ad essere identificate con nomi specifici.

    La via ferrata all’inizio dell’ottocento all’ingresso di porta Cerenga di cui se ne vedono ancora i ruderi

    Nella prima metà del 1800 i nomi erano principalmente legati alle caratteristiche locali, senza alcun riferimento a nomi di persone.

    Solo da dopo l’unità d’Italia la toponomastica cambiò radicalmente in tutta la nazione, ed i nomi delle vie vennero per la maggior parte intitolate a personaggi illustri, a cominciare dai sovrani.

    Qui di seguito vediamo l’elenco delle vie come risultavano a metà del 1800 sulla mappa del catasto Rabbini:

    1 – Piazza Castello, allora l’unica piazza del paese e posta di fronte al castello che un tempo era il giardino nord dello stesso e che gradualmente venne ceduto dal feudatario locale per la popolazione; in seguito, prima dell’attuale denominazione, venne chiamata Piazza Umberto I.

    2 – Via Centrale; era la via principale che tagliava da nord a sud il paese, percorsa anche da tutto il traffico che da Torino andava verso Ciriè e le valli. Questa strada partiva a sud dalla Porta Nuova e corrispondeva a quasi tutta l’attuale Via Torino, ma poi al contrario di quella che oggi è considerata la strada principale, giunti alla Chiesa di San Giovanni proseguiva diritto per l’attuale Via Roma, deviava a sinistra nell’attuale Via Capuccino per poi proseguire nel tratto finale di Via Cravero fino alla Porta Primera.

    3 – La Via del Teatro, così chiamata perchè passava di fronte all’antico teatro, corrispondeva invece all’altro tratto della Via Cravero, e delle attuali Via Guibert e Via Garibaldi fino a raggiungere la Via Centrale.

    In seguito, nella seconda metà dell’Ottocento, tutto il tratto dell’attuale Via Cravero prese il nome di Via Lanzo, mentre il tratto rimanente venne dedicata al Generale Guibert come ancora oggi, tenendo presente che l’attuale tratto finale della stessa che si collega al Prato Fiera, a quei tempi non esisteva in quanto venne realizzato solo all’inizio del 1900.

    4 – A metà Ottocento venne iniziata la costruzione della ferrovia, e così tutta la via che taglia da est a ovest il paese, corrispondente alle attuali Via Leinì, Via Torino e Via Martiri, venne chiamata la Via alla Ferrata. In seguito venne realizzata anche la piazza della stazione che dopo l’unità d’Italia venne denominata Piazza Vittorio Emanuele II.

    5 – La via che attualmente corrisponde a Via Gonella e Via B.Bona era chiamata semplicemente la Via Ponente. In seguito venne suddivisa in due tratti come oggi, chiamati Via Gonella (come oggi) e Via Casassa (nome a cui oggi rimane solo il piccolo vicolo trasversale un tempo chiamato Vicolo del Mulino).

    6 – La via corrispondente dall’altro lato era chiamata Via Levante, poi diventata Via Barone Bianco di Barbania, come ancora oggi.

    7 – L’altra via che corre da nord a sud e che passa dietro il Municipio era chiamata Via del Convento, per poi prendere il nome dell’illustre famiglia Gibellini.

    8 – Vicolo del Teatro, così chiamato perché era una traversa della Via del Teatro, ha mantenuto fino ai nostri giorni tale nome.

    9 – Via Garola corrispondeva all’attuale Via Mazzini e prendeva il nome dal ponte omonimo che attraversava la bealera che correva a fianco della Via centrale.

    10 – Via delle Scuole, poi dedicata allo stampatore Fabbri, passava a fianco del Municipio, da dove una porta permetteva l’accesso alle scuole del paese.

    11 – L’attuale Via d’Andrà fino a metà Ottocento era chiamata Via del Pozzo, in quanto all’angolo della via, in prossimità di una grossa fontana, era situato il pozzo pubblico.

    12 – Vicolo Bugella era invece chiamata Via dei Lavandai.

    13 – Via del Peso corrisponde all’attuale Via Massa Cerutti, nome che prese all’inizio del ‘900.

    14 – Vicolo della Pace era invece il nome dell’attuale Vicolo Balchis, che così si chiama dall’Unità d’Italia in poi.

    foto aerea del centro storico con sovrapposti in rosso gli edifici presenti a metà ‘800

    Legenda:
    A – Porta Primera
    B – Porta Prati
    C – Porta Nuova
    D – Porta Cerenga
    E – Castello
    F – Chiesa di Santa Maria
    G – Chiesa di san Giovanni
    H – Chiesa della Confraternita dei Battuti
    I – Convento
    L – Mulino
    M – Teatro
    N – Forni

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