C’era una volta…

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 C’era una volta, un paese della provincia che era governato da persone di buona volontà che negli anni si erano succeduti, vuoi di destra o di sinistra, ma avevano sempre fatto il bene di noi tutti. Il paese aveva un centro storico con molti negozi ed era punto di riferimento delle piccole cittadine limitrofe. I ragazzi erano orgogliosi di abitarci perché le occasioni di svago erano molte: c’erano diverse, birrerie, gelaterie, bar e molto ancora. La gente si conosceva bene e tanti partecipavano alla vita pubblica. I paesi vicini un po’ ci invidiavano, soprattutto quelli che venivano considerati dei dormitori. Questo paese era abitato da molti artigiani, soprattutto edili, e la mattina li ritrovavi con i loro scarponi e le loro divise nei bar a fare colazione prima di iniziare la dura giornata di lavoro. Tutti avevano da fare e tutti svolgevano la loro attività con onestà. Alcuni ragazzi si avvicinavano alla politica e molti di loro lo facevano con successo. In particolare, ricordo un giovane di buona famiglia che aveva una passione fortissima e con la sua telecamera filmava e documentava le situazioni che erano da migliorare portandole al cospetto dei suoi colleghi del Consiglio Comunale. E tutti lo ascoltavano con attenzione. Era davvero bravo. Quell’anno sarebbe sicuramente diventato il nostro nuovo sindaco. Ma purtroppo successe che incredibilmente gli venne offerto un lavoro, e che lavoro! Dovette trasferirsi in una grande città e poté sperare di fare carriera. L’occasione era unica ed imperdibile. Quasi surreale. Lui decise di accettare. Con un gesto funambolico un altro giovane, che però non faceva parte di questa compagine politica, anzi era di quella opposta, decise di convertirsi e si propose quale nuovo candidato sindaco. Da qui il declino, il paese prese a perdere la sua identità, l’urbanistica iniziò ad avere un che di “sperimentale”. Tutti i paesi vicini incominciarono a non vederci più come punto di riferimento, del resto loro erano cresciuti, si erano ammodernati. I nostri artigiani presero a “espatriare” per trovare lavoro, sì perché da noi arrivavano i foresti, quelli che costavano meno, quelli che poi, almeno in parte, avranno dei gravi problemi con la giustizia. Il paese però era di nuovo sulle cronache. Ma quelle nere. Vi furono arresti, i cantieri edili diventarono e diventano, pare, luoghi di riciclo di denaro sporco. Spesso mi fermo a pensare ed immagino come sarebbe stato questo piccolo paese se quel bravo e serio giovanotto non avesse “trovato” quel lavoro ed avesse continuato a svolgere il suo ruolo pubblico come di fatto stava già facendo con passione disinteressata. Peccato. Ma per fortuna questa è solo una fiaba. O forse no…

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