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venerdì, Marzo 29, 2024

    Capire le emozioni

     
    FortissimaMenteWEBUno dei più grandi interessi della psicologia è lo studio delle emozioni. Dalla presenza o assenza di alcune emozioni dipende gran parte del benessere psicologico, tanto che l’eccesso di emozioni è alla base di alcune malattie. Infatti, troppa paura provoca degli stati d’ansia, troppa tristezza è la base della depressione, repentini sbalzi di umore danno origine al disturbo bipolare.
     
    Le persone che si definiscono equilibrate sono quelle che riescono a modulare le loro emozioni, ovvero, non si arrabbiano troppo, non si agitano troppo e se sono felici, esprimono la loro gioia in modo contenuto. Per stare bene in mezzo agli altri, bisogna sia saper usare bene le proprie emozioni, sia essere in grado di riconoscere quali sono le emozioni degli altri e tenerne conto. Sapere comprendere le emozioni di chi ci sta vicino è un altro segno di benessere psicologico, ad esempio, le persone depresse, schizofreniche, oppure dipendenti da sostanze non ne sono assolutamente in grado. È anche per questo motivo che chi ha dei disturbi mentali si comporta in modo inopportuno nella società. Senza rendercene conto, siamo continuamente impegnati nel capire cosa stanno provando le altre persone, codificando il loro sguardo, la loro postura, le labbra.
     
    Decodificare le emozioni degli altri è complicato, e questo ci porta a fare degli errori. Qui di seguito vi riporto alcuni consigli su come comprendere le emozioni altrui e comportarci nel modo più opportuno, migliorando così le nostre relazioni sociali. Secondo gli studi dei neuroscienziati, la prima tappa è capire quale sia lo stile emozionale di chi ci sta vicino. Lo stile emozionale indica come una persona reagisce a livello emotivo in una situazione di difficoltà. Sono stati identificati sei stili emozionali diversi: se iniziate a pensare alle persone che vi stanno vicino, riuscirete già da subito a collegare ad ognuno uno stile emozionale caratteristico.
     
    La resilienza: è la capacità a resistere agli stress e a riprendersi velocemente dai fallimenti. Se volete aiutare una persona che ha poca resilienza, bisogna parlare con lei degli eventi successi in modo approfondito e avere pazienza ogni volta che ricordi del passato arrivano a rovinare l’umore. Queste persone ci mettono molto tempo a recuperare e hanno bisogno di essere aiutati anche nelle faccende domestiche o lavorative. Al contrario, chi è molto resiliente e recupera in fretta non necessita di queste accortezze.
     
    La prospettiva: si tratta della capacità di guardare avanti con entusiasmo. Le persone negative mancano di prospettiva perché non sono in grado di godere delle emozioni positive, provano solo delle soddisfazioni leggere e brevi. Con le persone negative non è il caso di aspettarsi dell’entusiasmo, non bisogna giudicarle perché questo è il loro modo di vedere le cose. Con le persone negative è meglio proporre loro di fare delle attività piacevoli per portarle ad apprezzare di più le cose. Al contrario, se una persona di suo è eccessivamente entusiasta, è il caso di aiutarlo ad essere più realista.
     
    Intuito sociale: è la capacità di comprendere le intenzioni degli altri senza che loro parlino. Se conoscete qualcuno che ha poco intuito sociale, l’unica cosa da fare è spiegare apertamente la cosa di cui abbiamo bisogno senza aspettarsi che ci arrivi da solo.
     
    Sensibilità al contesto: è la capacità di nascondere le proprie emozioni per adeguarsi ad una situazione. Ad esempio, se si deve partecipare ad un funerale, non è il caso di far notare quanto siamo felici per la nuova promozione. L’incapacità di adattare la propria emotività al contesto è molto penalizzante nella vita sociale. Se conoscete persone di questo tipo, è importante riportarle al contesto, esprimendo però la nostra comprensione sulle sue necessità che verranno soddisfatte appena possibile.
     
    Autoconsapevolezza: è la capacità di rendersi conto dei propri stati emotivi. Purtroppo ci sono persone che non si accorgono quando sono tristi, gelose oppure arrabbiate. Bisogna aiutarle a prendere coscienza del loro stato d’animo facendo delle domande dirette, ad esempio: te la sei presa? È anche pericoloso essere eccessivamente consapevoli delle emozioni sperimentate nel corpo: chi è troppo attento alle proprie emozioni entra facilmente in ansia, ad esempio, appena si emoziona e ha il batticuore se ne accorge immediatamente e teme che questo sia pericoloso.
     
    Attenzione:è la capacità di concentrarsi pienamente su ciò che si sta facendo. Non tutti ne sono capaci, ci sono persone che quando vengono interrotte non sono in grado di riprendere l’attività precedente, oppure, se hanno litigato con qualcuno, non riescono a mettere da parte il nervosismo e concentrarsi sul lavoro. Con questo tipo di persone è meglio rispettarne lo stile e non interromperle quando stanno facendo qualcosa, oppure, se notiamo che sono distratte, meglio chiedere cosa le sta turbando piuttosto che rimproverarli perché non ci ascoltano.
     
    Per maggiori informazioni visita il sito: www.psicoborgaro.it

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