Divisionismo, la rivoluzione della luce

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Il Divisionismo è associato a un tipo di espressione pittorica caratterizzata dal tratto spezzato, da sciabolate di colore filamentoso, da puntini visibili a occhio nudo, dalla giustapposizione dei colori sulla tela e dai toni complementari secondo il prisma.

Alla dovuta lontananza l’occhio di chi guarda fonde le pennellate di colore, percependo zone luminose evocatrici di forme, volumi e spazi; la pennellata stessa è il vettore di luce e il tratto diventa il concetto che l’artista vuole trasmettere. Questi nuovi concetti sono ben raccolti nella mostra “Divisionismo. La rivoluzione della Luce”, visitabile sino al 5 aprile 2020 a Novara al castello Visconteo Sforzesco; promossa dal Comune di Novara, dalla Fondazione Castello Visconteo e dall’Associazione METS Percorsi d’Arte, è curata dalla storica dell’arte Annie-Paule Quinsac studiosa di Segantini, Fornara e Grubicy de Dragon. La rassegna è anche occasione per celebrare i pittori Angelo Morbelli (1853-1919) a cento anni dalla sua morte e Giovanni Segantini (1858-1899) a centoventi.

L’esposizione è composta da settanta opere, articolate in otto sezioni tematiche: la prima propone gli artisti sostenuti dal mercante d’arte Vittore Grubicy de Dragon che dal 1876 gestiva una galleria a Milano. Fu proprio Grubucy a diffondere tra i pittori del suo gruppo, Angelo Morbelli, Tranquillo Cremona, Emilio Longoni, Gaetano Previati e Giovanni Segantini, il principio della sostituzione dell’amalgama dei colori ottenuta sulla tavolozza con l’accostamento dei colori complementari direttamente sulla tela. Tale tecnica fu anche resa possibile dall’utilizzo dei colori in tubetti, di produzione industriale, individuati con una nomenclatura standardizzata che facilitava la sperimentazione e la rendeva condivisibile.

Ancora nella prima sala spicca, tra gli altri, “Dopo il temporale” (1883-85) un capolavoro di Giovanni Segantini (1858-1899), non ancora divisionista, che attraverso uno studio della luce e un gioco di spessori di colore modulati sulla tela, prende vita un momento di quotidianità legato alla pastorizia.

Segantini è considerato il capostipite indiscusso del movimento italiano e nel 1886 fu il primo a sperimentare il linguaggio dei colori divisi e intendere la pennellata come uno strumento per dare luce. Dopo la sua morte, fu il riferimento per coloro che facevano della pratica divisionista il baluardo contro l’incalzante Futurismo.

La seconda sezione è dedicata alla Prima Triennale di Brera del 1891, considerata come la presentazione ufficiale del Divisionismo in Italia: qui è esposto “L’oratore dello sciopero” (1890-91) di Emilio Longoni, considerato uno dei “manifesti” del divisionismo.  E’ un quadro che colpisce per la sua impaginazione di straordinaria ampiezza e prospettiva, resa ancora più reale da un cromatismo vivissimo che rafforza l’atto di protesta del protagonista, a sottolineare che la tecnica divisionista fu per alcuni pittori uno strumento di protesta e di denuncia.

La terza sessione è incentrata sul trionfo del Divisionismo e dei suoi interpreti.

La quarta è interamente dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo. Molto vicino al mondo rurale, moralmente e politicamente impegnato, Pellizza non fu pittore di denuncia anche se lui creò il “Quarto Stato”, l’opera diventata simbolo del proletariato agricolo.

La quinta propone la “neve” declinata nei capolavori di Segantini, Fornara, Pellizza, Morbelli e Matteo Olivero. La sesta espone cinque opere di Gaetano Previati (1852-1920); nella settima sono protagonisti sette superbi disegni con cui Segantini esprime tutta la sua potenza artistica. L’ultima sala chiude l’esposizione con l’evoluzione del Divisionismo nei primi decenni del Novecento.

Al piano terreno è esposta la grande tela raffigurante la “Maternità” (1890-91) di Previati. L’opera attraverso un felice connubio tra Divisionismo e Simbolismo  propone la rilettura in chiave laica della composizione classica legata alla Madonna col bambino circondata da angeli: le pennellate flessuose a colori puri trasmettono una dolce sensazione: la stessa, forse, che pervase l’artista con la nascita del primo figlio.

Il quadro, che può essere ammirato gratuitamente, introduce al ricco percorso tra i capolavori del Divisionismo italiano.

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