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lunedì, Settembre 9, 2024

    Come diventare un Comune “amianto-free”

    PiazzeAmicheWEBDedichiamo lo spazio di questo mese della rubrica a un tema molto serio. Quello dei decessi causati da mesotelioma, il tumore legato all’inalazione di fibre da amianto. Lo spunto ci viene dalla lettura dell’articolo di copertina apparso su uno scorso numero del bimestrale Il Paese.  “Piazze Amiche” più volte si è occupato di questo giornale, nato nel 1976 presso la Pro Loco di Magliano Alfieri. Il territorio coperto dalla diffusione di questa testata è ora quello dei sette comuni della sponda sinistra del Tanaro, sulle colline del Roero. Uno dei sette comuni è Castagnito. E proprio da questo piccolo comune piemontese arriva la storia che vogliamo riportare, quella del primo comune del Roero a riuscire a liberare completamente il suo territorio dalla presenza delle coperture in cemento-amianto, il primo a diventare “amianto-free”.


    Come diventare un Comune “amianto-free”

    È dal 1994 che in Italia non si producono più manufatti in amianto. Ma di amianto si continua a morire. C’è infatti ancora tanto amianto nel nostro paese. Le stime di Legambiente parlano di quaranta milioni di tonnellate di manufatti diffusi tuttora sul territorio nazionale. 370.000 le strutture censite, di cui 20.000 siti industriali, 50.000 edifici pubblici, 300.000 di privati cittadini. Queste strutture si deteriorano, le fibre di amianto vengono liberate e volano in aria in microparticelle che tutti noi respiriamo. Di amianto quindi si continua a morire e, secondo gli esperti, il picco dei decessi non è stato ancora raggiunto.

    Risale a 28 anni fa, al 1992, la normativa che mise fuorilegge l’amianto. Ma i piani regionali, che avrebbero dovuto essere pubblicati dopo sei mesi, mancano tuttora in alcune regioni. Anche dove esistono le normative applicative, permangono incoerenze e difficoltà di applicazione. Ma esistono anche comuni virtuosi, con amministratori che hanno rimboccato le maniche e si sono dati da fare per risolvere il problema.

    Uno di questi comuni è Castagnito, in provincia di Cuneo. Lo racconta il suo ex-sindaco, Felice Isnardi, in un’intervista rilasciata un anno fa, nel commiato a fine mandato (dopo essere stato primo cittadino dal 2009 al 2019), e ripresa dal giornale Il Paese.

    Racconta Isnardi: “La presenza dell’amianto sul territorio rappresenta una questione assai delicata, che va affrontata tenendo conto dell’aspetto economico, ma anche di quello sanitario, ambientale e paesaggistico. Purtroppo, la legge 257 non fa chiarezza su alcuni punti e, negli anni, non è stata sufficientemente supportata da incentivi che venissero incontro a chi intendeva smaltire l’amianto. Nel 2012, comunque, la Regione Piemonte varò una legge che stabiliva il protocollo da seguire per le segnalazioni della presenza di coperture in cemento-amianto negli edifici. A seguito di un esposto ricevuto, abbiamo attivato la procedura regionale e ci siamo avvalsi di ASL e ARPA per effettuare i controlli del caso, durati circa un anno e mezzo e che sono stati scrupolosissimi. Una volta effettuata la mappatura dell’amianto esistente, abbiamo inviato a tutti gli interessati una lettera informativa, in cui si avvisava dell’avvenuto censimento e delle modalità dell’intervento per la bonifica. Quasi tutti i destinatari di queste lettere hanno aderito volontariamente. In alcuni casi è stato necessario un ulteriore colloquio di sensibilizzazione personale da parte degli amministratori. Qualche mugugno c’è stato, ma resistenza vera e propria pochissima. I castagnitesi hanno collaborato alla grande e di questo li ringrazio. La bonifica del territorio è stata praticamente conclusa con la fine del mio mandato”.

    C’è da dire, a completamento, che l’amministrazione di Castagnito ha affiancato questo percorso, durato 4-5 anni, con iniziative di supporto. Ci fu l’adesione al bando regionale riguardante lo smaltimento gratuito di piccoli quantitativi di amianto. In Comune fu creata un’apposita commissione, con partecipazione di funzionari ARPA, ASL e di un consulente esterno, per supportare i cittadini durante lo svolgimento del piano, su questioni tipo come e con che cosa sostituire il materiale eliminato. Alcune strutture di copertura rischiano infatti di non sopportare il diverso assetto dei pesi. A questo proposito sono state inserite nel Piano Regolatore alcune norme che regolano l’inserimento dei nuovi materiali. Infine, il comune stipulò con alcune banche del territorio accordi per favorire l’accesso dei cittadini a finanziamenti a tasso agevolato per favorire la sostituzione delle coperture.

    Insomma, quello di Castagnito “Comune amianto-free” è un esempio di buone pratiche, che non aspetta altro che di essere imitato.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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