Fiducia, serenità, speranza

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Caro Direttore, buongiorno a te e a tutti i lettori.

Sono ad interessare la tua cortesia al fine di sottoporre alla lettura di chi lo desidera alcune considerazioni che ritengo degne di nota.

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È domenica 22 marzo sono sintonizzato su La 7 e sto seguendo la trasmissione di Massimo Giletti “Non è l’Arena”.

Il bravo presentatore che stimo per serietà e trasversalità dell’informazione, parla come ormai di consuetudine di Covid 19. Molti gli ospiti, politici, scienziati, e tra questi anche il professor Vittorio Sgarbi.

Quando entra in collegamento Sgarbi, il presentatore chiede all’ospite di commentare un famoso dipinto che evoca il trionfo della morte nel corso della peste di manzoniana memoria. Ovviamente mostra l’opera nella sua completezza ed in alcuni particolari.

L’ospite, prima di entrare nel merito di quanto gli viene chiesto, propone a sua volta di poter rappresentare il proprio punto di vista in ordine a questa pandemia.

Giletti gli concede cordialmente la parola e lo invita ad essere breve dovendo dare voce anche ad altre figure, tutti ospiti virtuali.

Sgarbi inizia andando fuori tema, era stato invitato come critico a commentare e spiegare agli ascoltatori un’opera d’arte di alto valore e invece attacca medici e scienziati sulla nullità del loro fare.

Era presente anche il Professor Pregliasco noto virologo, scienziato di fama internazionale, persona preparata, moderata, di cui non nascondo la mia personale simpatia: è il Presidente dell’ANPASS – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze. Egli è il presidente di migliaia di volontari che operano quasi esclusivamente sulle ambulanze ed oggi sono i veri operatori di prima linea. Da troppo pochi riconosciuti.

Sgarbi inizia a questo punto attaccando Pregliasco, dice che non fanno nulla per provare nuovi farmaci, non sperimentano un farmaco proposto dai giapponesi in un video di natura incerta, insomma ridicolizza lo studio e l’abnegazione di scienziati mondiali che stanno mettendo in campo tutte le loro risorse.

Giletti allora, lasciando perdere il motivo principe per cui Sgarbi doveva essere in collegamento, lo provoca e gli mostra un pezzo di una intervista di alcuni giorni prima dove il critico d’arte, urlando a più non posso sosteneva ancora più con veemenza che il coronavirus era una bufala, che i cittadini di Codogno potevano uscire e quant’altro ancora. La sua furia cieca, normale nei suoi interventi, era però intercalata da una serie di epiteti volgari ed irripetibili. L’intervista era lunga ed è durata alcuni minuti. Erano più gli insulti ed il turpiloquio rispetto alla espressione del suo pensiero che, piacendo o meno, aveva pieno diritto di esprimere.

Mi spiace che Giletti non gli abbia tolto l’audio, e non lo abbia invitato ad allontanarsi come fece con altri in precedenza. Resta la constatazione dell’arroganza di un uomo che pur di far sentire la sua voce ha approfittato di essere presente ad una trasmissione seguita da migliaia se non milioni di italiani, dove sapeva benissimo che era chiamato a commentare un dipinto, e null’altro. La gravità dell’episodio è che le parole provenivano da un uomo pubblico, con vari mandati parlamentari alle spalle e tutt’ora sindaco di una città.

Un uomo che sa benissimo quanto pesa la sua voce.

Quale può essere dunque la conclusione del comune uomo o donna che in salotto guarda una trasmissione televisiva di questo tenore?

Confusione, sfiducia nelle istituzioni, perdita di vera consapevolezza di quanto circonda la nazione e il mondo. Insomma disorientamento.

Da un lato il conduttore voleva infondere serenità e lo si avvertiva anche con la pacata presenza del Professor Pregliasco, dall’altro questo urlatore becero, che manco si scusò con l’eminente medico, anzi disse che lui era giustificato nelle sue affermazioni da quanto riferitogli da altre persone.

La nostra voce non raggiungerà nemmeno un centesimo degli ascoltatori di quella trasmissione, tuttavia verso coloro che ci leggeranno chiedo una riflessione sui fatti, chiedo fiducia nelle Istituzioni, chiedo pazienza nell’attendere risultati.

I nostri governanti non hanno la bacchetta magica, anche loro si muovono all’interno di consulenti medici e scientifici. Che sono uomini e donne con tutti i limiti delle persone umane.

Ognuno faccia la propria parte, ma soprattutto ognuno mette al primo posto l’educazione ed il rispetto verso gli altri.

Le urla sconnesse, gli epiteti volgari, gli insulti, sono segno di quella Italia che oggi non è, l’Italia di oggi chiede unità ed offre l’abnegazione di migliaia di medici, infermieri, paramedici a tutti i livelli che pensano a fare e basta.

Perché il coronavirus non ha gambe per diffondersi, usa quelle degli imbecilli che non stanno a casa. Lo si legga come si vuole, ma non intendo con ciò offendere il dottor Sgarbi.

E allora: fiducia, serenità, speranza!

Grazie Direttore, grazie perché anche tu ci diffondi sempre le notizie della nostra Caselle e mai come adesso sono utili e ci permettono di diversificare il nostro tempo agli… arresti domiciliari.

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Mauro Giordano
Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

2 Commenti

  1. La foto dice già tutto, e come disse Einstein: ” solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi…”

  2. La foto dice già tutto, e come disse Einstein: ” Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana; riguardo l’universo ho ancora dei dubbi…”

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