Vorrei parlare di un personaggio che ho conosciuto in questi giorni: Gigi Ghirotti, giornalista e scrittore. Di questi giorni è il centenario della sua nascita, il 1974 è stato l’anno della sua morte. Ha scritto “Cronisti nel tunnel della malattia”, argomento dibattuto nell’aula magna dell’Università della Cavallerizza Reale in collaborazione con Università di Torino, La Stampa, Fondazione Ghirotti Roma, Hospice Ghirotti Genova, Centro Ghirotti Torino, con la partecipazione di alcune classi del Liceo Cavour, esponenti della Regione Piemonte e del Comune di Torino, il direttore del Secolo XIX, Luca Ubaldeschi, il direttore della Stampa Maurizio Molinari, il Rettore Magnifico dell’Università di Torino, Stefano Geuna, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto, Sinigaglia.
Nel 1972 a Girotti fu diagnosticato un linfoma di Hodgkin. Decise di parlarne pubblicamente, cosa non abituale per quei tempi; iniziò a lavorare da paziente e da giornalista all’umanizzazione delle cure, a migliorare la dignità del malato, per una maggiore informazione e comunicazione nei confronti del paziente e dei suoi famigliari. La sua testimonianza ha fatto scaturire un dibattito che da allora prosegue.
Nei vari interventi, soprattutto dell’oncologo e dello psicologo, ho sentito parlare di reciprocità e comunicazione, seguire le fasi evolutive della malattia anche quando la scelta è del non accanimento terapeutico, interagire con la famiglia, la creazione di una rete che unisca tutto il personale sanitario coinvolto nel protocollo di cura. In breve, il paziente non è un’entità che ha un problema ad un determinato organo, ma ha una sua unicità e deve ricevere cure e attenzioni adeguate nella sua interezza, in una sfera di globalità che coinvolgono anche la sua sfera emotiva e sociale.
Molto si è fatto ma non basta, ci sono limiti strutturali ed economici, cui possiamo contribuire tutti.
Qui inserisco un altro capitolo della storia, molto affine, riguarda la nostra salute partendo dalla ricerca, fondamentale per aumentare la qualità delle prestazioni e migliorare i risultati, il contributo lo possiamo dare alle molteplici realtà che su base volontaria si mobilitano per raccogliere fondi e sensibilizzare sulla materia.
Siamo un piccolo gruppo di persone che da 21 anni, era il 1999, alla 7 arriva in piazza Boschiassi, in compagnia del Nucleo Protezione Civile della Croce Verde Torino, provvidenziale come sempre, alle 7,15 arriva la “merce”. Chi allora era nella pieno della maturità oggi è diversamente… giovane, chi era giovane oggi è nel pieno della maturità, i bimbi sono ragazzi, qualcuno purtroppo non c’è più….
Oggi come allora non manca l’entusiasmo e la convinzione in una causa che purtroppo ci tocca, o ne siamo passati, quasi tutti da vicino. I nostri concittadini, e non solo, non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno
Nei trent’anni trascorsi da quando le prime Arance della Salute sono arrivate nelle piazze, le ricerche sulla prevenzione primaria hanno fatto passi da gigante.
Dalle sole due piazze del 1990, quest’anno – con 260.000 reticelle di agrumi – siamo passati a oltre 3.000 piazze (impegnando 20.000 volontari) e più di 800 scuole, per raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei circa 5.000 ricercatori sostenuti da Fondazione AIRC e informare l’opinione pubblica su comportamenti e abitudini salutari.
Oggi sappiamo che il cibo che consumiamo può influire sulla prevenzione ed esserne un prezioso alleato, se oltre a mangiare in modo sano ed equilibrato riduciamo fattori di rischio come la sedentarietà e l’obesità. Alcuni tipi di tumore, in particolare quelli che interessano esofago, stomaco e intestino, sono fra i più sensibili agli effetti di una dieta sbilanciata. Inoltre è sempre più chiaro che una dieta salutare va adottata fin dalla più tenera età, anche se non è mai troppo tardi per migliorare le proprie abitudini.
Non si molla, per chi oggi sta lottando, per chi ha lottato ieri, con meno risorse. Per Gigi Ghirotti e per i tanti come lui che sono stati meno fortunati, ma hanno gettato le fondamenta per le conquiste di oggi.

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Giuliana Vormola
Nata a Ciriè il 20/11/1955 Giornalista pubblicista inizia a scrivere su Cose Nostre e altri giornali locali da inizio anni 90 su temi legati all'ambiente. L'interesse e la passione per la botanica sono il motivo conduttore principale dei suoi scritti e delle sue attività. Con l'Associazione Vivere il Verde inizia la manutenzione del giardino del vecchio Baulino a Caselle, durata 20 anni, coinvolgendo la scuola primaria locale. L'attività editoriale collegata ha permesso la partecipazione al circuito Gran Tour del comune di Torino e la collaborazione con Gardenia. "Emozioni saperi sapori..... " è un progetto che sta prendendo forma sul web e sui social: partendo dalle "verdi" emozioni si arriva in cucina con i saperi della tradizione per esprimere i sapori che ne derivano.

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