In articoli scorsi avevamo visto come Caselle era descritta nei secoli XVIII e XIX, questa volta riporto integralmente una breve ma interessante descrizione del nostro paese all’inizio del Novecento, come raccontato dal professore Carlo Ratti, all’ora redattore della Rivista e del Bollettino del C.A.I. nella sua “Guida per il villeggiante e l’alpinista nelle Valli di Lanzo” nella edizione del 1904.
Certo bisogna considerare che, al contrario delle descrizioni già viste, il libro preso in esame ha lo scopo di fare da guida al turista alle Valli di Lanzo, e i paesi da Torino a Lanzo sono descritti brevemente solo per accompagnare il viaggiatore che prendendo la ferrovia si porta alla montagna.
Non essendo l’oggetto principale del libro Caselle è quindi descritto brevemente, e non in modo così puntuale come avevamo visto nel libro del Bertolotti, e le notizie storiche sono essenzialmente un sunto di quelle già riportate, ma il testo è comunque interessante perché contiene alcune notizie inedite e soprattutto fa conoscere l’importanza che Caselle aveva ancora a quel tempo rispetto ai paesi vicini.
In particolare nella guida viene evidenziata l’importanza che Caselle aveva ancora sul piano industriale, rimarcando le antiche origini dell’industria cartaria e della seta.
Anche se il declino industriale, rispetto al secolo precedente, era già in atto il paese primeggiava ancora rispetto a Comuni vicini, come si legge dai dati approssimativi in cui si dice che Caselle occupava nelle sue industrie più di 2.000 operai.
Ciriè, che nella seconda metà dell’Ottocento ebbe un forte sviluppo industriale, occupava 1.700 operai, mentre molto meno gli altri paesi lungo la ferrovia: Venaria 1.000 operai, Borgaro 170, San Maurizio circa 400, Nole circa 550, Villanova 100 e Mathi 850, grazie soprattutto alla nuova cartiera da poco impiantata.
La vitalità economica e commerciale della Caselle del tempo era anche attesta dalla presenza di ben quattro fiere annuali (contro le due attuali), dalla presenza di ben cinque alberghi, senza dimenticare che all’ora Caselle era anche sede dell’Ufficio Imposte, del Catasto e della Pretura.
Positiva la descrizione della chiesa di Santa Maria, che solo pochi anni prima aveva visto la ricostruzione completa della facciata con un nuovo e alto campanile su progetto dell’ing. Saccarelli, con un interno che il Ratti giudica ben dipinto; chissà come era, visto l’attuale decorazione venne realizzata negli anni ‘20 del secolo scorso dal pittore Rolando da Volpiano ricoprendo completamente quella preesistente.
Impietoso invece il giudizio sull’interno della chiesa di san Giovanni, definito addirittura “meschino”.

Lasciamo ora a voi la lettura di quanto scritto dal Ratti:
Caselle Torinese
Altitudine m 277. – Abitanti 5.115 – Capitale di Mandamento pei comuni di Caselle, Borgaro e Venaria Reale. – Ufficio Postale di 2ª classe e Telegrafo alla Stazione. – Agenzia Imposte e Catasto, Ufficio del Registro; Stazione RR. Carabinieri. – Albergo. Corona Grossa, Albergo Leon d’oro, Albergo dei Tre Re, Albergo Caccia Reale, Caffè Ristorante della Stazione con alloggio. – Si trovano vetture a nolo. – Mercato: lunedì. – Fiere: 2 Marzo, 14 Maggio, 3ª domenica di Settembre e 1° Dicembre. – Feste patronali: S. Vittore, 14 Maggio; B.V. Addolorata, 3ª domenica di Settembre.
Questo paese, dedicatosi sin da epoca remota all’industria, trae alimento per le sue numerose e importanti fabbriche dai canali derivati dalla Stura, che scorre a 2 Km. verso sud-ovest, e ne ha pure irrigato il territorio, in gran parte tenuto a prati e piantagioni di noci e gelsi. L’aria perciò vi è un po’ umidetta, ma il clima non è malsano.

L’abitato è vicinissimo alla stazione e si presenta quasi quadrato, con attorno tracce dei fossati e delle antiche mura che lo chiudevano nel XV secolo. Queste mura, che si ritrovano in molte terre del Canavese, sono assai singolari per la loro costruzione, come appare benissimo per mancanza di arricciatura. Esse sono formate da ciottoli arrotondati e di uguale dimensione, disposti obliquamente a strati come le barbe d’una penna.

Inoltrandosi nel paese, si arriva quasi subito sulla piazza Umberto I, la cui area già servì di giardino al Castello, che ora la chiude a levante. È desso un imponente caseggiato, ma di architettura troppo semplice, tranne dalla parte opposta alla piazza, ove osservansi tracce di fregi e di affreschi. Spettò già ai Principi di Savoia. Carignano, ed ora è proprietà dell’Asilo infantile sorto nel 1848 per cura di una società anonima.

Sulla stessa piazza sorgono due chiese; quella prospiciente il Castello è una semplice confraternita, l’altra è parrocchia dedicata alla B.V. Assunta, di costruzione moderna e ben dipinta, dotata solo da pochi anni di facciata architettonica e di un grazioso campanile su disegni dell’ing. Saccarelli.
Altra parrocchia, dedicata a San Giovanni Evangelista, vedesi oltre la piazza: è una chiesa antichissima, ma venne ricostruita quasi interamente perché minacciava rovina. Da documenti e dagli scavi fatti per il ristauro, si riconobbe che in antico servì ad altri culti; si sa però che fu eretta a parrocchia fin dal 940. Il campanile è anch’esso ristaurato, ma conserva il primitivo stile gotico.
L’interno della chiesa è meschino, e degno di nota ha solo un quadro non ispregevole d’un pittore torinese del 1619 (Cristophorus Alibertus), a sinistra dietro l’altar maggiore.
Fuori dell’abitato, annesso al cimitero, costruito una trentina di anni fa e poi ampliato, havvi la cappella di S. Vittore martire, patrono del comune, la quale è un ultimo avanzo d’una frazione di Caselle detta S. Bartolomeo.

Il Palazzo comunale servì per tre secoli, fino al 1848, di convento pei RR. PP. Serviti. Sotto il porticato interno, due lapidi ricordano il maggior generale Guibert e Alessandro Bottone per dieci anni deputato di Caselle. Nella sala del Consiglio conservasi un dipinto di gran pregio, che già ornava l’antica cappella di S. Vittore: è una gran tavola del 1501, del pittore Vincenzo Ferrari, rappresentante la Vergine e parecchi santi. L’archivio comunale è ricco di carte antiche e pergamene attestanti i notevoli privilegi ottenuti dai Principi sabaudi.
La Regia Pretura e il Circolo sociale hanno sede in un bel palazzo del valente architetto Carlo Bernardo Mosca.

V’ha nel paese un Ospedale detto di S. Spirito, capace di 20 letti, fondato nel 1600 dal capitano napoletano Aquilante Demonte. A questo ospedale appartiene un piccolo Teatro di beneficenza.
In alcune vie sono dei vecchi porticati strettissimi e tracce di vecchie case, che serbano tuttora le porte e le finestre col caratteristico arco a sesto acuto. Un breve tratto di spaziosi portici alla moderna sorge vicino alla piazza.
Storia. – Caselle è un borgo antico, che già prima del mille apparteneva ai Marchesi di Susa. Passò nel 1164 al Monferrato per opera di Federico I, ma i Conti di Savoia lo riebbero quasi subito per conquista, cedendolo poi con Ciriè e Lanzo quale dote d’una Margherita di Savoia passata alla famiglia monferrina nel 1305. Nel 1300 ebbe statuti proprii con privilegi concessi da Amedeo V a nome di detta Margherita. Nel 1330 tornò il tutto a Savoia, quando il conte Aimone sposò Violante di Monferrato, il cui matrimonio si stabilì a Caselle; ciò che mostra la sua importanza d’allora in fra le terre vicine.

Caselle, oltre il castello, ebbe anche delle mura di fortificazione disegnate da Francesco degli Orologi vicentino. Dal 1535 al 1559, essendo il Piemonte occupato dai Francesi, Caselle resistette a parecchi assalti delle truppe spagnuole, ed è degno di ricordo l’episodio del 1552, di cui fu eroe il celebre Montluc. Questi si offrì spontaneo al De-Brissac per la difesa di Caselle, che niuno osava assumersi, e tanto seppe fare col suo esempio e colla sua autorità, che gli Spagnuoli desistettero dall’impresa, sebbene fossero incitati dal Montluc stesso.
Come si sa, Emanuele Filiberto riebbe tutto col trattato di Chateau-Cambrésis, e Carlo Emanuele I eresse poi Caselle in Marchesato, assegnandolo al suo figlio terzogenito, il principe Tommaso di Carignano. In principio di questo secolo, durante l’occupazione dei Francesi, si atterrarono le fortificazioni e l’antica rocca.
Caselle vanta di essere stato il primo Comune degli Stati di Savoia che ebbe tipografia, impiantatavi nel 1475 da un tal Giovanni Fabri; di Langres, che in società col medico Pantaleone da Confienza pubblicò, fra altro, le Vite dei Santi Padri.
È degno di nota che il paese si ridusse nel 1653 ad avere solo 10 capi di casa, causa la peste e le guerre, mentre nel 1630 ne contava 400.
Industrie. – Le industrie fiorirono assai per tempo in Caselle, specialmente quella della carta. Vuolsi che nel 1392 possedesse già due cartiere, oggidì ancor esistenti, e perciò forse le più vecchie del Piemonte. Devesi probabilmente a queste cartiere se Caselle ebbe, come si disse, fin dal 1475 una tipografia.
Oggidì contano per importanza e qualità di produzione l’antichissima Cartiera Dellavalle, già Cappuccino, e la Cartiera Vinelli.

La fabbricazione del panno è nobilmente rappresentata dal rinomato Lanificio del cav. Basilio Bona, una delle primarie fabbriche d’Italia. È a quasi 2 Km. ad ovest del paese ed occupa un’area di 40.000 metri quadrati. Ivi sono in azione i più recenti ritrovati della meccanica o vi lavorano circa 500 persone che producono annualmente 300.000 m. di panno d’ogni qualità (un quarto però è panno militare), del valore approssimativo di 2 milioni di lire.
V’è poi la Filatura di lana pettinata dei Fratelli Ramella e il Lavatoio di lane del signor Strobino.
L’industria della seta fiorisce da lungo tempo in Caselle. Il Filatoio e Filatura dei Fratelli Vagnone, già Duprè, è dei più antichi e rinomati del Piemonte. Ha sede in un vasto edificio vicino alla Cartiera Dellavalle (1) (Vedonsi queste fabbriche dal convoglio, guardando a sinistra poco oltre Caselle). Vi è inoltre il Filatoio degli eredi Vialletton e il Filatoio dei Fratelli Ceriana, poco prima di entrare in Caselle venendo da Lanzo.

Ricordiamo ancora una Fabbrica cooperativa di lime, varie Seghe idrauliche e molini pel territorio, fra cui il Molino Borgarello, assuntore della luce elettrica da cui è illuminato il paese.
Insomma, c’è in complesso una ventina di stabilimenti che occupano intorno a 2.000 operai, ed anche di più all’epoca dei bozzoli, facendoli venire dai paesi circostanti. I canali che danno moto alle principali fabbriche vengono fin dal territorio di Nole e sono due, detti, l’uno Ramo sinistro o dei Molini, l’altro Ramo destro o Sinibaldi.
Dintorni. – La flora dei dintorni di Caselle è molto variata e degna di studio per il botanico. Il territorio del comune è vastissimo e va perfino a toccare il recinto della Regia Mandria, al di là della Stura.
Come già dissi, Caselle comunica direttamente colla Venaria, ed ora anche direttamente con Robassomero, passando per le borgate Ceretta di S. Maurizio, Marsaglia di Ciriè e il nuovo ponte provinciale sulla Stura.
Si va pure a S. Maurizio direttamente (Km. 4 1/2), senza passare per la strada provinciale; e prendendo per una strada ancor più a levante, che passa vicino. al cimitero, si attraversa dopo 3 Km. la borgata del Malanghero o di S. Grato, dalla quale due buone strade si dirigono a S. Maurizio.
foto 4 – … spaziosi portici alla moderna …
foto 6 – … sono dei vecchi porticati strettissimi …
foto 7 – … finestre col caratteristico arco a sesto acuto …
foto 8 – … disposti obliquamente a strati come le barbe d’una penna …