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sabato, Settembre 14, 2024

    Metamorfosi di un giornale cattolico

    1948-1968: vent’anni de “La Voce del Popolo” raccontati da Davide Aimonetto

    Tra cronaca e storia. Davide Aimonetto, insegnante e giornalista mappanese, dedica questo suo primo libro ad un argomento a cui si era avvicinato nella fase finale degli studi universitari. Incrociando i suoi personali interessi per giornalismo, mondo cattolico e storia contemporanea, Aimonetto prende in esame il giornale diocesano torinese nell’arco di un ventennio cruciale: gli Anni 50, quelli della Ricostruzione e dell’inizio della Guerra Fredda, e gli Anni 60, quelli del boom economico, fino al fatidico 1968. A cavallo fra cronaca e storia, i fatti trattati dal settimanale torinese nell’analisi di Aimonetto spaziano dai grandi eventi mondiali fino alle cronache spicciole della vita parrocchiale rurale.

    Le origini. Molto interessante il capitolo iniziale dedicato agli esordi del giornale: nato nel 1876 come bollettino torinese dell’Unione Cattolica Operaia, diventa dal 1883 “La Voce dell’Operaio” e raggiunge negli anni successivi alla Grande Guerra il suo picco di tiratura, con 40.000 copie. Durante il ventennio fascista la testata cambia la denominazione in “La Voce del Popolo” e deve poi affrontare una litigiosa convivenza con l’altro giornale diocesano, nato dall’Azione Cattolica e chiamato, ironia della sorte, “L’Armonia”.

    Il dopoguerra. Dopo le distruzioni della guerra, nel 1947 il giornale riparte. Con due sole pagine, causa la carenza di carta. Stampato in corso Valdocco 2, nella stessa tipografia della Gazzetta del Popolo. Ma le idee sono chiare. “Il giornale è una bandiera e un’arma” così lo definisce nel suo primo editoriale il neodirettore don Cottino. Gli intenti della Curia torinese sono quelli di disporre di un giornale militante, che faccia sì informazione, ma soprattutto formazione nei confronti dei propri lettori cattolici.

    L’anticomunismo viscerale. Lo schieramento a favore della DC e dell’Occidente, nel giornale, è senza se e senza ma. Contro il pericolo rosso, si usano le armi dell’ironia e del sarcasmo, come pure vignette feroci. Massima è l’attenzione agli appuntamenti elettorali (che Aimonetto scandisce con un’analisi puntuale per cogliere le tracce di una possibile evoluzione della linea del giornale). Per le elezioni dell’aprile del 48, La Voce del Popolo pubblica la lista dei soli candidati DC, con istruzioni dettagliate ai lettori affinchè non sbaglino il voto. Anche nei successivi appuntamenti elettorali la linea editoriale è contraria ad ogni apertura della DC a sinistra. La pregiudiziale anticomunista viene meno solo con il passaggio della guida della diocesi a Pellegrino: ne assume valore simbolico nel 1969 una storica intervista a Diego Novelli, il sindaco rosso.

    L’attenzione al mondo rurale. Nelle pagine del settimanale molto spazio è dedicato al microcosmo locale: in particolar modo quello rurale, mentre esiguo è lo spazio dedicato al contesto urbano torinese. Fiere, feste patronali, ingressi parrocchiali, inaugurazioni, nascite e decessi, le notizie sono raccolte tramite una capillare rete di corrispondenti parrocchiali. L’ultima pagina è dedicata al mondo agricolo e dell’allevamento, con molto risalto dato all’azione collaterale della Coldiretti.

    Il 1968 e l’incrinarsi delle certezze. Arrivano le agitazioni studentesche: anche se in parte condizionata dal solito clichè del pericolo rosso, nel giornale c’è una valutazione delle proteste degli studenti non del tutto negativa. Il giornale comincia, timidamente, a dare spazio anche alle voci del dissenso cattolico. Il neodirettore don Peradotto apre la rubrica “Momenti di dialogo” con uno spazio dedicato alla posta dei lettori, prima inesistente, e viene anche per questo pesantemente contestato dai settori clericali più tradizionalisti. Con questa ultima e più significativa metamorfosi del giornale si chiude il periodo analizzato, con dovizia di citazioni e richiami, dal libro di Davide Aimonetto.

    Il libro, di 366 pagine, è edito dalla Libreria Stampatori Torino. La prefazione è di Luca Rolandi, direttore de “La Voce del Popolo” dal 2014 al 2016. Nel 2016 è avvenuta la fusione con l’altro settimanale diocesano “Il Nostro Tempo”, che ora esce come “La Voce e il Tempo”.


    Il libro “La Voce del Popolo” di Davide Aimonetto verrà presentato a Caselle dall’autore, il giorno 19 marzo p.v., alle ore 18 nel Salone dell’Associazione Turistica Pro Loco, via Madre Teresa di Calcutta 55.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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