Il 29 marzo 2020 sarà una giornata importante per i cittadini italiani, infatti si terrà il referendum per approvare o respingere la legge di revisione della Costituzione Italiana che ridurrà il numero dei parlamentari.
Importante perché segna un passo storico nella direzione di una serie di riforme atte a ridurre i costi della politica, una battaglia che pur essendo stata proposta più volte da vari schieramenti politici, non è mai stata attuata, per mille motivi mai molto chiari.
In realtà un referendum di questo tipo non si sarebbe mai dovuto indire, nel senso che quando a parole alcuni partiti si sono detti favorevoli ed hanno approvato la legge, poi nei fatti, rendendosi conto che avrebbe minato la possibilità far poggiare più posteriori sulle poltrone parlamentari si sono tirati indietro e, con profonda ipocrisia, hanno frettolosamente raccolto le firme necessarie per indirlo.
Sia chiaro, viviamo in una repubblica dove vige la democrazia, il rispetto delle leggi e delle regole, per cui è sacrosanta la possibilità per costoro di chiedere la modifica della legge e per tutti noi di respingerla con decisione nella cabina elettorale.
Alcuni chiarimenti tecnici dovuti: un referendum di questo tipo non prevede quorum, per cui il risultato sarà valido con qualsiasi risultato ed affluenza, la legge si compone di 4 articoli che in sintesi riducono i deputati da 630 a 400, i deputati della sezione estero da 12 a 8, i senatori da 315 a 200, i senatori della sezione estero da 6 a 4, il numero massimo dei senatori a vita a 5 e le norme che indicano la messa in vigore al primo scioglimento delle Camere.
Un risparmio di circa 500.000 euro a legislatura, ovvero 100.000 euro all’anno, sono tanti? sono pochi? Sono sicuramente un grande inizio ed un forte segnale, finalmente il Movimento 5 stelle, insieme alle altre forze politiche in sintonia con questo pensiero, può mettere in pratica quelle opere di risanamento dei conti pubblici che saranno un toccasana per le disastrate casse dello stato.
Una cifra che rispetto al bilancio dello stato pare irrisoria, ma come ripetiamo sempre, da qualche parte occorre iniziare, e allora si inizi nel luogo dove molti individuano uno dei tanti grandi sprechi italiani.
Perdiamo rappresentanza come qualcuno sostiene? No, gli Stati Uniti contano 535 parlamentari su 300 milioni di abitanti, altre nazioni europee si assestano sui 600 parlamentari circa con popolazioni numericamente superiori a quella italiana, da noi? 945 (945 !!!) parlamentari su poco più di 60 milioni di cittadini, per cui il problema non si pone, siamo ben rappresentati comunque.
È che per qualcuno, come per i vitalizi, è una zona comfort sicura dove stabilirsi a vita, per il Movimento invece battaglie sacrosante, che cercano di scardinare un sistema vecchio e sbagliato dove poter campare alle spalle degli italiani.
Se è vero che l’arma più potente per un cittadino è la matita elettorale, affrontiamo questo referendum con decisione mettendo la croce sul sì per approvare la legge, creando un passo serio e deciso verso un nuovo modo di fare politica, respingendo al mittente le brutture da prima e seconda repubblica che tanto danno hanno fatto.
La politica fatta di promesse sotto elezioni e slogan che parlano alla pancia delle persone ma che non dicono nulla di concreto deve lasciare il passo ad azioni concrete per un risparmio reale ed un uso del denaro dei contribuenti giusto ed efficace.
già, un referendum COSTITUZIONALE, un’occasione importante per non fare DEMAGOGIA come invece attua questo articolo a scapito dei cittadini mal informati
informazione errata, visto che è stato rimandato sine die
oltre al fatto che riducendo il parlamentari si perde rappresentanza, a livello regionale, più in generale riducendo il numero, previsto dalla costituzione, si consegna il paese nelle mani di pochi, soffocando il dibattito Parlamentare, tagliando la democrazia italia e minando la sovranità popolare, esercitata costituzionalmente dalla sede, che è il Parlamento stesso