So perfettamente che scrivere certi articoli su un mensile espone l’autore a barbine figuracce a causa della pubblicazione tardiva, ma ogni tanto rischiare provoca strane e piacevoli sensazioni.
E poi, come perdere l’occasione per ‘giocare’ con i numeri quando si parla di pandemia?
Allora, proviamoci, con tutto il sacro rispetto verso un argomento così devastante come l’influenza di Coronavirus.
Mi muoverei su due piani di analisi: le statistiche e l’informazione.
Partendo da quest’ultima la sintetizzerei con “il solito gioco al massacro“ di noi, poveri utenti, da parte di chi sparge a piene mani la Dea Paura!
Non appena si è ventilata la possibilità di trovarci di fronte ad un’ipotetica pandemia, tutti i mass media si sono buttati, famelici, sulla notizia amplificandola e soprattutto distorcendo a più non posso eventi e dati.
Dovessi riportarvi i casi più eclatanti di informazione distorta riempirei le pagine di questo numero, quindi mi limiterò a due, tra i più ‘simpatici’.
Il britannico The Indipendent, non proprio il Times, ma neppure l’Eco di Roccacannuccia (con tutto il più doveroso rispetto) intitolava: “Più di 90 persone (Inglesi n.d.r) testate per il Corona virus!”
Drammatico vero? Peccato che la notizia completa, fornita dal ministero della sanità britannica fosse… E tutte sono risultate negative. Quisquiglie per il quotidiano, che intanto gongolava per il terrore indotto.
Più “simpatico” il Tempo di Roma che sul Web introduceva un video con questo titoletto: “Wuhan, dai palazzi le urla dei cittadini!” E tu ti immagini, ovviamente, grappoli di persone infette che si disperano urlanti da balconi e finestre dei grattacieli della città simbolo dell’infezione. Poi, per i pochi che non si soffermano al titolo e non sentono solo le urla del video (in genere uno su mille) scopri che una sera, in un moto di orgoglio per difendere l’immagine di una città massacrata dalle fake news, i cittadini cantavano a squarciagola l’inno nazionale cinese…
Un gioco al massacro…della verità!
Andiamo ai numeri, allora.
Forse non lo sapete, ma solo la città di Wuhan conta ben 11 milioni di abitanti! Un quinto di tutta la popolazione italiana. Ad oggi, primo febbraio, si contano circa 12 mila contagi e 259 morti…
Sapete quanti furono i contagiati dall’influenza in Italia nell’inverno 2018/19? Una bazzecola… 6 milioni (!!!) di persone con 95 morti. In una sola settimana ci sono stati 825 mila contagi! 516 i casi in terapia intensiva, quindi a rischio di vita.
Lascio a voi il calcolo delle proporzioni.
Il problema, però, dicono molti, è che questo virus è stato indotto, preconfezionato in laboratori militari…
Sapessi che arma micidiale!
Nel 1918, mentre si concludeva l’apocalittica prima guerra mondiale, un virus influenzale non certo uscito da malefici laboratori, iniziò a falcidiare la popolazione mondiale. Per molti era “la Spagnola” e fece, suppergiù, tra i 50 e i 100 milioni (milioni!!!) di morti con 500 milioni di contagi. In sole 24 settimane morirono 25 milioni di persone!
Altro che urlare dai balconi! Miei cari giornalisti del Tempo…
Qualcuno, poi, si è premurato di spiegarci chi è morto di Coronavirus? Difficilissimo saperlo perché i media non c’è lo raccontano. Un varco in questa squallida omertà lo scoviamo nelle prime fasi del contagio, quando i morti sono circa una trentina, e cosa scopriamo? Che la stragrande maggioranza delle vittime sono anziani e malati cronici (come spesso accade per ogni influenza) e solo un soggetto risulta relativamente giovane e sano.
Ma guarda un po’…
Qualche confronto devastante? A confronto con il virus Ebola (primo caso conclamato, in Africa, Zaire, 1976) il Coronavirus è acqua fresca: nel ‘76 vi furono 280 morti…peccato che fossero l’88% delle persone infettate! In una realtà dove la densità della popolazione era ben inferiore a quella cinese. Se confrontata con l’incidenza percentuale del Coronavirus (ad oggi di circa il 3% scarso) è ben altra cosa.
Tutto finito? Direi di no, visto che in nove mesi, nel 2019, in Congo, le vittime di Ebola sono state più di mille!
Conclusioni?
Che potrei continuare all’infinito, sapendo che evidentemente, per l’umanità, il pericolo conclamato per la sua sopravvivenza, dopo ovviamente la stupidità dell’uomo stesso, è una possibile pandemia virale. Non ce lo devono certo ricordare i giornalisti, ma sta a noi, purtroppo, comprendere quanto sia vitale muoversi con discrezione e consapevolezza nell’infida palude della pseudo informazione che si alimenta con il demone della paura.