A Ceretta, durante la tradizionale processione in onore di Sant’Antonio, un nostro amico musico si è presentato con una versione alquanto singolare del flicorno baritono, uno degli strumenti da banda meno conosciuti.
Due sono i motivi che richiedono l’adattamento di certi strumenti a fiato per l’utilizzo all’aria aperta: il peso e l’orientamento del suono. Il primo elemento è intuitivo, questi strumenti esigono normalmente l’emissione di una grande quantità di fiato che può essere resa difficile non solo dal movimento del corpo in marcia ma anche dallo sforzo prolungato per sorreggere il peso dello strumento. Da qui la produzione di strumenti semplificati e di dimensioni più contenute o prodotti con materiali leggeri.
Gli ottoni bassi, che analizzeremo in una prossima puntata, vengono costruiti anche in forma di chiocciola (helicon) in modo tale da poter essere “indossati” dall’esecutore, avvolgendo il canneggio intorno alle spalle e dirigendo il suono in avanti.
Altra soluzione moderna è l’impiego della plastica al posto del metallo per il corpo dello strumento. L’attuale tecnologia consente di costruire strumenti in plastica colorata leggeri ed economici caratterizzati da prestazioni più che accettabili, ottimi non solo per le parate ma anche per l’avvio degli studenti alla musica.
In una sala da concerto o teatro i suoni vengono in parte assorbiti ed in parte riflessi dalle superfici che incontrano come i muri, il soffitto, gli arredi e gli stessi corpi dei musicisti. Una sala ben studiata sarà quindi il giusto equilibrio tra l’assorbimento, che riduce i riverberi e la riflessione che consente al pubblico di distinguere chiaramente i singoli strumenti a distanza. Le sale concerto più moderne come l’Auditorium del Lingotto a Torino sono quasi totalmente foderate in legno come a costituire una gigantesca cassa armonica.
All’aperto invece è tutto più complicato e l’utilizzo di strumenti ben direzionati può aiutare ad evitare la dispersione. Un tipico caso è quello del corno, l’unico degli ottoni con la campana rivolta all’indietro, il cui suono viene propagato prevalentemente per riflesso. In strada il suono del corno rischia di perdersi tra le gambe dei musici. Per questo è stato inventato il mellofono (riquadro 1), che ha una apparenza da flicorno, ma adotta l’imboccatura del corno, il piccolo cono che ne consente le meravigliose armonie. In alternativa le parti del corno possono essere interpretate dal genis (flicorno contralto) o da altri elementi della stessa famiglia; nel terzo riquadro della foto abbiamo una notevole raccolta di strumenti da sfilata, in esposizione presso la sede di una banda vicina.