Come purtroppo prevedibile anche l’aeroporto di Caselle subisce l’effetto devastante del micidiale “coronavirus 19”, sorte subita anche dagli altri scali italiani specialmente quelli di Milano, Roma, Venezia, Bologna, Ancona e Pisa.
Il sistema aeroportuale mondiale sta subendo gravissime perdite in conseguenza di questa epidemia, e l’aeroporto della Malpensa è stato tra i primi italiani a sospendere tutti i voli con la Cina, nazione da dove è partito questo virus.
I due scali lombardi di Malpensa e Linate a causa del coronavirus dal 15 febbraio al 2 marzo hanno registrato un calo del 48,7%, flessione dovuta non perché la gente viaggia di meno ma perché tante compagnie hanno deciso di cancellare i voli o ridurli. Nella sola giornata di martedì 3 marzo la flessione è stata del 65%.
Anche l’aeroporto casellese, già di per sè in crisi per il calo del traffico che ha registrato negli ultimi due anni, vede giorno dopo giorno diminuire i voli e i passeggeri.
Quasi tutte le compagnie aeree che operano sullo scalo stanno riducendo o annullando i voli come ha fatto la Sky Up a partire da giovedì 5 marzo, un volo pubblicizzato a caratteri cubitali sui quotidiani che però sin dall’inizio ha avuto poco successo, e così il virus ha dato lo spunto all’aviolinea di defilarsi dal collegamento.
Non sono immuni gli operatori del settore come le agenzie di viaggio e gli spedizionieri che stanno subendo annullamenti massicci da parte della clientela con percentuali a doppia cifra, rischiando il collasso del sistema socio economico. Un vero guaio. L’amministrazione
statunitense ha proibito alle compagnie americane di collegare l’Italia, annullando di fatto tutti i voli, ma anche altre nazioni hanno preso nei nostri confronti simili atteggiamenti.
Ormai l’Italia tutta è in quarantena a tutto beneficio di altre nazioni turistiche concorrenti poco distanti dai nostri confini come la Grecia, la Tunisia, l’Egitto. Ci vorrà tempo prima che i
Di nuovo a Caselle il Boeing 787-8 della Tui Fly carico di sciatori.
l settore dei viaggi vacanzieri riprenda fiato, con la speranza che quanto prima il coronavirus sia solo un ricordo. Anni addietro, quando ci fu il problema della Sars, epidemia che fece migliaia di decessi, o l’attacco del dell’11 settembre 2001 a New York, il trasporto aereo subì una contrazione del traffico e globalmente ci vollero 5 anni per ritornare alla normalità.
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Ritornando allo scalo torinese che è motivo di questo articolo, la Lufthansa con la Air Dolomiti, la compagnia che opera sul nostro scalo per Francoforte e Monaco di Baviera, ha già effettuando dei tagli sui due collegamenti, anzi la compagnia tedesca al momento a messo a terra 150 aerei, 25 a lungo raggio e 125 a corto e medio raggio. Il calo dei passeggeri è stato da subito notevole così in pratica anche le altre aerolinee che operano su Caselle, come la Wizz Air, la Air France, la British Airways, la Volotea, l’Iberia, l’Alitalia, hanno cancellato o diminuito i voli per scarsità di passeggeri.
Pure la Ryanair, ha ridotto l’operativo del 25%, non solo con Caselle, ma in generale su tutte le rotte europee, cosa mai avvenuta in precedenza, ed anche la Blue Air ha cancellato dal 17 al 31 marzo alcune frequenze sulle rotte per Alghero, Napoli, Catania.
L’Airbus A320 della easyJet holidays, nella livrea “special color”
Anche la IATA, l’associazione del settore aereo che raggruppa il 90% delle compagnie aeree mondiali, ha lanciato l’allarme con la richiesta dello stop alle attuali regole (molto restrittive) sugli slots (i diritti di traffico), che impongono ai vettori di utilizzarli per almeno
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l’80% delle fasce orarie disponibili, con il rischio che per il prossimo anno il vettore perda i diritti di volo dall’aeroporto di competenza, nella fascia oraria non utilizzata, questo anche se non succede per colpa dei vettori ma perché per la mancanza di passeggeri i voli vengono annullati.
Ricordiamo che in certi casi valgono di più gli slots, che la compagnia stessa che li usa, tanto che in molti casi vengono venduti proprio per far fronte ai problemi finanziari.
La IATA tramite il direttore generale e ceo, Alexandre de Juniac, conferma una diminuzione del traffico passeggeri mondiali, dovuto anche all’epidemia del coronavirus. Nel primo mese del 2020 il traffico è aumentato solo del 2,4%, contro un +4,6% del 2019, l’incremento più
basso dal 2010, quando l’eruzione del vulcano islandese aveva portato alla cancellazione di molti voli (vedi Cose Nostre maggio 2010).
Comunque la IATA asserisce che nonostante l’attuale situazione volare è sicuro.
Per tranquillizzare chi usa l’aereo, l’Easa (agenzia per la sicurezza aerea), garantisce che la qualità dell’aria in cabina è sterile al 99,97%, in quanto viene cambiata ogni 2-3 minuti e i filtri sono in grado di eliminare questo micidiale virus. Chi prende l’aereo non deve avere nessun timore come purtroppo sta succedendo.
L’Airbus A320 della Vueling nelle colorazione speciale della “Disneyland Paris 25”
Altro grave problema di Caselle è la stagione invernale dei charter della neve, che ha dato segni di cedimento con dati di traffico poco brillanti, anche e non solo a causa del coronavirus, tanto che la SAS (Scandinavian Airlines System) ha sospeso tutti i voli con Torino dal 4 al 16 marzo.
Passata la buriana del virus bisognerà capire cosa succederà con i nuovi voli programmati nella stagione estiva, con la speranza che non vi siano troppe cancellazioni. In ogni modo i responsabili dell’aeroporto di Caselle, sin dall’inizio dell’emergenza, hanno prontamente attivato un piano di sicurezza nei confronti dei viaggiatori con i controlli della temperatura corporea.
Naturalmente, data la fluidità della situazione, che cambia continuamente giorno per giorno, è facile prevedere che dal momento in cui scriviamo al momento in cui leggerete, la situazione sia ulteriormente cambiata, speriamo in meglio.
Leonardo consegna i primi due C-27J al Kenya
Il 29 febbraio sono decollati, alle otto del mattino, dall’aeroporto di Caselle i primi due velivoli da trasporto C-27J “Spartan” destinati alla forza aerea del Kenya; il terzo e ultimo esemplare in ordine sarà consegnato nel mese di giugno.
cerimonia di consegna a Nairobi.
I due aerei, dopo uno scalo tecnico a Marsa Alam, sono giunti alle 17 (ora locale) del giorno successivo all’aeroporto Jomo Kenyatta di Nairobi, ma prima di atterrare hanno effettuato un basso passaggio comesaluto d’onore al Presidente delle Repubblica del Kenya, Uhuru Kenyatta che era presente all’arrivo dei velivoli costruiti negli stabilimenti Leonardo Aircraft di Caselle Torinese. Oltre al capo dello Stato erano presenti il capo della Difesa e le principali autorità delle forze armate del paese africano.
Ai comandi dei C-27J, i piloti Matteo Maurizio, Gregorio Marchegiani, Alessandro Scaburri e Vito Di Cosmo, oltre a due piloti kenioti, accolti con grande entusiasmo dalle massime autorità.
I due aerei fanno parte di una nuova serie con una configurazione strumentale di ultima generazione che sarà installata su tutti i nuovi velivoli in produzione, incrementando ulteriormente le capacità e prestazioni del biturboelica italiano.
C-27J keniota in atterraggio a Caselle durante un volo test
In effetti dopo oltre venti anni dal primo volo, era ormai giunto il momento di apporre delle migliorie tra cui una nuova avionica. Nei prossimi esemplari in produzione dovrebbero essere installate di serie anche le winglets alle estremità alari atte a migliorare ulteriormente la versatilità dell’aereo.
Con la complessità del territorio keniano, altopiani fino a 3.000 metri, imponenti massicci vulcanici come il Kilimangiaro, aree desertiche e savane, l’aereo della Leonardo, in grado di operare su terreni semi preparati, è lo strumento che meglio si adatta all’ambiente africano.
La Kenya Air Force, aveva ordinato nel 2017 tre esemplari del C-27J, diventando la quarta nazione africana che utilizza lo Spartan, dopo il Marocco (4 velivoli), il Ciad (2), e lo Zambia (2), che li ha ricevuti lo scorso anno.
Attualmente sono in corso nuove trattative con altre nazioni che, dopo attente valutazioni con ogni probabilità diventeranno nuovi clienti dello “Spartan”.
Gli incendi boschivi nel Torinese Siamo alle solite, oramai la piromania dilaga sempre più, sono rare le volte accidentali, a farne le spese i boschi delle nostre montagne ma anche il grande plateau delle Vaude come successo ultimamente.
uno dei tre Canadair C-415, il”25/I-DPCH” dei VVF in decollo da Caselle
Purtroppo a causa della secchezza del sottobosco causata dalle scarse piogge di questo inverno per i male intenzionati è un gioco da bambini appiccare in punti diversi i focolai che, aiutati dalle forti raffiche di vento divampano con violenza mettendo a dura prova coloro che accorrono per spegnerle.
Ultimamente uno degli incendi più gravi si è sviluppato a fine febbraio, sulle pendici in regione Moranda, sotto la cresta di Pietroborga, nei pressi dei comuni di Sangone e Trana. Le fiamme si sono sviluppate nella notte del 28 febbraio a partire dalle ore 2,30 e in breve tempo hanno divorato ettari di bosco e, purtroppo, a farne le spese è stata anche la fauna. Fortunatamente nessun danno alle persone.
Sul luogo sono intervenuti con tempestività le squadre dei volontari Aib di Giaveno, Piossasco, Reano, Sangano e Trana, prontamente coadiuvati durante le ore diurne da tre Canadair CL-415, i mitici pompieri dell’aria e affiancati da alcuni elicotteri. Dopo aver lanciato decine di “bombe d’acqua” sui vari focolai, il grosso incendio con grande fatica e spiegamento di mezzi è stato domato.
Purtroppo è di queste ultime settimane il declassamento dalla categoria IX alla categoria VIII dell’aeroporto di Torino Caselle per il soccorso e la lotta...