Lo spazio di aprile di questa rubrica non può che essere toccato anche lui dall’emergenza Covid-19. Esso pertanto ospita due contributi di riflessione, che ci arrivano da due figure autorevoli, e di spicco a livello nazionale, del mondo delle Pro Loco: il presidente UNPLI Piemonte Giuliano De Giovanni e il presidente onorario UNPLI Puglia Angelo Lazzari. C’è inoltre lo spazio per il cordoglio per i lutti che nel mese di marzo hanno colpito due amici e collaboratori di questa rubrica: Gabriele Di Francesco e Riccardo Milan.


 

Si stanno moltiplicando gli appelli e i messaggi da parte di tutti coloro che hanno ruoli e responsabilità sulla complessa e delicata situazione che stiamo vivendo nel nostro Paese e più in generale nel mondo.

Ne ho letti e sentiti molti; ognuno cerca di dare il proprio contributo per far sì che questo momento sia affrontato con la giusta determinazione, con la volontà di superarlo per tornare alla normalità.

Il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio ci hanno detto che uniti ce la faremo; il messaggio degli operatori economici è indirizzato al Governo affinché intervenga con misure straordinarie per affrontare le conseguenze negative economico/sociali del contagio; tutti esortano al rispetto delle nuove regole che ci aiuteranno: una collettività colpita ha bisogno anche di questo.

La storia si ripete, lo sappiamo tutti, l’uomo ha affrontato momenti molto più complessi di questi; ma con molta lucidità e consapevolezza dobbiamo ammettere che questa epidemia arriva in un momento molto particolare della storia dell’umanità, quasi un campanello d’allarme, un presentimento, un monito.

Dopo decenni di totale assuefazione alla crescita economica, in un mondo ormai globalizzato dove a detenere il comando sono i grandi poteri occulti, ci accorgiamo che siamo impotenti di fronte ad un virus che ci ha prima incuriositi (era in Cina), poi impauriti e che adesso rischia di creare una delle più complesse crisi del dopoguerra.

La grande crisi del 2008 è stata di natura finanziaria, una enorme illusione che di colpo si è sgonfiata come un pallone bucato, trascinando con sé interi segmenti della società che su queste illusioni si erano ingigantite. E adesso?

Siamo in un periodo che Dante definirebbe “una selva oscura” dove prevalgono egoismo e competizione (il mancato rispetto delle regole per contenere il virus è a mio avviso un atto di mero egoismo).

Manzoni nei Promessi Sposi ci parlava della peste come di un momento di prova tra umanità e inumanità, Boccaccio diceva che l’effetto più terribile della peste era la distruzione del vivere civile, mettendo gli uomini gli uni contro gli altri, malati nel cuore e nella mente prima che malati nel corpo.

Riscontro qualche attinenza con la società attuale, troppe volte e troppo spesso cinica e spietata.

Ma dopo la peste ci fu il Rinascimento e l’uomo costruì un mondo nuovo, un mondo migliore.

Ebbene, credo che ci sia veramente bisogno di un Rinascimento: umano, sociale, culturale, economico. Questo mondo ha fallito, la cultura dominante del profitto ha fallito, la competizione esasperata che seleziona non i migliori ma i meno sensibili ha fallito.

I momenti bui servono per ritrovare la luce, non perdiamo questa occasione, ma guardiamo con rinnovata speranza al futuro e chiediamo alle donne di guidarci per uscire da questa valle oscura.

Giuliano Degiovanni (presidente di UNPLI Piemonte)


Emerga spirito di servizio e senso di comunanza

21 marzo 2020. Un giorno qualsiasi. Sempre eguale. Nel vuoto delle strade qualche sparuto passante. Qualche altro convinto che tocchi ad altri. Qualche incurante portatore di gravi danni. Tutto pare lunare con riti esorcistici e propiziatori tamburellati in tutta la penisola.

Guardo con grande attenzione e sorpresa il vuoto delle nostre contrade, che, pur senza essere ancora del tutto toccate, hanno subito recepito il messaggio e attivata la quarantena.
D’un tratto si è zittito l’indice dell’untore contro i cinesi, la voce beffarda di tanti che urlavano la schizofrenia virale, l’ottimismo o il pessimismo di chi occupava il potere.
In tale situazione mi è rivenuta una grande delusione dal mondo proloco, che non ha dato voce, né esempi e sostegni. Eppure, l’occasione era propizia come non mai.
Sulle vicende presenti, per dirla con Montale, mancano le parole. Eppure, qualche riflessione sul ruolo del nostro volontariato nel tempo a seguire è doverosa e urgente.
L’unica cosa che un’associazione come la Pro Loco non dovrebbe mai fare è stare nel limbo. Invece, dall’alto non una direttiva, non un’iniziativa, non un appello. Come se per il volontariato, riferimento di solidarietà e motore di promozione, per istituzione deputato alla tutela e salvaguardia del luogo e della sua comunità, l’evento non dovesse avere alcun significato.
Questo non è il tempo del folclore, che possa far recuperare lo smarrimento di valori ed affetti, non è il tempo delle urla, non è il tempo dell’immagine: è il tempo dell’azione e del sacrificio, se mai in profondo silenzio, in modo totale; è il tempo dell’umiltà e della solidarietà.
Nel momento in cui aziende e cittadini, in modo volontario e gratuito, fanno tutto il possibile, quasi in una gara senza confini, per alleviare le tragiche difficoltà, è assolutamente incomprensibile la persistente sordità del mondo proloco.
Per l’Associazione oggi non ha senso pensare alle sue attività abituali, perché difficilmente nell’immediato si avrà il tempo di metabolizzare il tristo evento e di pianificare i suoi effetti.
In questo contesto, dovrebbe emergere da protagonista il senso di appartenenza, di servizio e di comunanza: chi sta sull’orlo del precipizio invoca un disperato aiuto per non precipitare.
Ma ancora una volta si è perduta una occasione irripetibile di passare dal vanto di avere seicento mila soci volontari alla prassi di un impegno reale per la propria comunità, nel tempo del bisogno e della solidarietà.

Angelo Lazzari (presidente onorario di UNPLI Puglia)


Lutti

L’epidemia Coronavirus ha cominciato a toccare persone a noi vicine. E lo fa nel modo peggiore, colpendo negli affetti familiari.

Come comunità GEPLI dei giornali di Pro Loco, siamo pertanto vicini a Riccardo Milan, che ha perso mamma e cognato.

Riccardo Milan, direttore del giornale di UNPLI Piemonte, ha così risposto sul gruppo whatsapp di GEPLI alle espressioni di cordoglio in arrivo da tante parti d’Italia: “Cari amici, davvero momenti tragici per me, la mia famiglia, il mio Paese e l’umanità tutta. Accolgo le vostre parole e vi ringrazio uno ad uno”.

Pochi giorni prima un altro grave lutto (non legato a Covid-19) aveva colpito il professor Gabriele Di Francesco, per la perdita della moglie Francesca.

Tutta la comunità dei giornali delle Pro Loco nel corso degli anni ha avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare Gabriele, sempre presente ed attivo nei convegni Gepli fin dal primo incontro a Caselle Torinese nel marzo 2012. Anche a lui la Pro Loco di Caselle Torinese, col suo giornale Cose Nostre, esprime il cordoglio per la grave perdita.