Solidarietà, diventi pane quotidiano

Gli auguri di Don Claudio

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Nel messaggio che avevo lasciato quasi all’inizio della Quaresima, quando è apparso il problema del coronavirus, ricordavo che abbiamo una curiosa coincidenza: la quarantena a cui siamo più o meno chiamati coincide con la Quaresima. Se poi l’uscita dal tunnel virale andasse “casualmente” a coincidere con la Pasqua di Risurrezione, sarebbe un motivo in più per una bella festa.

Ci auguriamo di avere sul serio un raggio di speranza in più, con dei risultati positivi, frutto non solo della medicina, ma della nostra pronta adesione alle direttive, al cammino che ci viene proposto: un cammino che a volte dà l’impressione di ledere la nostra libertà. In realtà ci aiuta a vivere nel rispetto della nostra e dell’altrui salute, per il bene comune.

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Certo questa esperienza (e ce lo ricordano in molti, con tonalità diverse) viene vissuta nella sofferenza e anche in mezzo a non poche incomprensioni.

Coinvolge ogni aspetto dell’esperienza umana: quella familiare, quella della comunità e, per il credente, anche quella della vita di fede, della frequenza ai sacramenti, della vita della comunità ecclesiale. Celebrazioni religiose, catechismi, incontri di formazione: tutto sospeso. Questo sono dei segni, senza dubbio importanti. Dei segni che vogliono portarci ad una realtà che non dobbiamo dimenticare: è l’incontro con una Persona, con Cristo e con gli altri. Questo possiamo e dobbiamo viverlo con modalità diverse, non può essere messo da parte.

Sappiamo che nella vita dobbiamo fare tante rinunce, spesso per il bene nostro e degli altri, di questi tempi dobbiamo farne alcune nuove, mai sperimentate prima (es. libertà di movimento ridotta). La solidarietà che in questi giorni viene espressa da tantissime persone (anche quella che non fa notizia) diventi il pane quotidiano anche per dopo, ci aiuti a vincere anche il virus della paura e del pessimismo.

Allora potremo sperare, anche se non proprio per Pasqua, l’uscita da questa situazione. Certi slogan che campeggiano un po’ ovunque in questi giorni, si traducano nella realtà, con i più sinceri auguri di una Santa Pasqua.

Don Claudio

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Elis Calegari
Elis Calegari è nato a Caselle Torinese il 24 dicembre del 1952. Ha contribuito a fondare " Cose Nostre", firmandolo sin dal suo primo numero, nel marzo del '72, e, coronando un sogno, diventandone direttore responsabile nel novembre del 2004. Iscritto all' Ordine dei Giornalisti dal 1989, scrive di tennis e sport da sempre. Nel corso della sua carriera giornalistica, dopo essere stato collaboratore di prestigiose testate quali “Match Ball” e “Il Tennis Italiano”, ha creato e diretto “Nuovo Tennis” e “ 0/15 Tennis Magazine”, seguendo per più di un ventennio i più importanti appuntamenti del massimo circuito tennistico mondiale: Wimbledon, Roland Garros, il torneo di Montecarlo, le ATP Finals a Francoforte, svariati match di Coppa Davis, e gli Internazionali d'Italia per molte edizioni. “ Nuovo Tennis” e la collaborazione con altra testate gli hanno offerto la possibilità di intervistare e conoscere in modo esclusivo molti dei più grandi tennisti della storia e parecchi campioni olimpionici azzurri. È tra gli autori di due fortunati libri: “ Un marciapiede per Torino” e “Il Tennis”.

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