Caro Direttore, buongiorno e buongiorno a tutti i lettori.
Chissà se oggi possiamo utilizzare il tuo spazio per immaginare come i tanti Casellesi che ci seguono trascorrano le giornate agli “arresti domiciliari”.?
Abbastanza semplice pensare che un po’ più di nanna mattutina diventi una quotidiana abitudine, anche favoriti dall’ora legale, che in questi suoi primi giorni di entrata in vigore ha “accorciato” le giornate mattutine. Il fresco della notte poi favorisce le coperte rimboccate.
Ma questi sono dettagli, perché al risveglio un buon caffè, un altro momento di relax e poi, la programmazione della giornata.
Già…non si può uscire di casa e noi siamo ligi. Stiamo a casa.
Allora allora,…ecco che magari ti viene in soccorso la moglie: ”Avresti mica voglia di aiutarmi a svuotare quell’armadio,… a pulire quel muro?” Si può dire di no?
E frattanto siamo già a metà mattinata e un altro caffettino ci scappa.
Cammin facendo il pensiero va ai vecchi amici di lavoro, ai contatti che avevi un tempo e ti chiedi, chissà questo, chissà quello. Bene, ottima occasione per chiedere notizie. Ah, la comodità del telefono, delle mail, del Whatsapp! Ed inizia una ridda di voci mai più sentite: notizie a volte belle, a volte un po’ più tristi.
Un amico il cui papà è morto di Covid 19, da solo all’ospedale di Cuneo, dove lo avevano trasferito da Torino per mancanza di posti, senza i suoi cari attorno nell’ora suprema. Che tristezza. Nemmeno si sa quando arriverà l’urna cineraria? Nessuno lo sa.
E quell’altro collega di Desenzano, il cui figlio è positivo al tampone, che farà? Che succederà?
Poi magari intrattieni telefonicamente qualche amico a cui non facevi mancare le visite al Baulino. Grande piacere per quegli ospiti sentire una voce amica. Soli senza visite di parenti ed amici, deve essere difficile.
Nel frattempo pensi a chi nella città dove vivi, non può stare a casa ed allora scopri che ci sono dei medici splendidi che in questo momento si mettono a disposizione di tutti: ascoltano e consigliano. Subito dopo pensi al lavoro dei farmacisti: ore e ore in piedi dietro il bancone, servire, ripetere i consigli infondere fiducia. Poi allora “messaggi” con un altro amico medico specialista ospedaliero per fargli sentire la tua vicinanza, e lui ti risponde così: “Situazione difficile per motivi sanitari, psicoemotivi, e sicuramente in futuro economici. Speriamo di limitare i danni….”
Mentre stai ancora pensando a quella risposta, ti arriva un messaggio che chiede aiuto per una persona anziana di Caselle che necessita di iniezioni intramuscolari: “C’è qualche disponibilità?” Detto fatto.
Però, questo mondo, inizierà davvero a cambiare?
Poi ancora il segnale della chat di un nuovo messaggio, sono gli amici della nostra amata Croce Verde: due coniugi ex croceverdini della sezione di Borgaro-Caselle emigrati in Francia, donano alla Sezione mille euro da utilizzare per materiale sanitario.
Queste sono iniezioni, anzi sono flebo di fiducia.
Allora ti viene proprio da pensare che se Dante scrivesse oggi la Divina Commedia aggiungerebbe nell’inferno alcuni gironi, ad esempio quello dei “complottari” o quello di coloro che condividono le false notizie e, forse peggio di tutti, quello dei laureati in Facebook.
Il Divino poeta avrebbe di che sbizzarrirsi.
Noi restiamo a Caselle e stiamo a casa. Anche se in questo momento il timore avrà più argomenti, noi scegliamo la speranza.
E uniti ci ritroveremo, per le vie, in piazza Boschiassi per il fritto di mare, rifaremo la giornata mondiale del cuore, passeggeremo per le vie a festa nelle notti bianche, brinderemo insieme alla festa della Madonnina e con il Costina Party, ritorneremo: ritorneremo meglio di prima. Se abbiamo fiducia e speranza.
Grazie Direttore! Siamo certi che in questo momento anche il nostro giornale ci aiuta a stare insieme. A condividere e a rivedere presto l’arcobaleno.