Martedì 12 maggio si è celebrata in tutto il mondo la “Giornata internazionale dell’infermiere”.
Ricorrenza questa che viene festeggiata annualmente a partire dal 1965.
Tuttavia questo momento festivo è sempre passato un po’ in sordina, ma non in questo 2020, non in questo tempo di Covid 19.
Tutti i media hanno parlato e ringraziato il 12 maggio i tanti, tantissimi infermieri ospedalieri, che con abnegazione hanno svolto un lavoro tanto indispensabile quanto incessante e carico di coinvolgimento.
Purtroppo invece era passato nel dimenticatoio il grande servizio che svolgono gli operatori della Centrale del 118 Regione Piemonte, forse perché i più non sanno e non conoscono che quando un utente chiede soccorso, dietro alla cornetta del telefono c’è sempre un infermiere.
Ed è un infermiere formato e specializzato proprio nella gestione delle chiamate di soccorso: le filtra, le comprende, effettua una prima diagnosi telefonica, allerta, quando necessario, i vari livelli di ambulanza da inviare sul posto della chiamata.
Così, da una idea nata da una giovane soccorritrice delle Croce Rossa di San Francesco al Campo, è stato organizzato un momento di riconoscete omaggio verso infermiere ed infermieri che sono presenti ogni giorno e ora, sempre pronti a prestare il loro orecchio e la loro esperienza in favore di chi chiede soccorso.
Sempre da loro poi partono le disposizioni di soccorso che continuano a coordinare in tutto e per tutto l’iter del servizio che un’ambulanza svolge sul posto dove è stata inviata.
Seppur con un giorno di ritardo rispetto alla celebrazione mondiale della festa, si sono raccolti presso la Sede della Centrale Operativa del 118 una nutrita rappresentanza di volontari del soccorso della nostra zona, e facenti parte della Croce Rossa di San Francesco al Campo e Mathi e della Croce Verde Torino delle Sezioni di Borgaro-Caselle, Ciriè e Venaria.
Il classico suono delle sirene delle ambulanze schierate, voleva rappresentare il doveroso, ma sopratutto sentito “grazie” di tutti coloro che hanno beneficiato dell’importante servizio reso alla comunità da questi infermieri “dimenticati”. Grazie che arriva anche dai pazienti stessi, poi trasportati sulle ambulanze e che ignari hanno iniziato proprio il loro primo percorso di cura attraverso il servizio infermieristico prestato loro da “angeli” nascosti dietro una cuffia telefonica e da una radio rice-trasmittente.
A queste donne e uomini un riconoscente ringraziamento per un periodo di lavoro durissimo svolto senza risparmio e senza sosta.
E che purtroppo non possiamo ancora dire che sia terminato completamente.
Mauro Giordano