Non so come verrà ricordata dai posteri questa fase storica che stiamo vivendo, così come non so, ad oggi, quale sarà l’evoluzione sociale, politica, economica e soprattutto sanitaria di questa drammatica parentesi targata Covid-19, ma ho la certezza, molto personale ovviamente, che come insegnante di storia difficilmente ho vissuto e altrettanto improbabilmente vivrò anni così ‘significativi’ per spiegare ai miei allievi tematiche che sino a pochi mesi fa risultavano lontane dalla realtà quotidiana, fisiologicamente anacronistiche…
Provo a spiegarmi. In pochissimi mesi, dalla tragica fine di febbraio con la scoperta dei focolai epidemici in Lombardia, passando per il lockdown di marzo-aprile, sino ad oggi, ho, PURTROPPO, dovuto constatare e registrare infiniti eventi e innumerevoli situazioni da cui attingere o fare riferimento per spiegare, in presa diretta, la STORIA.
In sintesi una carrellata, non certo esaustiva, di alcune tra queste tematiche storico-letterarie.
- La Colonna Infame, di Alessandro Manzoni e innumerevoli scorci dei più conosciuti Promessi Sposi. Pensate solo a qualche anno fa dover spiegare ai ragazzi la figura degli ‘untori’, delle isterie collettive, della paura irrazionale, del terrore di fronte all’ignoto invisibile… Pensate al Lazzaretto, ai Monatti, al dramma della madre di Cecilia che DEVE strapparsi dal corpo esanime della figlia deceduta… Di sicuro parlando della caccia agli untori, della ricerca irrazionale di un colpevole, non dovrò impegnarmi più di tanto nel trovare esempi… Oggi abbiamo alla nostra portata una casistica infinita. Il passaggio, a questo punto, verso una letteratura più contemporanea è d’obbligo con la lettura e l’analisi de…
- La Peste di Camus… siamo nell’Algeria degli anni Quaranta del secolo scorso, la peste dilaga sterminando prima i ratti per poi passare agli esseri umani tra l’iniziale incapacità di cogliere la gravità della situazione, la convivenza con l’isolamento e soprattutto con la paura dilagante. Ora diventa semplice spiegare come si possa sottostimare o persino negare un problema sanitario reale e drammatico. Difficilissimo spiegarlo anni fa, immediato, ora che lo abbiamo vissuto… Così come l’isolamento, vissuto da molti come perdita della libertà e non come razionale antidoto.
- Il Razzismo. Spesso, per affrontare questa tematica, gli esempi più contemporanei erano con l’apartheid (Statunitense o Sudafricano ) o con l’immigrazione dal sud Italia nel secondo dopoguerra… Adesso mi posso pure permettere di unire lo squallore del razzismo con la caccia alle streghe (altro tema…) trattando l’immigrazione clandestina, la sua demonizzazione e la becera propaganda ( altro tema…) ad uso e consumo politico. Non male…
- Il Campanilismo. Chi non si ricorda dei Guelfi e dei Ghibellini, delle lotte intestine alle città ben espresse nel Canto VI del Purgatorio…”Ora in te non stanno senza guerra li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode di quei ch’un muro e una fossa serra…” Cantava il Divino rivolgendosi all’Italia dei mille campanili. Pagine e pagine di quotidiani, ora, mi permetteranno di spiegare in presa diretta l’accezione negativa del termine CAMPANILISMO; di come da sempre la nostra Nazione soffochi in questo indicibile gioco al massacro dell’autolesionismo, del confronto a perdere, del mors tua vita mea… in un continuo rincorrere di proclami gretti e vuoti… ‘Noi non siamo come voi… Voi non siete come noi’.
- La psicologia delle masse. Qui, veramente, si raggiunge l’apoteosi. Su questo tema stiamo ormai vivendo in un laboratorio a cielo aperto e non dobbiamo certo esserne orgogliosi. Fare leggere oggi ai ragazzi questo breve stralcio dell’opera di Ezra Park, sociologo statunitense, risulta quasi banale sapendo che ne coglieranno coscientemente il profondo significato… Ma l’aspetto inquietante è che queste parole furono scritte nel 1904…non oggi. In “La folla e il pubblico“, Park, dopo aver affrontato il tema dello sviluppo dei media, notò come l’opinione pubblica stesse diventando sempre meno distinguibile dalla mente delle masse: “la cosiddetta opinione pubblica è generalmente niente più che un semplice impulso collettivo che può essere manipolato dagli slogan… Il giornalismo moderno, che dovrebbe istruire e dirigere l’opinione pubblica riportando e discutendo gli eventi, solitamente si sta rivelando come un semplice meccanismo per controllare l’attenzione della collettività. L’opinione che si viene a formare in questa maniera, ha una forma logicamente simile al giudizio derivato da una percezione irriflessiva: l’opinione si forma direttamente e simultaneamente alla ricezione dell’informazione” Incredibile, vero? Ma l’aspetto più ‘simpatico’ è che questa psicologia di massa fu uno dei cavalli di battaglia dei nascenti fascismi del Novecento; uno strumento diabolico per il controllo del popolo… Non credo neppure in questo caso di avere particolari difficoltà a trattare l’argomento con specifici parallelismi attuali… e questo, ve lo assicuro, mi spaventa decisamente più del Covid…