Ci aspetta un inverno particolarmente duro, inutile far finta di niente. I numeri sono implacabili e freddi, come la neve d’inverno. Poi però anche in inverno, nelle immense distese bianche sbucano loro, i crocus, umili piantine provenienti dall’Oriente (proprio come il Covid-19) in grado di anticipare la primavera di qualche mese, arrivando in alcuni casi a fiorire già in dicembre. Una pennellata di colore in un panorama glaciale.
Ecco, è proprio questa pennellata di colore che ci deve far stringere i denti, resistere proseguendo ad applicare le 3 regole fondamentali che oramai conosciamo bene. I crocus arriveranno anche quest’anno, come ogni anno, e possono essere la metafora delle nuove strategie che avremo a disposizione a breve per contrastare la pandemia in corso. Perché purtroppo per ora un farmaco efficace contro questo maledetto virus non lo abbiamo ancora.
E allora, a che punto è la ricerca?
Come esistono tanti varietà di crocus, allo stesso modo, vi sono molteplici strategie in sperimentazione contro il Covid.
Gli anticorpi monoclonali, farmaci da somministrare a chi ha già contratto l’infezione, rappresentano la soluzione più imminente. Sono una “copia” riprodotta in laboratorio degli anticorpi naturali presenti nell’organismo. I vaccini di solito impiegano alcune settimane per avere un effetto, gli anticorpi neutralizzanti lavorano invece già da subito dopo la somministrazione. Uno delle più autorevoli riviste mediche, il New England Journal of Medicine, ha pubblicato il primo studio su un anticorpo monoclonale neutralizzante, il LY-CoV555: tale farmaco, se somministrato ai primi sintomi, abbatte del 72% il rischio di ospedalizzazione nelle forme meno severe.
C’è poi la terapia già utilizzata per curare Trump, il Regn-Cov2, ovvero una miscela di due anticorpi monoclonali, Regn10933 e Regn10987, efficace sopratutto per curare i pazienti più gravi e che ha dato risultati ancora migliori del precedente.
Sono fortunatamente molti gli anticorpi monoclonali già in fase avanzata di sperimentazione e pronti all’impegno su larga scala. Uno di questi è italiano: coordinato dalla Fondazione TLS (Fondazione Toscana Life Sciences) in collaborazione con l’Istituto di Malattie Infettive Spallanzani, ha portato alla selezione di 3 anticorpi monoclonali utilizzabili a scopo profilattico, terapeutico e anche per lo sviluppo di un futuro vaccino.
Arriviamo quindi ad un altra specie di “crocus”, il vaccino.
Lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19, efficace e sicuro, richiederà ancora tempo, ma non poi così tanto. I vaccini in sperimentazione in tutto il mondo sono ben 175: di questi, 35 sono in fase di sperimentazione clinica, 10 nelle fasi finali. Tra questi dieci, vi è il noto vaccino “Oxford – IRBM (di Pomezia) – AstraZeneca” che potrebbe già essere messo in commercio da dicembre 2020 e, se i test clinici andranno a buon fine, entro marzo 2021 saranno disponibili in miliardi di dosi. Questo vaccino sarà venduto al prezzo di costo di circa due euro, e sarà necessario somministrarne due dosi a distanza di 28 giorni.
Quindi, aspettando il “crocus”, ricordiamoci che la scienza è al lavoro ed in pochi mesi ha fatto progressi straordinari nella lotta al Covid. Ogni giorno che passa anticorpi e vaccini sono più vicini all’uso di massa. Nel frattempo continuiamo ad usare la testa per ridurre i contagi: mascherina, distanziamento interpersonale, igiene e non uscire se si hanno sintomi; proteggiamo gli anziani, sia a domicilio che nelle case di riposo, ed i soggetti fragili; spingiamo, infine, per tenere aperte le scuole, perché sono luoghi a basso rischio di contagio ed i danni psicologici causati dalla chiusura delle scuole sui bambini sono altrettanto gravi.