In un mondo dove, a detta di alcuni giornalisti, uomini e donne dello spettacolo, politici, influencer e tanta, troppa gente della società civile, non si può più vivere senza lo spritz quotidiano; in un mondo dove ci si indispettisce se non si può ancora “fare le vasche” tra gli stand di una fiera o un centro commerciale; dove si anela per il cenone natalizio con i soliti duecento parenti da abbracciare e baciare; dove, soprattutto, si trema al pensiero di non poter sculettare inebetiti nell’immancabile trenino allo scoccare della mezzanotte più attesa dell’anno, per poi affogare le struggenti privazioni a cui siamo ultimamente incorsi in pantagrueliche cene, fiumi di prosecco e allucinanti giochi pirotecnici…
Ecco, in un mondo così, diventa difficile dire qualcosa di sensato a chiusura di un anno come questo, che tra pochi giorni ci lasceremo alle spalle. Un anno tremendo, per molti dolorosissimo, un anno di paura, ansia e costante incertezza che però si sono mescolate a sacrificio, dedizione e innata fratellanza, accomunando gran parte dell’umanità… La stessa che forse è riuscita a dare il giusto valore all’esistenza, che ha posto in fretta, in un cantuccio, la banale esteriorità di un vivere che stava diventando, giorno dopo giorno, l’essenza stessa della vacuità, del vuoto a perdere. Vi lascio, quindi, alle parole di un poeta del nostro tempo, di un cantore della nostra quotidianità; a modo suo un profeta moderno. E infatti, mai furono più profetiche le parole di questa sua indimenticabile canzone…
L’anno che verrà
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va.
Si esce poco la sera compreso quando è festa
E c’è chi ha scritto “andrà tutto bene” alla finestra,
E si sta senza parlare per intere settimane,
E a quelli che hanno niente da dire
Del tempo ne rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
Ogni Cristo scenderà dalla croce
Anche gli uccelli faranno ritorno.
Ci si potrà curare e respirare tutto l’anno,
Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno.
E si farà l’amore ognuno come gli va,
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età,
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
Saranno forse i troppo furbi
E i cretini di ogni età.
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
E come sono contento
Di essere qui in questo momento,
Vedi, vedi, vedi, vedi,
Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poterci ridere sopra,
Per continuare a sperare.
E se quest’anno poi passasse in un istante,
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch’io.
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando è questa la novità.