Pochi giorni fa una mia giovane paziente mi raccontava che recentemente è morto il suo cane. Lei è entrata in una vera e propria fase di lutto: ha pianto per un intero giorno, quello successivo al decesso. Poi, nei due giorni consecutivi non se l’è sentita di uscire di casa. Ora sta meglio, ma sente ancora un grosso vuoto, specie la sera, perché lei ed il suo cane dormivano assieme. “Siamo cresciuti insieme”, mi ha detto, quasi si trattasse di un coetaneo. In effetti il cane è arrivato cucciolo a casa sua quando lei aveva undici anni, ora ne ha ventiquattro, insieme ne hanno passate proprio tante!
Chiunque abbia perso un cane soffre come se venisse a mancare una persona cara e chiunque ha un cane lo considera un grande amico. Ovviamente il discorso può essere generalizzato per qualunque animale da compagnia. Ho infatti visto pazienti andare in crisi quando hanno perso il loro coniglio, oppure il loro furetto…
Al momento dell’adozione di un animale, specie se per la prima volta, ci si sente come dei neogenitori inesperti, con mille dubbi ed il desiderio di essere i migliori padroni per il proprio animale. Ricordo, tempo fa, un’altra mia paziente che aveva disdetto la sua seduta con un breve preavviso: “Mi scusi, ma ieri ho preso il mio cucciolo e non me la sento di lasciarlo da solo questa mattina!”, proprio come se fosse una mamma che non riesce a staccarsi dal suo neonato.
Ma come hanno fatto questi animali a trovare la chiave del nostro cuore? Sicuramente, nel corso della storia, hanno saputo adattarsi ai nostri stili di vita. Che patimento il lockdown perché in quell’occasione, né il proprietario né il cane riuscivano ad adattarsi alla regola dei 200 metri. Si rischiavano fino a 400 euro di multa pur di rendere felice il nostro piccolo amico.
Una delle domande che si fanno i proprietari è: “Il mio animale è felice?”. È una domanda a cui è impossibile rispondere, ma si può cercare di capire se stanno bene, dato che essi provano delle emozioni. Gli animali sono perfettamente in grado di sperimentare le sei emozioni principali: gioia, sorpresa, disgusto, tristezza, paura, collera; ma sono anche in grado di esprimere emozioni più complesse. Pensate che con la risonanza magnetica è stato notato che i cani manifestano gelosia, ad esempio se vedono il loro padrone che da il cibo ad un altro cane. Inoltre, sembrerebbe che sperimentano empatia e senso di giustizia verso gli altri (umani e non umani). Da uno studio svolto presso l’Università di Helsinki è stato dimostrato che i cani sono per loro natura ansiosi. Basta pensare a quanto si spaventano per le esplosioni, come i fuochi di artificio ed i tuoni. Molti cani hanno anche paura delle novità, come di persone nuove o di situazioni nuove, e delle altezze. Quando i cani sono angosciati hanno comportamenti incontrollati, come mordere sé stessi oppure mordere il padrone, oppure abbaiano disperatamente o rompono le cose. Non tutte le razze però hanno le stesse manifestazioni di ansia perché, proprio come le persone, hanno delle caratteristiche genetiche ed il loro carattere, che li rende unici. Ad esempio, alcuni cani quando si spaventano scappano, altri abbaiano. Sembrerebbe poi che la loro ansia cresca con l’avanzare dell’età.
Alcuni cani hanno un’ansia così elevata tanto da richiedere l’intervento di uno specialista, che si chiama “comportamentalista”. Egli è un professionista esperto di comportamento animale che consiglia ai proprietari degli accorgimenti volti ad attenuare l’ansia del loro animale. Specie quando un cane viene adottato in età adulta, potrebbe avere sperimentato dei traumi di cui noi non siamo a conoscenza e che ne hanno modificato il comportamento. Ad esempio, ricordo che una mia amica si era rivolta al comportamentalista perché il suo cane, appena adottato, non riusciva ad andare da una stanza all’altra: entrava in ansia ogni volta che doveva varcare una soglia. Oppure, un’altra conoscente, si era rivolta al comportamentalista perché il suo cane non tollerava di stare da solo quando lei si recava a lavoro, piangeva in modo così disperato che doveva essere affidato alla “dog sitter” per tutta la giornata. Esistono anche gli ansiolitici e gli antidepressivi per cani, oppure dei calmanti naturali da aggiungere al loro cibo, che sono simili a quelli prescritti per l’uomo.
Un’altra caratteristica che accomuna il cane all’uomo, oltre che la capacità di adattamento ed il provare emozioni, è lo spirito giocoso: così come l’essere umano gioca per tutta la vita, anche il cane gioca per tutta la sua vita.
Gli studi moderni quindi ci danno una conferma scientifica del fatto che gli animali provano le emozioni, che sono simili alle nostre. Grazie a questi studi, e a nuove discipline emergenti, un po’ alla volta, potremmo capire meglio come creare per i nostri piccoli amici le migliori condizioni di benessere e aiutarli a superare le loro difficoltà emotive.
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