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sabato, Gennaio 25, 2025

    Vittorio Ambrosio, un generale dentro la Storia

    Torinese, con casa nella Cascina Stroppiana di Borgaro: una vita in divisa

     

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    Da qualche settimana è disponibile per consultazione nella nostra Biblioteca civica di Caselle un nuovo libro appena inserito nel Sistema bibliotecario Erasmo di Ivrea che raggruppa ben 75 biblioteche pubbliche della zona.

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    Si tratta di “Un generale dentro la Storia” autori Gianni e Massimo Rigodanza, padre e figlio. Libro formato 17 per 24, bella copertina, 142 pagine ricche di immagini d’epoca..
    «Il passato vive ogni giorno nel nostro presente, celato tra le pieghe delle parole. Dietro di esse si nascondono le tracce della storia, piccola e grande». Questa frase di G.L. Beccaria dà un senso anche a questa nostra pubblicazione perché anche noi, padre e figlio, abbiamo cercato in questo libro di seguire le tracce, i sentieri, i volti del passato non molto lontano, entrando nella nostra Storia, quella della prima metà del Novecento.
    D’altra parte questo nostro difficile tempo, così arruffato e frastornante, pieno di Covid, non dà grandi spazi al futuro e c‘è il timore di non riuscire a forgiarlo ma invece di dover penosamente allungare il presente. E allora ci si rifugia nel passato, nella storia, nelle radici, per cercare di intercettarlo questo benedetto futuro. Senza nessuna presunzione e senza nessun velleità di fare monumenti a personaggi narriamo in questo libro la storia della carriera del generale d’armata

     

    Vittorio Ambrosio, un soldato che combatté tre guerre, quella italo-turca in Libia nel 1911-12; la grande guerra 1914 – 1918 e la seconda guerra mondiale 1939-1945; e nel 1943 ebbe un ruolo importante nella caduta del governo Mussolini e nell’armistizio dell’8 settembre, essendo egli in quel periodo il Capo di stato maggiore generale, vale a dire la più alta autorità militare del Paese. In altre parole si può ben dire che Ambrosio entrò nel bene e nel male nella Storia della nostra Italia.
    Ma qual è il motivo di questa iniziativa? Quello di voler entrare tra il novero degli storici nazionali? No, no di certo. Ecco le motivazioni: il generale Vittorio Ambrosio (1879 – 1958) nacque e visse a Torino ma da sempre la famiglia era ed è la proprietaria della parte padronale della Cascina Stroppiana che si trova a Borgaro Torinese; e nel cimitero di Borgaro si trova anche la tomba della famiglia Ambrosio – Doro, dove riposa il generale. La Stroppiana da sempre fu più di una seconda casa, più di una residenza di campagna per le vacanze: da sempre fu un porto sicuro, nel bene e nel male. Lì ci sono lunghi silenzi, nuvole che d’estate rotolano nel cielo, serenità per ritemprare lo spirito dopo tante battaglie, cibo genuino e aria buona per grandi e piccini.
    E allora se si pensa che Borgaro si trova ad un tiro di schioppo da Caselle e che Gianni Rigodanza è da tempo, da tanto tempo, un cantastorie locale, con una punta di presunzione si potrebbe dire che in fin dei conti questo nostro viaggio nel tempo, questo viaggio nella vita che scorre in questo libro che racconta una storia anche nostra, è un andar per memorie, le nostre memorie, le nostre radici.
    Per dare un’idea della sua carriera militare qui di seguito il suo stato di servizio ufficiale redatto dal Ministero della Difesa:
    “Vittorio Ambrosio, nato a Torino il 28 luglio 1879. Allievo dal 30 settembre 1896 della Scuola Militare di Modena, il 14settembre 1898 è nominato Sottotenente nell’Arma di Cavalleria. Assegnato al Reggimento “Cavalleggeri di Roma. (20°)”, viene promosso (Titolo Scuola di Guerra), nel 1901 al grado di Tenente.
    Terminato con successo il 15 agosto 1907 il Corso di SM e brevettato TSG, il 1° novembre seguente è comandato al Corso di esperimento pratico di servizio di SM presso il Comando del Corpo di SM a Roma ed il 1° giugno 1908 è comandato a terminare l’esperimento di servizio di SM presso la Divisione Militare Territoriale di Alessandria.
    Nel 1909 presta servizio nel 7° Corpo d’Armata. L’anno successivo consegue la promozione al grado di Capitano e nel 1911 è destinato al Reggimento “Cavalleggeri di Lucca” per il periodo di comando di squadrone.
    Partecipa alla Spedizione Italiana in Libia e nel luglio 1913 rientra in Italia.
    Successivamente è destinato, dal 1913, allo SM della 3^ Divisione di Cavalleria “Lombardia” a Milano e nel maggio 1915 per il fronte giulio e nello stesso anno è nominato Capitano.
    Maggiore nell’Arma di Cavalleria nel 1916.
    Promosso dal 25 febbraio 1917 al grado di Tenente Colonnello e messosi in luce particolarmente nell’azione fra il Tagliamento e il Piave per proteggere il ripiegamento della 2^ Armata durante la Ritirata di Caporetto, il 6 gennaio 1918 consegue la promozione al grado di Colonnello nell’Arma di Cavalleria.
    Nominato dal 13 febbraio 1919 Capo di SM della 26^ Divisione (Catania) mobilitata a Bolzano in Zona d’Armistizio, il 25 maggio 1919 diviene Capo di SM della 3^ Divisione di Cavalleria.
    Il 20 giugno 1922 diviene Comandante del Reggimento “Savoia Cavalleria” a Milano e al termine del periodo di comando assume l’incarico di Comandante in 2^ della Scuola di Applicazione di Cavalleria a Pinerolo.
    Il 19 dicembre 1926 conseguita la promozione al grado di Generale di Brigata diviene il Comandante della Scuola di Applicazione di Cavalleria a Pinerolo.
    Nel febbraio 1932 consegue la promozione al grado di Generale di Divisione.
    Nominato dal 15 marzo 1932 Comandante della 2^ Divisione Celere “Emanuele Filiberto Testa di Ferro” a Bologna, il 19 ottobre 1933 diviene Ispettore delle Truppe Celeri a Roma ed il 30 ottobre 1935 assume l’incarico di Comandante del Corpo d’Armata della Sicilia a Palermo.
    Promosso dal 30 novembre 1935 al grado di Generale di Corpo d’Armata, il 10 dicembre 1938 – lasciato il comando della Sicilia – riceve la promozione a Generale designato d’Armata, ottenendo dalla stessa data la nomina per la 2^ Armata.
    Partecipa in tale veste, nell’aprile 1941, alle operazioni contro la Jugoslavia, ottenendo in pochi giorni notevoli successi, mettendosi in luce come Comandante di grande capacità e chiarezza di visioni operative, guadagnando per il complesso delle sue brillanti attività in Jugoslavia, la Croce dell’Ordine Militare di Savoia (oggi d’Italia).
    Nominato dal 20 gennaio 1942 Capo di SM dell’Esercito, il 29 ottobre seguente consegue la promozione al grado di Generale d’Armata.
    Il 2 febbraio 1943 assume l’incarico di Capo di SM Generale (attuale Capo di SM della Difesa).
    Trattenuto in servizio dal 28 luglio 1943, il 18 novembre seguente – lasciata la carica di Capo di SM Generale – è nominato Ispettore Generale del Regio Esercito ed il 31 luglio 1944, passa a disposizione del Ministero della Guerra. Ricollocato in congedo dal 1° luglio 1945, il 1° maggio 1954 viene posto in congedo assoluto per età e muore ad Alassio (SV) il 19 novembre 1958”.

    Dunque, un’intera vita in divisa, spesa nell’Esercito. Sicuramene cruciale fu per lui il momento nel quale cadde il governo Mussolini, 25 luglio 1943, e l’armistizio firmato con gli Alleati, alla quale seguì la fuga a Brindisi del re, del governo e dei vertici militari. Il generale D’Ambrosio in questi terribili frangenti fu la più alta carica militare nello Stato italiano.
    Finisce qui il nostro racconto, una cavalcata nella storia del Novecento, un viaggio nel tempo e nella vita che scorre, con al centro una persona, un soldato, un generale che dopo tante battaglie, tante guerre riposa per sempre nel cimitero di Borgaro Torinese, poco lontano da Caselle da dove scriviamo. Se la storia di questo generale non ci fosse parsa da subito capace di ospitare un racconto più intimo e quasi personale, attraverso cui filtrare la Storia, (quella con la “S” maiuscola) cercando di accordare la scrittura al respiro dei suoi personaggi, non ci saremmo accostati a questo libro, a questo andar per memorie di guerra in guerra in un Novecento pieno di eventi straordinari, movimentato e turbinoso.
    Ora il nostro tempo è molto diverso da quando visse il generale Vittorio Ambrosio, osiamo dire che si va dal baco da seta al computer. E abbiamo tanta pace, almeno in Europa. Non ci accorgiamo poi dei vantaggi perché li diamo per scontati. Abbiamo goduto – dal 1945 al nostro 2021 – del più lungo periodo di pace della storia dell’Europa Occidentale, e così ci dimentichiamo che fino a pochi decenni fa per noi tutti la regola era la guerra e non la pace. Vero è che con l’avvento della pandemia da Covid le prospettive di presente e futuro sono cambiate.
    Il libro “Un generale dentro la Storia” non è in vendita, è stato realizzato e stampato e ora pure recensito in proprio. Una copia è consultabile nella biblioteca civica di Caselle.

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    Gianni Rigodanza
    Gianni Rigodanza
    Gianni Rigodanza è un giornalista e scrittore. Maestro del lavoro, Casellese dell’Anno, premio regionale di giornalismo; tra i fondatori, redattore e direttore di Cose Nostre per 32 anni. Finalista del 3°concorso letterario Marello. Autore di diversi libri di storia locale. Ha scritto per il Risveglio, Oltre e Canavèis.

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