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mercoledì, Febbraio 19, 2025

    Le 100 lire

    Torna con un racconto breve Giampietro Lazzari, nostro “amico di penna”, collaboratore del bimestrale “Casalmaggiore”, testata dell’omonima Pro Loco cremonese.  Racconto rigorosamente autobiografico. Un ricordo d’infanzia. Di un’infanzia – che possiamo collocare fra gli anni 60 e gli anni 70 – di un tempo in cui i genitori facevano “i genitori”, e lasciavano il loro “imprinting” sui figli. Buona lettura.

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    Le 100 lire

    Avevo sette o otto anni, ora non ricordo con perfezione.

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    Al tempo anche un bambino piccolo di quell’età poteva andare in giro da solo senza alcun problema, specialmente in paesi come il mio.

    Era estate; era sabato; sapevo che c’era il mercato settimanale pieno ancora, insieme ad altre cose, di bancarelle di giocattoli.

    Mi piacevano tanto i soldatini; ne avevo tantissimi; ci giocavo tanto e molti li dipingevo uno ad uno…che bello che era.

    Ebbene, in quel periodo c’era una ditta italiana che li produceva, il cui nome ora mi sfugge. Fabbricava serie di questi soldatini divise per tipologia: gli alpini, i bersaglieri, i tedeschi, gli inglesi, i giapponesi, eccetera.

    Le scatole di questi soldatini costavano – lo ricordo bene – 100 lire. Si, cento lire. E dentro ce ne erano più o meno una trentina. È pur vero che non erano belli e rifiniti come quelli di produzione inglese o tedesca, ma insomma andavano bene lo stesso, e con 100 lire c’era un po’ di felicità assicurata.

    Dunque, alla mattina, dopo avere pregustato il momento anche per buona parte della sera prima, andai da mia madre e le dissi: Mamma…me lo avevi promesso, dammi 100 lire che vado a comprare i soldatini sul mercato.

    Va bene Giampietro – rispose mia madre – ti darò le 100 lire perché tu possa comperarli. Ma bada che ti dovranno bastare.

    Così, felice, mi incamminai verso il mercato nella trepidante attesa dell’acquisto. Ero felice si, lo ero tanto. Avevo le mie 100 lire e fra un po’ avrei avuto i miei soldatini e mi sarei divertito un sacco a guardarli, a dipingerli, a giocarci.

    Andai alla bancarella, chiesi al venditore di darmi la scatolina; nella mano le 100 lire. Il venditore, con un sorriso mi disse: ”bambino, ma non costano più 100 lire, ne costano 150…, guarda c’è scritto anche sulla scatola” (è vero, le scatole riportavano il prezzo già stampigliato, in basso a destra). Con sommo rammarico vidi la scritta Lire 150.

    Ti puoi ben immaginare la delusione e credo che mi sia venuto da piangere. Non lo feci perché…perché non si piange e basta.

    Allora, mesto, mi incamminai verso casa, ma durante il tragitto pensai…posso andare dal papà – che aveva l’ufficio poco lontano – e farmi dare le rimanenti 50 lire in modo da poter fare l’acquisto…si, si – mi dissi – farò così.

    Tornai indietro e con passo spedito arrivai all’ufficio. I vigili mi conoscevano e subito mi dissero: ciao Giampietro…vieni entra pure, il tuo papà è di là

    Mi presentai davanti a mio padre e gli dissi che la mamma mi aveva dato 100 lire ma ne mancavano altre 50 perché i soldatini erano aumentati e io non lo sapevo.

    Mio padre mi guardò, aprì quel vecchio borsello che conservo ancora, ne trasse la moneta da 50 lire e mi disse: vai Giampietro…vai a comprare i soldatini. Ci vediamo dopo a casa.

    Raggiante tornai dall’uomo della bancarella e comprai la tanto desiderata scatola.

    Andai a casa, felice. Mia madre mi vide con la scatola in mano e mi disse: ah Giampietro li hai comprati i soldatini?

    – Sì mamma….

    – Dai fammi vedere cosa hai preso stavolta …

    – ho preso gli Artiglieri, mamma….

    – Mah…Giampietro, qui c’è scritto che costano 150 lire!! Come hai fatto a comprarli?!! Ti avevo detto che le 100 lire che ti avevo dato dovevano bastare…

    – Mamma sono andato dal papà a farmi dare il resto..lo so che mi avevi detto che 100 lire dovevano bastare, ma sono aumentati e io non lo sapevo…mamma!!.

    Mi madre mi guardò profondamente, fece una pausa e sentenziò: Giampietro, io ti avevo detto che potevi spendere 100 lire, perché è quello che ti avevo dato; e tu ne hai spesi di più.

    Ora ascoltami bene – disse mia madre – Torna al mercato. Trova l’uomo della bancarella. Digli che potevi spendere solo 100 lire. Restituisci la scatola dei soldatini e fatti ridare le 150 lire.

    Il tono non ammetteva repliche.

    Tristissimo, come non ricordo di esserlo stato mai. Tornai. Spiegai. Restituii la scatola. Mi furono restituite le 150 lire.

    Un paio di settimane dopo mia madre mi chiamò; era un sabato mattina. Mi disse: Giampietro, vieni qui; prendi queste 150 lire a vai al mercato a comperare i soldatini.

    Quel giorno non piansi…perché…perché non si piange.

    Oggi credimi, quasi quasi mi scappa una lacrima.

    Giampietro Lazzari

     

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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