Brutta avventura per una casellese

A passeggio con la bimba, attaccata da un cane pastore maremmano

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Foto di repertorio

Brutta avventura per la casellese Roberta Pidello, e per la sua bimba di sei anni. Un tranquillo week end trascorso in una frazione di Venaus, nella valle del Moncenisio, ha rischiato di volgere in tragedia.

Nella tarda mattinata di domenica 20 giugno, approfittando della bella giornata di sole, Roberta si è incamminata con la bimba per la strada, asfaltata, che conduce all’abitazione di uno zio. Lungo il tragitto, improvvisamente, da un gregge che pascolava a centinaia di metri di distanza sono sbucati due grossi cani maremmani, con fare aggressivo.

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Cosa è poi successo, ce lo racconta per telefono il papà di Roberta, Dario Pidello, con la voce ancora scossa per l’emozione (e la rabbia) su quanto capitato, e soprattutto per quanto di ben più drammatico avrebbe potuto succedere:

“Mia figlia ha avuto appena il tempo di prendere in braccio la bambina, quando uno dei due cani ha attaccato, azzannandola al polpaccio. Mia figlia è rimasta impietrita. Purtroppo, in quel momento per la strada, di solito battuta da turisti ed escursionisti con la mountain bike, non c’era nessuno a cui chiedere aiuto. I due cani dopo l’assalto si sono allontanati. E a mia figlia, con la bimba terrorizzata in braccio e la gamba sanguinante, non è restato altro che farsi il resto della strada in salita fino a raggiungere la casa dello zio. Da lì è stata poi accompagnata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa, dove le hanno dato quattro punti di sutura. Una morsicatura non da poco, anche perché accompagnata da diversi ematomi, perché quei cani sono animali da combattimento, addestrati per respingere l’assalto dei lupi”.

Chiediamo a Dario da dove venivano quei cani.

“Già il giorno prima, il sabato, mia figlia aveva incrociato il gregge di pecore, guidato dal pastore e sorvegliato da cinque cani, due da pastore e tre maremmani; fra quelli i due che poi hanno assalito Roberta e mia nipote. Come dicevo prima, quelli sono cani da combattimento, non sono i tradizionali cani pastore che gestiscono il gregge. La cosa paradossale, è che l’acquisto di quegli animali è finanziato dalla Regione Piemonte, come misura di sostegno alla pastorizia, danneggiata dalla reintroduzione dei lupi nelle nostre vallate. Quindi da una parte vogliamo di nuovo i lupi (per motivi ecologici, per carità). Poi per difendere le pecore dai lupi ci mettiamo in casa degli animali pericolosi. Mah. Comunque, dopo quanto accaduto ho parlato al telefono col sindaco di Venaus, perché si attivi per prendere provvedimenti perché quanto accaduto, su una strada pubblica, non si ripeta. E non è una giustificazione il fatto che quei cani siano certificati ed assicurati. Se succede una disgrazia, l’assicurazione non è una grande consolazione”.

Salutiamo Dario Pidello con una battuta sulla legge del contrappasso, che l’ha colpito, visto l’argomento dell’articolo scritto su Cose Nostre del mese scorso, sul ricordo dello scomparso Ciabot in Via del Lupo.

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