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sabato, Giugno 21, 2025

    Paolo Gonella, esattore e benefattore

    Un nobile casellese del Settecento, fu il fondatore della Congregazione di Carità

    La cappella dei Gonella nella chiesa di Santa Maria

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    Piuttosto singolare la storia di Paolo Gonella, un casellese del Settecento, figlio del fondatore della Zecca ducale di Torino. Nacque a Perletto, in quel di Cuneo, e studiò a Torino. Paolo Gonella, duca di Perletto, divenne cittadino di Caselle quando si unì in matrimonio con Angela Maria Vanicola, figlia di Alessandro, proprietario della cartiera al Caldano e ricco possidente in regione Fontanamour, tra la Carignana e il Caldano, e presso il Lavoresco, esattamente della Cascina Vanicola situata in regione Ranchiana, con 43 giornate di terra, che Colombatto cita ne Le Cascine a Caselle nel XVIII secolo.
    Gonella stabilì la sua abitazione in un palazzo nel centro storico, proprio nella via che oggi è dedicata al suo nome e che porta il numero civico 28. Inizia da via Martiri e va finire in via Guibert.
    Sappiamo – grazie anche alle note di storia locale di Ferdinando Miniotti e Clemente Novero – che Gonella fu abile nel mondo degli affari e che si distinse in varie occasioni, e anche per questo motivo chiese e ottenne l’incarico di reggere l’esattoria, funzione questa che tenne per trent’anni, dal 4 settembre del 1701 all’11 giugno del 1730.
    Chiaramente in questo ufficio Paolo Gonella ebbe modo di avere il polso della situazione non solo casellese ma della zona, mettendolo così in grado di intervenire per risolvere nei limiti del possibile i problemi della comunità locale. Anche per questo godeva la fiducia e la stima dei cittadini, insomma ben presto Gonella divenne il signore e padrone di Caselle. Un fatto che lo riguarda è quanto mai significativo dell’importanza di questo personaggio: allorché l’amministrazione comunale venne a trovarsi in strettezze finanziarie particolari, a motivo delle pendenze in corso per l’acquisto della Casa di Piazza, e il progetto del suo adattamento alle esigenze della Comunità – in pratica si trattava di creare un municipio – ebbene Paolo Gonella venne incontro a questa necessità del Comune mettendo a disposizione il suo capitale. Gesto, questo, che gli valse un titolo nobiliare perpetuo, ma fino ad un certo punto disinteressato perché egli volle in cambio la carica di Rettore di Caselle col diritto di nominare i sindaci del paese.
    Ma di questo diritto tutt’altro che democratico Paolo Gonella venne privato dopo la liberazione del Piemonte dai Francesi, svincolando così il Comune da ogni obbligo in proposito: senza contare che la ripresa economica con l’industria della seta e della carta facilitò il trapasso dalla dipendenza finanziaria di privati. Tant’è che il Comune restituì i soldi che aveva avuto in prestito da Gonella e questi girò la somma per la ricostruzione nella chiesa di Santa Maria, destinando la bellissima Cappella del Crocefisso, gioiello di arte barocca datato 1718, a sepolcreto della propria famiglia. La cappella è opera dei Mastri Borrione di Graglia e si trova entrando in chiesa, subito a destra, nell’area del vecchio cimitero.
    Nel 1717, all’invito di Vittorio Amedeo II per l’ordinamento delle opere di beneficenza in un’unica amministrazione, il nobile Paolo Gonella accettò l’incarico di fondatore e primo presidente della Congregazione di Carità di Caselle. Fondazione che aveva l’appoggio e la collaborazione di don Domenico Bugella, parroco della chiesa di S. Maria fra il 1699 e il 1736.
    Con questo ruolo – che in quel tempo assumeva un’enorme importanza dato che mancava ogni tipo di assistenza sociale da parte dello stato – Paolo Gonella ebbe così la possibilità di entrare in contatto con tutte le personalità e le organizzazioni della zona, fatto ovunque segno di ammirazione per la sua concreta generosità. A tutte queste donò generosamente il suo servizio ricordandole nel suo testamento del 15 dicembre del 1731, che favorì in modo particolare l’opera dell’Ospedale e della Congregazione della Beata Vergine della Cintura.
    Tra l’altro esiste un documento datato 1734 riguardante Paolo Gonella dove espone che gli si conceda il diritto di raccolta degli stracci per produrre la carta. Esattamente questo manifesto scrive quanto segue: «Autore: Anonimo Titolo: Illustriss. & Eccellentiss. espone Paolo Gonella di Caselle tener e posseder sovra le fini di detto luogo due edifici di carta a’ quali resta assegnata la colletta della strazza nella città, terre… Luogo di stampa: Torino Editore: Valetta Anno: 1724 Condizioni: leggere attentamente la descrizione nella scheda Manifesto  (cm 30,5 x 38,5). Qualche mancanza della carta al margine inferiore in corrispondenza della piegatura del bordino inferiore. Bordo superiore irregolare (seppur non rifilato). Stemma xilografato. Manifesto che risponde alla supplica di Paolo Gonella che concedi a questi il solo diritto di raccolta delle strazze (stracci) ai fini della produzione di carta.
    Sono elencati i luoghi in cui Gonella può esercitare il diritto di raccolta: Mathi, Ciriè, Caselle, Rivarolo, Leinì, Vigone, Ozegna, Oglianico e molti altri».
    Che dire per concludere, di certo Paolo Gonella fu uno dei precursori del Reddito di cittadinanza, e questo anche perché allora il nostro Stato preunitario aveva una piccola dimensione e pochi soldi, infatti si trattava del Regno di Sardegna, e si sa che la Sardegna è una terra splendida ma povera, tant’è che i Savoia e dintorni vivevano a Torino.
    La città di Caselle a Paolo Gonella, figlio nobile e generoso, ha dedicato una lapide sotto i portici del municipio e intitolato una delle vie principali del centro storico.

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    Gianni Rigodanza
    Gianni Rigodanza
    Gianni Rigodanza è un giornalista e scrittore. Maestro del lavoro, Casellese dell’Anno, premio regionale di giornalismo; tra i fondatori, redattore e direttore di Cose Nostre per 32 anni. Finalista del 3°concorso letterario Marello. Autore di diversi libri di storia locale. Ha scritto per il Risveglio, Oltre e Canavèis.

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