L’estate sta finendo

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È fra le stagioni quella con più aspettative, con un gigantesco spostamento di persone: per riposo, divertimento, riunioni di famiglie e amici, con conseguenti disagi su strade, mezzi pubblici, nei locali. Le molte aspettative spesso vengono disattese: si rientra con le tasche vuote, visto che è il periodo più caro in assoluto, a volte insoddisfatti, con intenzioni bellicose: “Prossimo anno cambio periodo”, pur sapendo che è cosa improbabile.

Per abitudine e un po’ per carattere vivo spesso in modalità “Sabato del villaggio”, quindi l’attesa è la parte più coinvolgente e adrenalinica. Da leopardiana convinta, il pensiero mai sopito è quello dominante de il “Sabato del Villaggio” dove “il piacere è l’attesa della festa”.

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Poi tutto finisce e sempre la leopardiana memoria porta al “la fine della festa tramuta il piacere in delusione” ma non sempre, ovviamente e fortunatamente.

Preferisco le stagioni intermedie: i colori che vanno verso l’autunno, o le fioriture che accompagnano la primavera, le temperature più miti e quella brezza leggera che ci permette di godere le giornate nel loro intero, a differenza di luglio e agosto con certe temperature tropicali intervallate da temporali altrettanto tropicali senza preavviso alcuno.

I periodi migliori sono altri per vivere il mare, la montagna, le città d’arte, i laghi e molti paesi stranieri, vicini e lontani (anche se in questo momento è difficile prenotare un fine settimana appena dopo il confine di Ventimiglia o Vipiteno perchè le regole non sono chiare e soprattutto sono mutevoli).

È il secondo anno consecutivo in cui si ha l’impressione che qualcosa ci è concesso ma poi bruscamente finirà.
La nostra estate sta finendo, ci potremo ancora concedere qualche breve parentesi, dipenderà dal colore che avremo saputo meritarci, da una serie di altri problemi che senza preavviso ci obbligano a volte a modificare velocemente il nostro modus vivendi,

Qui mi vengono alla memoria le volte in cui ho invidiato, in senso buono, i colleghi e gli amici che andavano in pensione e avrebbero avuto la libertà di essere in ferie tutto l’anno…. Vero, sulla carta, falso in quanto l’età porta con se molte incognite e variabili con una certezza: la nostra valigetta, quella che arriva con la cicogna, con gli anni si svuota di alcune piacevoli cose di gioventù e si appesantisce con i fardelli dell’età.

Sempre seguendo la memoria leopardiana, in questo caso triste e pessimista de “La sera del dì di festa”: “mi si stringe il cuore a pensar come tutto al mondo passa e quasi orma non lascia” le nostre orme devono avere la leggerezza di un cammino condiviso, di un vecchio film rivisto con animo diverso da allora, del ritrovare persone che pensavamo perdute e riallacciare le trame interrotte trovando il coraggio e l’umiltà di riconoscere propri errori.

In periodi in cui è permesso poco al di là dei sogni, o per essere attuali, qualche prenotazione – comprensiva rigorosamente di cancellazione (ho perso il conto di quante ne ho fatte) – l’estate sta finendo è solo un pensiero… atmosferico. La nostra estate, quando c’è, va goduta giorno per giorno, cose se fosse l’ultimo; i sogni, piccoli e grandi, meritano di essere vissuti, attraverso di essi diamo un senso alla vita, soprattutto quando le candeline da spegnere sono superiori al fiato disponibile.

È un sogno realizzato: è come l’estate che non finisce mai.

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Giuliana Vormola
Nata a Ciriè il 20/11/1955 Giornalista pubblicista inizia a scrivere su Cose Nostre e altri giornali locali da inizio anni 90 su temi legati all'ambiente. L'interesse e la passione per la botanica sono il motivo conduttore principale dei suoi scritti e delle sue attività. Con l'Associazione Vivere il Verde inizia la manutenzione del giardino del vecchio Baulino a Caselle, durata 20 anni, coinvolgendo la scuola primaria locale. L'attività editoriale collegata ha permesso la partecipazione al circuito Gran Tour del comune di Torino e la collaborazione con Gardenia. "Emozioni saperi sapori..... " è un progetto che sta prendendo forma sul web e sui social: partendo dalle "verdi" emozioni si arriva in cucina con i saperi della tradizione per esprimere i sapori che ne derivano.

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