Chi siamo, Non avete letto? Siamo otto fratellini, ci sono io che sono il più grande e ho otto anni. Sono già grande, sapete. Poi c’è il più piccolo che ha solo un anno e mezzo.
Come ci chiamiamo? A cosa serve, ormai. Tanto un nome vale l’altro; sia dove ci troviamo ora, sia in Afghanistan.
Visto che ci siamo, fate così: chiamateci morti di fame. Perché di questo siamo morti: di fame. Davvero, letteralmente.
Voi dite: come è possibile che otto ragazzini siano morti di fame e nessuno li abbia aiutati? Scusate, siete proprio duri di testa. Si vede che non conoscete l’Afghanistan di oggi, in verità neanche quello di ieri.
È stato tutto semplice, siamo rimasti soli, senza nessuno, senza cibo e siamo morti di fame.
I nostri genitori? Sì, certo ce li abbiamo. Ma ad un certo punto non li abbiamo più visti. Probabilmente sono morti: uccisi. Chi li ha uccisi e perché? Boh, in Afghanistan, con i talebani basta un motivo futile e pam,pam, ti fanno fuori.
Volete sapere se ci sono dei vicini e perché non ci hanno dato da mangiare? Certo che ci sono. Il poco cibo che hanno non basta nemmeno a loro. I genitori spesso non mangiano per far mangiare i loro figli: quando c’è.
Ci siamo stretti uno all’altro, sperando che qualcuno si accorgesse di noi, anche per difenderci dal freddo. Siamo rimasti così: uno stretto all’altro. Il primo a chiudere gli occhi è stato il più piccolo. Senza piangere mi ha guardato con i suoi occhi grandi e azzurri, era un saluto, e via.
Voi dite che io a otto anni avrei potuto fare qualcosa, ma cosa? Noi ragazzi dell’Afghanistan non siamo come i vostri che sono ben nutriti. Abbiamo sempre patito privazioni e umiliazioni. Un ragazzo di otto anni ne dimostra cinque rispetto a uno dei vostri.
Mio papà mi diceva che è sempre stato così. Siamo sempre stato un popolo diviso, umiliato e sfruttato. Le nostre risorse hanno sempre fatto gola a tutti.
Tutti quelli che sono stati qui hanno fatto tutti la stessa cosa: prima l’Unione Sovietica, poi voi occidentali, poi i talebani, il Pakistan, ora sarà la volta della Cina. Tutti hanno in testa i loro interessi.
Noi siamo solo gli ultimi di una lunga catena di morti.
Altri ne seguiranno: a breve.
Eppure basterebbero i soldi che occorrono per comprare un paio dei vostri F35.
Noi vi accusiamo.
Vittorio Mosca
Noi vi accusiamo
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