Sabato 25 gennaio 2020 era un sabato qualsiasi, o quasi….
Sfidando il freddo alle 7 del mattino eravamo in piazza Boschiassi per affrontare la nostra ennesima giornata dedicata alla raccolta fondi per A.I.R.C. (Associazione italiana per la ricerca sul cancro). Al termine delle scorte di reticelle di arance, miele e marmellate, ci lasciammo con il solito saluto: – Appuntamento alla seconda domenica di maggio per “l’azalea della ricerca” . –
Così non fu, da lì a pochi giorni una pandemia che ancora non aveva i tratti così catastrofici avrebbe interrotto o meglio bloccato le nostre vite, col tristemente noto lockdown.
Sabato 29 gennaio, due anni dopo, riproveremo a ricominciare. I presupposti sono ogni giorno più cupi e minacciosi, la pandemia, il virus Covid- 19, con nuove varianti, è ritornato con forza alla ribalta, colpisce ogni fascia di età e non solo soggetti fragili.
La differenza dalla scorso anno la fa il vaccino.
“Era il 27 dicembre 2020. Accompagnata da straordinarie misure di sicurezza e dall’attesa di un Paese alle prese con una pandemia devastante iniziava in Italia la campagna di vaccinazione. – Fu la luce in fondo al tunnel -, ricordano i protagonisti”.
Purtroppo le malattie oncologiche oltre ad altre malattie croniche hanno subito la stretta degli ospedali costretti a dedicare interi reparti al Covid -19, oltre al timore di alcuni a recarsi negli ospedale per curarsi per evitare un ambiente altamente pericoloso.
“Nel periodo marzo-giugno 2020, durante la fase acuta dell’epidemia, nonostante smentite e rassicurazioni, le strutture di oncologia e di onco-ematologia cominciarono progressivamente ad essere ridimensionate e dovettero riprogrammare tutte le attività cliniche considerate non urgenti, come strategia protettiva nei confronti dei malati per ridurre i rischi di contagio. Si sono verificati ritardi e rinvii di interventi chirurgici per tumore e delle visite per una prima diagnosi, un differimento o cancellazione dei trattamenti, una riduzione delle visite di controllo dei pazienti nonché un rallentamento dei programmi di screening oncologici” (fonte web).
Molti pazienti si sentirono completamente abbandonati.
Ecco perché è importante ricominciare, anche per sensibilizzare su un argomento che è una vera e propria emergenza, una malattia che trascina con sé e stravolge le vite dei pazienti ma anche quelle delle loro famiglie: si ha una data di inizio, la diagnosi, terribile, ma mai la fine; il percorso è devastante, nei casi più fortunati si risolve con “per adesso va meglio ma mai abbassare la guardia”… controlli periodici, esami clinici spesso molto invasivi. Spesso non si risolve e il periodo terminale è un percorso pieno di ostacoli e incognite.
Dati questi presupposti vi invitiamo ad aderire con generosità e numerosi come in passato, con qualche cautela in più. In primis con l’uso della mascherina, correttamente indossata, poi con il distanziamento, e questo sarà nostra cura crearlo. Se sarete impossibilitati a uscire quel giorno, comunicatecelo: provvederemo a farvi avere quanto richiedete.
In caso di maltempo saremo sotto i portici di Palazzo Mosca.
Grazie in anticipo!