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mercoledì, Febbraio 19, 2025

    Tuo figlio lo vaccini?

    Sono quasi due anni che l’argomento Covid riempie i nostri discorsi, il mondo pare essere diviso in VAX e NO VAX. Da pochi giorni è possibile far vaccinare anche i bambini, e questo, se per molti genitori è fonte di sollievo, per altri è un motivo in più per andare in crisi.

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    Nell’ultimo mese hanno messo moltissime classi in quarantena: da statistica, è stato più probabile in dicembre avere il figlio in quarantena anziché a scuola! Anche a me è capitato…

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    Il 13 dicembre mi arriva la tanto temuta telefonata, un numero di cellulare che non conosco, mi chiama alle 11.35. È la maestra che utilizzando il cellulare personale mi avverte di andare a prendere mia figlia, a scopo preventivo. La compagna ammalata è dal 6 dicembre che non frequenta, ma solo in mattinata si è saputo dell’esito del suo tampone. Mi avvisa che, data l’ora, posso far rimanere la bambina per il pranzo, che sarebbe stato portato entro 10 minuti, tanto cambia poco… Alle 12.20 mi presento fuori da scuola e incontro altre mamme che non avendo informazioni come me, cercano di indovinare sul da farsi: “faranno fare il tampone” , “siamo in quarantena?”, “chi ci farà sapere qualcosa?”, “dai nonni ci posso andare?”. Alle 12.30 porto a casa mia figlia, ed iniziano i giorni di attesa. La chat dei genitori è intasata di messaggi che purtroppo non fanno che aumentare la confusione. Dalle notizie che girano sembrerebbe che per il 15 oppure il 16 dicembre i bambini saranno chiamati per il tampone.

    Intanto, dal 15 dicembre viene attivata la DAD. Le maestre sono eccezionali, rassicurano i bambini ma purtroppo fanno promesse che non possono mantenere: “Vedrete che domani andremo tutti insieme a fare il tampone, venerdì ci vediamo a scuola!”. Ma non è stato così, dall’ASL non arrivano comunicazioni di alcun tipo, neppure che siamo in quarantena, non si è capito quale ingranaggio della burocrazia non abbia funzionato.

    Passano i giorni. Arriva per noi il momento dell’appuntamento per fare il vaccino a nostra figlia. Siamo i primi tra tutti i compagni e tra tutti gli amici a far vaccinare un bambino. Perciò siamo considerati delle cavie, tutti molto curiosi per la nostra situazione: cosa succederà? La bambina starà male? Patirà? In realtà per noi, molto convinti, la problematica è un’altra: non abbiamo avuto comunicazioni dall’Asl, non siamo neppure ufficialmente in quarantena, non abbiamo fatto il tampone: possiamo portare nostra figlia in ospedale per fare il vaccino? Iniziamo disperatamente a cercare informazioni, ma con scarsi risultati. Chiamo il numero verde dedicato, moltissime volte, ma è sempre occupato, oppure mentre sono in attesa cade la comunicazione. Scrivo una e-mail all’Asl, ricevo la risposta automatica che conferma che la mia richiesta è stata presa in carico, poi nulla più. Così chiamo la pediatra, lei è disponibile, mi spiega che per accedere al vaccino dovrei prima fare un tampone alla bambina, almeno in farmacia, e riconosce che la nostra situazione è davvero paradossale! Peccato che nessuna farmacia della zona ha disponibili appuntamenti per il tampone… così decidiamo di presentarci comunque il giorno dell’appuntamento con l’ansia di essere rimproverati e mandati via.

    È domenica mattina, arriviamo in ospedale, non ci rimproverano e non vogliono mandarci via, ma non sanno come risolvere rapidamente la questione. Troviamo la nostra pediatra in servizio che immediatamente si attiva. Ci chiede di prenotare in mattinata un tampone rapido, se possibile, nell’unica farmacia aperta in zona. Ma il telefono della farmacia è staccato. Sono scoraggiata, sto per andare a comunicare che ce ne andremo, ci prenoteremo per un successivo appuntamento. La pediatra riesce nel frattempo a farsi mandare dalla pediatria dell’ospedale un tampone rapido, lì ce ne sono ancora di disponibili: l’esito del tampone è negativo e si può procedere con la vaccinazione. Mia figlia è felice e regala allo staff il suo disegno, che allego all’articolo. Rappresenta sé stessa che sta per fare il vaccino, accompagnata dai genitori. Lei ringrazia sempre con un disegno. Così, il 19 dicembre, grazie e quel tampone, finisce la quarantena per la bambina. Riceviamo tanti messaggi per sapere come sta, è la prima tra i conoscenti ad avere fatto il vaccino, percepisco che siano molti ad essere sospettosi.

    La scuola però non può ancora iniziare, perché i suoi compagni e le maestre non sono riusciti ad accedere al tampone. Solo allo scadere del 14esimo giorno dal contatto con la compagna positiva, il 20 dicembre, nel tardo pomeriggio, arriva la tanto attesa comunicazione. La tensione si placa, la vita può tornare normale! I bimbi rientrano a scuola per gli ultimi tre giorni prima delle vacanze, gioiosi. Tutti, tranne la bimba che era malata perché, pur avendo l’ultimo tampone negativo del 22 dicembre, il Sisp non ha ancora inviato la documentazione alla scuola: per lei la tombolata dell’ultimo giorno è in DAD, ma è fortunata, vince il primo premio!

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