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giovedì, Aprile 24, 2025

    Un ospizio per l’Imperatore

     

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    P. Bagetti, L’Artiglieria francese nei pressi del forte di Bard

    Nel 2021 si è celebrato il bicentenario della morte – a Sant’ Elena – di Napoleone Bonaparte, “il piccolo caporale corso”: imperatore dei Francesi, console a vita, re d’ Italia, Napoleone che nel 1800 sconfigge gli austriaci a Marengo. Passando da Bard. Ma per giungere a Bard quale strada ha percorso un esercito composto da 40.000 uomini, 41 pezzi d’artiglieria, 3000 cavalli?
    Dalla Svizzera, la via del Gran San Bernardo, antico valico di penetrazione verso l’ Occidente fin dal III millennio a.C.; transitarono qui imperatori e consoli romani, legioni ed eserciti, Carlo Magno nel 775, il Barbarossa nel 1174; Napoleone infine con una marcia forzata durata meno di 20 giorni nel maggio 1800.
    Un Ospizio al Gran San Bernardo viene citato nel 1050 ma gli attuali edifici sono datati 1821; la barocca chiesa accoglie i resti di Santa Faustina che l’epigrafe definisce “dulcis anima”. Numerosi artisti – incisori in particolare – raffigurano il complesso del Gran San Bernardo, ora isolato, ora percorso dalle truppe napoleoniche; anche i cani – che salvano i viandanti – debbono avere il proprio riconoscimento per cui Gustave Dorè ( 1832 – 1883 ) realizza la litografia “Les chiens du mont S.t Bernard” con una decina di animali che fuoriescono da una baracca sulla cui soglia sta un monaco munito di lanterna; è invece Edwin Landseer a raffigurare due cagnoloni accanto al corpo di un giovane che pare privo di sensi.
    In due diverse occasioni J. M. William Turner ( 1775 – 1851 ) raffigura il “The Hospice, Great S.t Bernard” ora il lago, ora riprendendo i monti giganteschi che proteggono la costruzione dell’Ospizio.
    William Barlett, nella propria incisione in acciaio, proietta la grandiosa costruzione contro la montagna ponendo in primo piano il lago, i cani nuovamente, una solitaria figura.
    Il 20 maggio 1800 “L’armée francaise au bourg de Saint Pierre traverse le Grand Saint Bernard”: Charles Thevenin dispiega uomini disposti in bell’ordine e artiglierie lungo un sinuoso percorso, mentre Pietro Bagetti ( 1764 – 1831 ) disegna un minuscolo esercito che costeggia il lago: la nebbia montana cela il complesso di costruzioni che attendono l’imperatore e l’armèe, che il giorno successivo ( 21 maggio 1800 ), al fine di penetrare nella valle d’ Aosta, transita fra gole brulle, precipizi, enormi massi persi nella foschia.
    Anche Carles Vernet, “il 30 floreal, an 8” raffigura il “Passage du Mont S.t Bernard”: l’acquaforte crea una quinta di cime aguzze alternate a un monte tondeggiante ed alberi che accolgono uomini e cavalli in lenta marcia come se si trattasse di una parata.
    Ma il viaggio continua toccando Bard, il forte che l’editto napoleonico il 23 Giugno 1800 ordina di smantellare: una sorta di vendetta nei confronti di un complesso che si era reso inespugnabile. Interessante quindi l’incisione, nuovamente del Bagetti, “Passage de l’Artillerie francaise sous le fort de Bard” poichè raffigura un susseguirsi di arcate che salgono verso il forte, il poderoso complesso difensivo sorto per sbarrare la valle che vediamo dominante anche nel foglio del Theatrum Sabaudiae e indicato con il nome di Bardo.
    Talvolta gli imperatori riposano. Nell’importante pubblicazione “Voyageurs etrangers en Vallee d’Aoste” leggiamo:
    “Les deux divisions d’Avant-garde défilaient en ce
    moment, et les soldats pour ne pas interrompre le
    sommeil du premier Consul, marchèrent avec precaution.”
    Napoleone riposa su di un prato, appoggiato a una rupe mentre un ufficiale invita “à le plus profonde silense”.
    Altri incisori e pittori s’ispirano a questo faticoso viaggio attraverso monti e pianure, fiumi e acquitrini; due di essi raffigurano invece rispettivamente la visita all’ospedale del San Bernardo ( Charles J. Lebel ) in un affollato foglio grafico e il “Salon des Etrangers, 7450 pieds au dessus de la mer”: un luminoso salone dal soffitto cassettonato con dame, cavalieri e fantesche che Samuel Frey “fotografa” nel 1840.
    Lasciato Bard, il viaggio sarà ancora lungo per uno statista che considera la politica quale “calcolo di combinazioni e possibilità” e che morirà “tragicamente solo”. Un uomo che aveva pronunciato – convinto come sempre – una frase celebre: se dominiamo per sei ore la Manica saremo padroni del mondo.
    L’anno successivo si combatte la battaglia di Trafalgar che assicura all’Inghilterra il dominio del mare.

     

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