Il Medico di Famiglia rappresenta la prima porta di accesso di ognuno di noi al Sistema Sanitario Nazionale.
Oggi sempre più purtroppo tale figura sì deve occupare di problemi burocratici: registrazione dei casi Covid positivi, tracciamento contatti, disposizione quarantene ed isolamenti, prenotazione di tamponi, certificati di guarigione per poter generare un greenpass e certificati di malattia INPS, note AIFA, piani terapeutici, ripetizione di ricette croniche e così via…tutti compiti utili, ma che hanno poco a che fare con la Medicina e con la clinica.
I Medici di Famiglia hanno delle competenze mediche ad ampio spettro: non si occupano solo di un organo o di un apparato, ma del paziente per intero, anzi della famiglia per intero. Conoscono i propri assistiti ed affrontano con loro problematiche non solo inerenti la salute, ma anche sociali, psicologiche, familiari, lavorative ed economiche.
È proprio tale rapporto che si instaura con il medico a essere il perno che spinge il paziente a rivolgersi al proprio Medico di Famiglia non appena manifesta qualche sintomo potenzialmente pericoloso. Ed è ampiamente dimostrato che basta questo per dare un contributo significativo alla riduzione dei tassi di mortalità.
“Il medico che ti salva la vita” era il titolo di una copertina della rivista “Internazionale”. E può e deve essere davvero così.
Il successo non coincide infatti esclusivamente con una vittoria momentanea ed episodica come può essere quella conseguente ad un intervento chirurgico. Il successo è anche un processo che porta a dei benefici a lungo termine, ed è questo il segreto della Medicina Generale. L’impegno quotidiano nel visitare i propri assistiti, nel consigliare uno stile di vita sano, evitando a esempio il fumo e la sedentarietà, nel promuovere le corrette pratiche come le vaccinazioni e l’adesione ai programmi di screening. E ancora la gestione ed il monitoraggio delle terapie croniche ed al contempo l’evitare farmaci ed esami inutili se non a volte anche dannosi.
Potrebbe capitare a tutti nel corso della propria vita di avere una patologia cronica, una neoplasia, una sindrome ansiosa-depressiva, o una malattia rara che deve essere diagnosticata e trattata.
Il vostro medico può salvarvi la vita, ma è fondamentale un rapporto di reciproca fiducia. Questa pandemia lo ha dimostra come mai prima: i pazienti che seguono scrupolosamente le indicazioni del proprio Medico vivono meglio e di più. Basti pensare alla vaccinazione antiCovid. Chi non si fida del proprio medico e non si è vaccinato purtroppo ancora oggi continua a sviluppare una malattia anche grave e talvolta con conseguenze irreversibili.
Un buon medico non è pertanto colui che prescrive tutto ciò che piace al paziente, non è un bancomat di ricette, ma è colui che ha la capacità di negare le prescrizioni inutili ed al contempo di prendersi cura della salute cercando sempre il meglio per i propri assistiti.
Una raccomandazione però: ogni medico ha più di 1.500 assistiti, quindi contattiamo il proprio medico quando è davvero necessario e negli orari di lavoro. Come ha giustamente scritto un collega “quando si abusa di un servizio pubblico, quel servizio smette di funzionare bene e può diventare deficitario, in quanto quel servizio pubblico è sostenuto dal lavoro di donne e uomini, che non sono delle macchine che possono lavorare ininterrottamente per 17-18 ore al giorno. Quelle donne e quegli uomini si stancano, diventano poco lucidi e non riescono più ad essere performanti. Se quel servizio pubblico è la Medicina Generale, ovviamente sarà una medicina generale di pessima qualità, con il passare dei giorni con orari di lavoro che violano i più elementari diritti del lavoratore e rendono quei lavoratori sempre meno efficienti.” Il vostro medico pensa sempre al meglio per i propri assistiti, sicuro che anche i propri assistiti si comportino di conseguenza.
Viva i Medici di Famiglia!
Elogio del Medico di Famiglia
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