Una spremuta di…Chi le ha viste?

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No, non siamo su Rai 3 e non stiamo cercando persone scomparse… Siamo alla disperata ricerca di notizie che non ci sono più!
Sì, sto parlando di tutte quelle notizie che solo due anni fa imperversavano sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, che aprivano i TG, che furoreggiavano nei talk show di grido e che ora si sono vaporizzate.
Quali?
Se la memoria non è proprio il vostro forte cercherò di rinfrescarla con una brevissima lista riassuntiva :

1. guerra in siria
2. il terrorismo islamico (ISIS)
3. l’Afghanistan
4. la spazzatura e i cinghiali a Roma
5. gli sbarchi di immigrati
6. la Corea del Nord
7. la T.A.V.
8. la mafia

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E qui mi fermo per non inflazionare i vostri ricordi che forse stanno riaffiorando tra le nebbie di un passato molto recente.

Per carità, non ci vuole un master in giornalismo per comprendere che la drammatica pandemia di Covid19 ha obbligatoriamente messo in secondo piano gran parte dell’attualità politica, sociale e di cronaca, ma qualcosa non funziona, per nulla!

Se provaste a rispolverare le prime pagine dei quotidiani pubblicati prima del 2020, vi rendereste conto che l’attenzione dei lettori, le aspettative dei lettori, le ansie dei lettori, le paure dei lettori erano tutte focalizzate sui temi che vi ho appena elencato. Il mondo intero ruotava intorno a quelle realtà e l’aspetto inquietante è che quelle realtà non sono scomparse, non si sono volatilizzate.

In Siria, per esempio, nulla è cambiato, anzi, molto è peggiorato. Quasi il 50% degli ospedali non è completamente funzionante, oltre ad un terzo della popolazione non ha accesso all’acqua corrente, il 90% dei minori necessita di assistenza umanitaria e le donne e ragazze siriane subiscono quotidianamente violenza di genere… ma sui giornali? Nulla!

L’ISIS, invece, si sta leccando le ferite in Medioriente, è vero, ma intanto
Mali, Nigeria, Burkina Fasu, Niger, Ciad e  Somalia sono travolti dalle insurrezioni delle bandiere nere. Ma non è soltanto il Sahel ad affrontare l’avanzata dei mujaheddin, il fenomeno dello jihadismo sta infettando anche l’Africa centrale ed equatoriale, come dimostra la nascita delle province dello Stato Islamico nella Repubblica Democratica del Congo e in Mozambico. Paesi che, nessun analista, sino a pochi anni fa, avrebbe mai potuto immaginare potessero divenire delle roccaforti dell’insurrezione jihadista… ma i TG? Tacciono!

Mentre scrivo questo articolo un’esplosione nella provincia orientale di Nangarhar, in Afghanistan, ha causato la morte di almeno 9 bambini. E intanto  solo il 2% della popolazione afghana ha cibo per un’alimentazione sufficiente e le madri afghane vendono i propri figli, a Kabul, per 200 dollari… nella disperazione più totale. Ma l’Occidente? Ha altro per cui preoccuparsi e quindi… nessuna notizia.

Nel 2021 sono sbarcati in Italia 67.000 migranti, il doppio dell’anno precedente, rimarcando come l’emergenza dei ‘disperati’ che affidano la propria vita ai barconi della morte sia ancora drammaticamente attuale, ma in questi mesi, se si esclude qualche diatriba sul processo nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, Salvini, da Lampedusa a Bolzano tutto tace.

E il ‘simpatico’ dittatore della Corea del Nord? Imperversava su tutti i canali di politica estera con le sue minacce alla stabilità mondiale, alla pace universale… e ora? Riguarda caso, nuovamente in concomitanza con questo mio smanettare sulla tastiera, la Corea del Nord ha appena ‘sparato un proiettile’ non ben identificato nei cieli dell’estremo Oriente… ma niente, nulla può contro le nuove restrizioni del Governo e i Green Pass… anche i dittatori sono stati epurati.

Non parliamo poi dei cinghiali romani, letteralmente polverizzati (giornalisticamente) a seguito dell’insediamento del nuovo sindaco romano. Cancellati in un nano secondo! Poi, però, cercando sul Web, scopriamo che si paventa una possibile pandemia di peste suina ( e c’è poco da scherzare, anche se per ora non si trasmette agli umani) proprio per il proliferare dei sopracitati cinghiali per le vie della Capitale… toh!

In Val di Susa, intanto,  i manifestanti continuano imperterriti la loro personale lotta contro l’Alta Velocità, i lavori, di contro, proseguono, seppur lentamente (fine 2032…!?!), ma se si escludono testate minori e locali, la valle piemontese è tornata ad essere ridente e amena… o meglio… è stata eliminata dalle carte geografiche.

La mafia, poi, questo cancro italiano endemico, ha sempre preferito il basso profilo mediatico (esclusi alcuni mirati e abominevoli attentati…), ma ora la piovra nostrana sguazza in un mare di colpevole silenzio.

È vero, esiste il Web per mantenere aggiornata la nostra fame di informazione, ma non possiamo dimenticare che per molti i giornali, la radio e la televisione sono e restano i canali vitali per accedere alle notizie e queste non possono essere veicolate ad uso e consumo di chi le distribuisce. Non voglio credere che ci sia in tutto ciò una precisa volontà di censura o manipolazione, ma piuttosto di scarsa professionalità, spesso votata al puro sensazionalismo fine a se stesso, al giornalismo prono verso ciò che fa tendenza e non verso la narrazione della realtà.

L’informazione è libertà, non ci sarà mai libertà con un’informazione strabica che nasce dalla pancia e non dalla coscienza.

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1 commento

  1. Breve ma giusta analisi di un certo giornalismo che ,più che informare, corre dietro a quelle notizie che ritiene possono “interessare” la massa. Purtroppo è quasi sempre stato così: fatti che per qualche giorno occupano le prime pagine e poi cadono nell’oblio. E’ sempre stata una tattica per “pilotare” le maggioranze del popolo verso alcuni argomenti invece di altri. E’ pur vero che il livello culturale e intellettivo di chi si occupa di giornalismo è sempre più in calo; questo fenomeno viene appieno sfruttato dalle proprietà editoriali che aderiscono a schemi di potere politico, “suggerendo” ai loro giornalisti quali fatti seguire e come presentarli alle masse.

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