Con grande orgoglio e con molta emozione ho accettato la proposta di entrare nella squadra di editorialisti di “Cose nostre”. Per questo devo ringraziare il direttore, Elis Calegari, che vede nel sottoscritto un potenziale trait d’union tra l’online e il mondo digitale, fatto di social media e smartphone, e quello tradizionale (on land e non offline, per citare Oscar Farinetti) di chi il giornale lo acquista in edicola, lo sfoglia e ne annusa l’odore di carta e inchiostro tipografico.
Mi sembra corretto presentarmi, visto l’ingresso in una realtà attiva da cinquant’anni sul nostro territorio (Auguri, Cose Nostre!!).
Sono Luca Alberigo, ho 46 anni e mi occupo professionalmente di digital marketing. Sono un imprenditore, insegno Digital Strategy all’ITS-ICT del Piemonte e di recente ho pubblicato un libro con Golem Edizioni che tratta proprio di Digital Marketing.
Ah! Sono anche l’amministratore del gruppo Facebook “Caselle Torinese”, che conta più di 5000 utenti, in larga parte nostri concittadini. Sono certo che molti lettori sono anche iscritti al gruppo Facebook, ed ecco tornare il tema della cosiddetta omni-canalità di cui vorrei trattare nei miei contributi per il giornale.
E partendo proprio dal divario che si è creato tra il mondo digitale e quello analogico, ho cercato di elaborare una riflessione che possa in qualche modo essere interessante e utile per chi, come me, vive a Caselle, ma vede la distanza che separa in qualche modo e per certe tematiche Caselle Torinese dal “resto del mondo”.
Il titolo vuole portare l’attenzione su un dubbio che mi attanaglia da tempo: viviamo in una cittadina che è fuori dal mondo? È corretto sentir trattare continuamente le problematiche legate a buche nel manto stradale, dossi di rallentamento e obsolescenza di buona parte del patrimonio immobiliare pubblico, anziché chiedere (pretendere) di alzare l’asticelle, dare per scontata la soluzione di queste problematiche oggettive e pratiche, e spostare l’attenzione su temi “più alti”?
Caselle ha una forte tradizione agricola, che di per sé non è un male, ma che deve necessariamente portare tutti a fare una riflessione: nei prossimi anni, vogliamo continuare a rimanere ancorati a questa visione del nostro paese, o vogliamo iniziare a parlare del ruolo che Caselle potrebbe ricoprire, valorizzando la sua posizione e le infrastrutture attualmente presenti e di prossima attivazione?
La breve distanza che separerà il nostro paese dal Centro di Torino, potrebbe portare a Caselle nuove opportunità di crescita, innescando una spirale virtuosa collegata ai servizi e al terziario in generale. Al centro di questa riflessione pongo i giovani, laureati, startupper, liberi professionisti e giovani imprenditori che oggi affollano i vari toolbox, talent garden e che sognano un futuro prospero che nulla a ha che fare con le tematiche oggi poste al centro dei programmi elettorali locali.
Sia chiaro, non sto facendo riferimento alla solita retorica del “i giovani non hanno certezze, sono più poveri dei loro genitori e il futuro è un’incognita”. Questo è certamente vero in parte, ma è altrettanto vero che “i giovani” (per voler essere semplicistici e approssimativi) non sono rappresentati da un unico modello di cittadino.
Personalmente lavoro in un’azienda in cui l’età media è sotto i 30 anni. Insegno in corsi in cui ci sono ventenni che hanno ben chiaro cosa vogliono ottenere dalla vita, sfruttando gli strumenti che hanno oggi a disposizione. E se questi giovani non li vediamo a Caselle, non significa che non esistano, ma semmai che ce ne scordiamo nelle agende politiche, ostinandoci a ragionare per schemi che fanno riferimento a un tipo di società che in tutto o in parte non esiste più.
I “giovani” a Caselle vengono inseriti nei programmi elettorali solo per le tematiche dell’intrattenimento serale e notturno, o peggio ancora del vandalismo e della micro-criminalità, mentre ci sono ovunque iniziative istituzionali che si rivolgono a loro direttamente, offrendo spazi, formazione e opportunità per avviare aziende, startup, alternanza scuola-lavoro, carriere e sviluppare professionalità, in maniera credibile e in linea con la competitività di mercato.
È questa la riflessione che condivido su un giornale cartaceo alla prima opportunità che mi è stata concessa. Il mio è un appello, rivolto a chi domani prenderà in mano le redini dell’amministrazione cittadina. Pianifichiamo un futuro che non sia fatto di lamentele e soluzioni “taccone” pre-elettorali. Immaginiamo di voler dare opportunità a chi ha scelto di vivere a Caselle e a chi, perché no, domani potrebbe scegliere Caselle perché polo credibile di sostenibilità e opportunità.
Vi aspetto qui e online per avviare uno stimolante dibattito!
Luca Alberigo