Quando nel 1997 insieme a Marcello Baraghini, direttore di Stampa Alternativa, pubblicammo il libretto Bici&libertà nella collana Millelire, erano ancora in pochi ad interessarsi di “ciclocultura” e di mobilità sostenibile. Esistevano libri e associazioni che si interessavano di ciclismo sportivo, alcuni (pochi) dedicati al cicloturismo, ma quasi nient’altro. In breve si riteneva la bicicletta un ottimo strumento per praticare sport e stava nascendo l’idea di un turismo alternativo a misura d’uomo, ma non era ancora diffusa l’idea che la bicicletta potesse catalizzare intorno a sé autentici movimenti popolari. Nel 1992 a San Francisco si era svolta la prima critical mass, il raduno spontaneo di ciclisti urbani che si sarebbe poi propagato in tutto il mondo, ma il fenomeno, in quegli anni, non aveva ancora avuto risonanza ed era quasi del tutto sconosciuto. Poi le cose sono cambiate, un po’ a causa del peggioramento oggettivo della situazione ambientale e della mobilità urbana e un po’ grazie a internet, che ha permesso la nascita di movimenti e associazioni che prima faticavano a trovare un proprio spazio e una propria diffusione.
Fra le realtà più simpatiche e attive che si possono trovare oggi in rete ci sono senza dubbio le BGDB, le Black Girls do Bike, un’organizzazione no profit che ha sede a Verona (non quella italiana!) in Pennsylvania, ma con oltre 100 “chapters”, cioè diramazioni in altre città degli States, oltre che a Londra e nei Caraibi. I propositi dell’organizzazione sono ben sintetizzati in 3 efficacissime parole chiave: fellowship – fitness – freedom, ovvero compagnia, attività fisica, libertà.
L’interesse di Black Girls Do Bike, come viene spiegato nella presentazione dell’associazione, è quello di “far crescere e supportare una comunità di donne di colore che condividono la passione per il ciclismo. Sosteniamo gli sforzi diffondere la gioia del ciclismo a tutte le donne, ma soprattutto alle donne e alle ragazze di colore. Stiamo creando uno spazio piacevole in cui le cicliste possono supportare, consigliare, organizzare incontri/passeggiate e promuovere la condivisione delle abilità. Ci rallegriamo quando le donne scelgono la bicicletta come strumento di trasporto alternativo, cura di sé e, in definitiva, emancipazione. Cerchiamo di condividere immagini positive delle donne e delle loro biciclette per affermare che le ragazze nere vanno davvero in bicicletta! Incoraggiamo la promozione della bici, l’istruzione, il volontariato e la sicurezza in tutte le comunità e negli angoli del mondo.” Monica Garrison, la fondatrice, è convinta che il semplice atto di andare in bicicletta possa essere un catalizzatore per esperienze meravigliose in grado di cambiare la vita a donne di tutte le età. Crescere e sostenere una comunità di donne che condividono la passione per il ciclismo è la sua stella polare.
L’associazione è attivissima non solo in rete, ma anche sul territorio, con organizzazione di raduni ed eventi specifici nelle diverse città in cui è presente un punto di ritrovo BGDB.
Il sito ufficiale si trova all’indirizzo www.blackgirlsdobike.org , ma le BGDB sono presenti anche su Facebook, Instagram, Twitter e hanno un proprio canale su Youtube.
Black girls do bike, donne afroamericane in bicicletta
Dalla Pennsylvania un'organizzazione tutta femminile attiva e... simpatica
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