Ogni giorno una donna si alza e comincia la sua giornata organizzandosi, se un lavoro ce l’ha, per andare a lavorare. Se ha dei figli, comincia il circo dei sensi di colpa: “A chi li lasci?”… “Ma per il nido è piccolo, ma sei sicura?”… Se non ne ha, comincia il valzer dei: “Ma perché non fai figli?”
Di fondo c’è la cultura patriarcale che vuole la donna a casa per accudire la cucciolata e se quella donna lavora nello spazio tra le stelle allora scombussola gli animi e fa rumore. Se n’è parlato tanto da creare scalpore perché quello che fatto Samantha Cristoforetti rappresenta un’eccezione alla quale non ci siamo ancora abituati, in molti l’hanno criticata perché abbandonerà i suoi figli per cinque mesi.
Significa che c’è ancora molta polvere sotto il tappeto del pregiudizio e della superiorità maschile.
“Ragazze, quando vi dicono che dovete scegliere tra carriera e famiglia mostrate loro questa foto, vale più di mille parole.” La foto in questione è quella di Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad andare nello spazio. In tuta da astronauta Samantha manda un bacio ai due figli, Kelsi Amel, cinque anni, e Dorian Lev, un anno, prima di partire per la sua seconda missione. Un primo passo nella storia delle donne perché, neanche fino a poco tempo fa, a una mamma non era permesso di lasciare i propri figli neanche per andare a lavorare. Figuriamoci per partire nello spazio!
L’immagine di AstroSamantha che saluta i figli con riservatezza e infinita dolcezza è un manifesto di dignità femminile e umana, scrive qualcuno sui social dove nelle ultime ore si è infiammato un dibattito che ci riporta indietro negli anni, perché la questione che interessa molti non riguarda solo la sua professione, l’impegno di una donna di 45 anni, due lauree, ingegneria meccanica a Monaco e ingegneria aeronautica a Napoli, che è stata anche capitano pilota di jet nell’Aeronautica Militare, parla sei lingue (compreso il cinese imparato in meno di un anno) ma… “Chi si occuperà dei figli per cinque mesi? Perché i suoi bambini sono piccoli e come reagiranno così tanto tempo senza di lei? “
Ma Samantha, straordinaria anche in questo, manda in orbita anche i pregiudizi sulle madri:“Ho la fortuna di avere un partner che ha sempre dimostrato di cavarsela molto bene in famiglia” e sa essere il punto di riferimento per i nostri due figli anche per lunghi periodi. Noi astronauti dobbiamo molto a che ci aiuta quando siamo lontani da casa in missione o in addestramento”, dice in un’intervista.
Insomma, a casa Cristoforetti mamma e papà si aiutano e dividono i compiti. Una cosa che riguarda o dovrebbe riguardare tutti noi e non solo le famiglie spaziali. Quando al suo collega Luca Parmitano, astronauta catanese dell’Esa che in una foto tiene in braccio la figlia maggiore di Samantha, viene chiesto:“C’e una immagine che la lega a Samantha?”, risponde: “Se qualcuno mi chiede com’è Samantha, l’immagine che mi viene in mente non è quella in tuta spaziale ma quella con i figli a casa sua, nel
contesto più familiare e più intimo, dove vedo la sua natura incredibilmente completa di
professionista di donna di madre di compagna”.
E allora buona missione Samantha, simbolo di parità ed emancipazione femminile, mentre le
polemiche restano miseramente sulla terra. Purtroppo
Ancora troppa polvere sotto il tappeto…
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