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martedì, Marzo 19, 2024

    Il volto pittorico di Balangero

    “Balangero in cornice – Un paese su tela” è un numero speciale de “I quaderni della Pianca”, pubblicazioni ideate nel 2010 dal Circolo di promozione culturale cittadino da cui traggono il nome.
    Attraverso le immagini contenute nel libro (testi di Cesarina ed Enrico Bo, prefazione di Gian Giorgio Massara) vengono confrontati dipinti, che ritraggono vedute del paese sito all’imbocco delle Valli di Lanzo, con fotografie attuali dei medesimi luoghi.
    Il libro, frutto di una ricerca svoltasi tanto tra i collezionisti privati quanto presso la Pinacoteca Albertina e i Musei Reali di Torino, si apre con la biografia di Carlo Bossoli (+1884) e con la presentazione della “Veduta di Balangero, chiesa di San Giuseppe”, un fantasioso paesaggio scaturito da appunti raccolti durante sopralluoghi nel borgo; sul valore documentario del dipinto, nonché su quello dell’opera mostrata nelle successive pagine, gli autori del testo intessono un’attenta disamina.
    I nodi fondamentali della vita di Enrico Gamba (+1883) conducono il lettore a osservare l’acquerello “Balangero”, una rappresentazione non molto dissimile dall’odierna zona rurale, mentre di Amedeo Ghesio Volpengo (+1889), allievo di Antonio Fontanesi, sono citate tre opere ivi realizzate e non reperite; l’interesse per i paesaggi agresti e montani fu altresì condiviso dagli artisti della canavesana Scuola di Rivara.
    Una ricerca nei depositi dell’Accademia Albertina ha riportato alla luce “Tramonto a Balangero”, a firma di Giuseppe Ferraudi (+1929), pittore apprezzato finanche dal re Vittorio Emanuele II: il monarca dimorava spesso in una villa del paese per dedicarsi alla caccia.
    Dello stesso autore si possono ammirare ulteriori tre “oli”, di cui uno, datato 1920, è esposto a Torino presso Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte.
    I legami matrimoniali fra le famiglie Ferraudi e Caglieri, legate a proprietà e a soggiorni nei territori balangeresi, aprono lo sguardo su taluni parenti, virtuosi della fotografia (Giacinto Caglieri) oppure della pittura, quali Pio (+1907)-“La balza”, Musei Reali- ed Eugenio Caglieri (+1931).
    I figli Carlo e Cecilia dell’artista e tipografo a cui furono conferiti i titoli di Cavaliere e di Ufficiale della Corona d’Italia, Antonio Masutti (+1895), che trascorrevano l’estate a Balangero, proseguirono onorevolmente la professione paterna.
    Altresì legati alla stessa zona geografica furono Oreste Pizio (+1938) -allievo di Giacomo Grosso e di Eugène Carrière e di cui alcuni dipinti sono conservati alla GAM- e Carlo Musso (+1968).
    Sergio Tappero Merlo (+2016), oltre a creare nature morte, paesaggi ed opere a carattere religioso, disegnò le vetrate della locale Chiesa della Consolata.
    Fra i pittori ancora in attività, Giancarlo Aleardo Gasparin –che ebbe quali Maestri Tappero Merlo, Mario Caffaro Rore e Gregorio Calvi di Bergolo- ha antenati originari di Balangero, località che ha frequentato per lungo tempo e di cui ha fissato più volte le atmosfere sulla tela; Bartolomeo Delpero invece, all’interno di un’intensa ed errante operosità, ha dipinto l’acquerello “Amiantifera di Balangero”.
    Infine, di Giorgio Cestari, autore che ha ricevuto svariati riconoscimenti, sono riprodotti uno “Scorcio del centro storico” e “La parrocchiale” del paese.
    Il quaderno cita dunque storiche associazioni artistiche balangeresi, i nomi di alcuni soci e dirigenti e si conclude con la bibliografia.
    Una ricerca in divenire, attraverso cui si spera che si potranno ritrovare ulteriori raffigurazioni di suggestivi scenari.

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