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Comune di Caselle Torinese
sabato, Dicembre 14, 2024

    In volo con Zoff

    Un incontro casuale in aereo con i futuri campioni dei Mondiali di Spagna

    Chi ci racconta questa storia è Giannino Turola, nostro concittadino casellese, attualmente pensionato. Riordinando a casa i cassetti, è saltata fuori una busta con vecchie foto, scattate a novembre 1981. Le foto hanno riacceso i ricordi di Giannino, che comincia a raccontare.

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    Panorama dello Yemen
    Nel cantiere della centrale elettrica

    “Nel 1981 avevo 33 anni e lavoravo per una ditta di impiantistica industriale di Torino, che operava in subappalto a grosse società come Ansaldo e GMT (Grandi Motori Torino). Queste società avevano grosse commesse all’estero. Una di queste commesse era relativa alla costruzione di una centrale elettrica, nello Yemen, vicino alla capitale Sanaa. La centrale elettrica da costruire era incentrata su quattro grossi motori navali.  Il compito affidato alla nostra ditta era quello di montare le tubisterie inerenti alla funzionalità dei motori, come asservimenti di combustibile, impianti di raffreddamento con collegamenti a scambiatore di calore e serbatoi di deposito gasolio e circuiti vari di pompe di ricircolo. Sul posto a lavorare c’era già una nostra squadra, ma, come spesso capita, il cantiere era in ritardo sui tempi previsti. Si era ai primi di novembre e per fine anno l’impianto doveva essere completato. Per recuperare il ritardo, il nostro titolare aveva deciso di inviare dall’Italia dei rinforzi, che erano poi il sottoscritto con il mio collega Nicola. Era la mia prima missione all’estero. Ed era anche il mio primo volo in aereo. Da Caselle a Roma Fiumicino, e poi il volo Roma-Tel Aviv. Ero ovviamente nello stesso tempo eccitato e preoccupato, per le tante novità di quell’esperienza. A Caselle salgo sull’aereo e occupo il posto a me destinato.

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    Giannino Turola con Dino Zoff

    Un incontro imprevisto. Nel posto di fianco al mio arriva a sedersi una figura nota: era Dino Zoff. Più o meno mio coetaneo, sapevo che lui è friulano. Io sono veneto. Ci è venuto quindi naturale attaccar bottone in dialetto. Lui mi ha chiesto dove andavo, e gli ho così raccontato dello scopo del mio viaggio. Lui era invece impegnato con la Nazionale italiana per le partite di qualificazione ai Mondiali (P.S. quelli di Spagna, che poi l’Italia con grande sorpresa avrebbe poi vinto, ma allora non sembrava proprio, anche perché la fase di qualificazione era stata tutt’altro che brillante). Dino fu con me molto cordiale, e mi regalò  una spilletta della Nazionale. Presi coraggio, e chiesi a Dino il permesso di scattare delle foto. Permesso accordato. Il collega Nicola che era con me, appassionato di fotografia, tirò fuori la macchina fotografica e fece gli scatti che qui vedete. Oltre che a Zoff, le foto furono scattate ad altri calciatori, di Juve e Toro, che andavano a Roma per la convocazione della Nazionale. Altre foto furono poi scattate al terminal di Fiumicino, dove le nostre strade poi si separarono.

    L’esperienza dello Yemen. Il viaggio per arrivare a destinazione fu lungo ma senza particolari imprevisti. Avevamo la nostra base logistica, con dormitori, cucine, servizi, nella periferia della capitale Sanaa, e ogni giorno un pulmino ci trasportava al cantiere, percorrendo un lunghissimo rettilineo nel deserto, e ci riportava la sera. Lungo il percorso erano frequenti i posti di blocco con gente armata di kalashnikov che fermava il pulmino e controllava i documenti. Di giorno la temperatura era sui 40 °, ma di notte scendeva moltissimo. Il venerdì pomeriggio era di riposo, e lo impiegavamo per comprare sigarette e ricordini, o far la coda alle cabine telefoniche, dove pochi minuti di chiamata internazionale costavano uno sproposito.

    Epilogo. Il nostro cantiere durò una cinquantina di giorni, perché rientrammo poi per le feste di Natale di quel 1981.
    A fine gennaio 1982 andai con mio figlio alla zona arrivi dell’aeroporto di Caselle ad aspettare la squadra della Juventus, di cui sono tifoso. Mi feci vedere da Zoff, che mi riconobbe e mi chiese come era andato il mio cantiere. Gli porsi le foto scattate a novembre e mi feci fare l’autografo”.
    Cinque mesi dopo, l’11 luglio 1982, grazie una memorabile finale contro la Germania, vinta 3 a 1, il capitano della squadra azzurra Dino Zoff  sollevò la Coppa del Mondo conquistata.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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