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martedì, Marzo 19, 2024

    L’attività delle Pro Loco, tra difficoltà e speranze

    Piazze Amiche
    Dedichiamo questo spazio della rubrica Piazze Amiche a una riflessione, sull’attività delle Pro Loco, che ci arriva dalla Sardegna, e precisamente dall’amico Pino Diana, presidente della Pro Loco di Terralba (OR), che abbiamo avuto il piacere di avere ospite qui a Caselle in occasione del recente 9° Incontro Nazionale dei Giornali di Pro Loco.

    L’attività delle Pro Loco, tra difficoltà e speranze
    di Pino Diana
    L’indiscusso ruolo esercitato dalle pro loco nella promozione turistica e nella valorizzazione delle risorse delle località di appartenenza, hanno stimolato le amministrazioni pubbliche ad adoperarsi per favorirne la nascita, la crescita e il funzionamento. Le stesse amministrazioni condividendo le iniziative portate avanti dai volontari, motivati al raggiungimento dello scopo dell’associazione, le hanno aiutate nel percorso di crescita affidando incarichi e disponendo contributi a loro favore. La loro diffusione a partire dagli anni ’50 è diventata pressoché capillare. In Italia attualmente sono circa 6300 su 7904 comuni, mentre in Sardegna le pro loco iscritte nel registro regionale sono 329 su 377 comuni. Da questa premessa sembrerebbe che tutto vada bene e che tutto funzioni alla perfezione. L’attuale realtà invece comincia a registrare una lenta ma continua perdita di associazioni che chiudono. Quelle che svolgono regolare attività in Sardegna sono circa 280, per cui almeno una cinquantina si sono perse per strada. Le cause, come si potrebbe pensare, non sono determinate solo dalle situazioni vissute in questi ultimi due anni di pandemia, ma derivano da cambiamenti in atto già da diverso tempo. Sono sempre di più le pro loco che non sono in grado di continuare la loro attività per indisponibilità di persone disposte ad occuparsene e che sarebbero necessarie per il naturale ricambio di quelle che escono per età o per stanchezza. Con la nascita del Terzo Settore le cose si sono ulteriormente complicate.  Farne parte è diventato necessario per non essere emarginate e considerate associazioni di serie B, ma ciò comporta un grande impegno dal punto di vista burocratico e organizzativo, e questo scoraggia parecchio.
    La pro loco di Terralba per ora non corre questo rischio, ma in un futuro non troppo lontano potrebbe trovarsi ad affrontare gli stessi problemi. Anche da noi sarebbe necessario un costante ringiovanimento della dirigenza e dei collaboratori, prima che si arrivi al punto di dover chiudere l’attività, come sta succedendo in molte altre realtà che conosco anche per il ruolo che svolgo all’interno dell’Unpli. Una possibile soluzione potrebbe ricercarsi nel tipo di attività da svolgere, privilegiando quelle che richiedono il coinvolgimento di un numero limitato di volontari. Ma anche per questo è necessario il ringiovanimento degli organici, per poter garantire continuità di azione.
    Nel corso dell’ultimo anno, nonostante le limitazioni imposte dall’adozione di misure di sicurezza sanitaria, la pro loco ha comunque proposto attività di intrattenimento e di spettacolo, realizzate nel rispetto di quelle norme. Commedie, concertini e rassegna di film durante l’estate, ma anche fuochi artificiali per la festa della Madonna di Bonaria e un bel programma durante il periodo natalizio, che comprendeva diverse proposte, dal teatrino di burattini ai concerti per archi e per fiati, e dal coro Gospel alla castagnata in piazza, per parlare solo delle più importanti.
    Di recente, sempre con la nostra rivista, abbiamo partecipato al 9° Incontro Nazionale dei Giornali Pro Loco, che si è svolto a Caselle Torinese, organizzato per celebrare il 50° anniversario di pubblicazione del loro mensile “Cose Nostre”.
    È stata una bellissima occasione di confronto tra chi si trova ad affrontare le stesse problematiche, e di incontro con i componenti delle redazioni dei giornali sparsi nelle diverse realtà della nostra penisola. Ma, guardarsi intorno e vedere che da tutta Italia le persone coinvolte nell’iniziativa sono quasi tutte persone non tanto giovani, significa che il ricambio generazionale è difficile anche in realtà diverse e lontane dalle nostre. Anche se partecipare alla realizzazione di un giornale dovrebbe attirare la curiosità, se non di tutti, dei tanti giovani che hanno fatto un percorso di studi attinenti a questa attività, ma nessuno mai si è presentato per chiedere di poter fare questa esperienza. Le associazioni negli ultimi settant’anni hanno svolto un ruolo sociale importantissimo. Dove non è arrivata l’organizzazione dello stato a fornire i servizi necessari, sono state le associazioni a coprire le carenze, dai servizi sanitari alla protezione civile, dallo sport alla cultura, in tutti i settori con migliaia e migliaia di volontari. La speranza è che tutto quello che è stato fatto sinora non venga disperso, perché ne deriverebbe un impoverimento a danno di tutti.

    Pino Diana, presidente della Pro Loco di Terralba (OR)

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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