Le avventure dell’anatra

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Piazze Amiche 

Anche per il numero di luglio di Piazze Amiche restiamo in Sardegna, per ospitare il racconto delle avventure di una strana anatra. Il pezzo è ripreso dalla rivista Terralba Ieri & Oggi, previa autorizzazione della rivista e dell’autore Mario Zucca, che abbiamo avuto il piacere di conoscere qui a Caselle in occasione del recente 9° Incontro Nazionale dei Giornali di Pro Loco.

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Le avventure dell’anatra

di Mario Zucca

Quel giovedì, 17 gennaio 2019, giornata di caccia, decisi di non allontanarmi troppo da casa per cui la meta prescelta furono le campagne di Solanas (CA) in prossimità della nota spiaggia di Geremeas, nella costa di Villasimius. La mia bracchetta Scira (sveglia) – tale di nome e di fatto – appena giunti sul posto immediatamente si mise sulla traccia di un cinghiale che evidentemente poco prima era transitato nelle vicinanze. Ben presto la cagnetta scomparve alla mia vista; starle dietro non era semplice visto che abbiamo “una certa età”, come dicono a Roma, ma nonostante ciò e seppure col fiatone riuscii a non perderla di vista o meglio di udito, dato che solo il campanellino mi indicava la sua posizione. All’improvviso, dietro un grande macchione di lentischio la sorpresa, grande e del tutto inaspettata: un’anatra e non un cinghiale come mi sarei aspettato. Enorme, lunga circa una decina di metri, alta oltre due, con sei zampe o meglio sei ruote, ferma, immobile chissà da quanto tempo.

Sì, avete capito bene: un’anatra molto speciale!

Tecnicamente un DUKW, mezzo anfibio americano, familiarmente chiamato dagli italiani “anatra” sia per la forma che come traduzione (non corretta…) del nome originale.

Studiato appositamente per trasferire carichi direttamente dalle navi (da sbarco) all’interno delle spiagge, venne usato nel corso della seconda guerra mondiale in tutti i teatri di guerra mondiali (Normandia, Iwo Jima, Okinawa) quindi anche nel Mediterraneo: in Sicilia, a Salerno e ad Anzio.

Fino ad allora gli sbarchi avvenivano con lunghi pontoni che collegavano la nave madre alla riva designata. Questo comportava tempi molto lunghi per il trasbordo di uomini e mezzi. Con l’arrivo dei DUKW, in dotazione alle navi da trasporto truppe, invece il collegamento con la terraferma avveniva in tempi decisamente ridotti.

Una volta approdato, il mezzo, con un particolare accorgimento che consisteva nel ridurre la pressione delle gomme in modo da avere una presa maggiore sulla sabbia, riusciva a raggiungere agevolmente l’entroterra dove, ristabilita la normale pressione, sempre in modalità automatica (era dotato di un serbatoio di aria compressa), poteva continuare la marcia verso il fronte di guerra.

A questo punto della storia il lettore si starà chiedendo: “ma il DUKW nelle campagne di Solanas come mai è finito lì? A chi apparteneva?  Chi l’aveva parcheggiato in quel punto? Un attimo di pazienza!

Il mezzo che mi si era parato dinanzi, del tutto fuori luogo in quel contesto, si trovava tutto sommato in discrete condizioni generali. Certo la ruggine aveva fatto breccia in molte parti della carrozzeria ma non in maniera tale da abradere il numero di matricola e la stella dell’esercito americano. Le gomme risultavano ancora in buone condizioni e parzialmente gonfie, insomma nonostante gli oltre 70 anni di vita l’anatra si conservava ancora discretamente.

Per rispondere ai quesiti, posso affermare con assoluta certezza che non c’è stato alcuno sbarco alleato nella costa di Geremeas, come invece ha teorizzato un mio amico fra il serio e il faceto. Mentre altre sono le conclusioni cui sono giunto dopo aver sentito una persona, rintracciata tramite Facebook, che conosceva la storia dell’enigmatico mezzo.

Come la cronaca recente insegna, vedi l’ultima evacuazione dall’Afghanistan, l’esercito americano non riporta mai indietro i mezzi utilizzati nelle operazioni di guerra e anche al termine dell’ultimo conflitto bellico venne osservata la stessa regola. La maggior parte di essi, almeno quelli funzionanti, vennero lasciati in dotazione all’Esercito Italiano e al Corpo dei Vigili del Fuoco.

Essi vennero impiegati anche a scopi civili fino agli anni “70 e risultarono molto utili nella terribile alluvione del Polesine del 14 novembre 1951, che fa ancora notizia nonostante i disastri alluvionali di più recente memoria.

I mezzi lasciati in dotazione ai Vigili del Fuoco vennero tutti riverniciati con la livrea biancorossa del Corpo mentre quelli dell’Esercito vennero lasciati con il verde militare originario appunto come quello del nostro DUKW. Questo è un particolare importante perché ci permette di risalire all’ultimo proprietario del veicolo: l’Esercito Italiano, anche se questa affermazione non è del tutto esatta.

Negli anni settanta, i miei coetanei ricorderanno, l’Esercito organizzava delle aste pubbliche dove venivano messi all’incanto i mezzi dismessi (motociclette Falcone della Guzzi, fuoristrada Campagnola FIAT) che non erano ritenuti più idonei alle esigenze militari, seppure ancora perfettamente funzionanti. I nuovi proprietari dovevano semplicemente reimmatricolare i veicoli alla motorizzazione civile per consentirne la libera circolazione. Nel corso di una di queste aste venne messa in vendita la nostra “anatra” che venne aggiudicata ad un imprenditore edile di Quartu, il quale probabilmente affascinato dalle possibilità offerte dal mezzo – muoversi sia in acqua che nella terraferma – o più semplicemente perché si trattava di un collezionista di cimeli bellici se lo aggiudicò per la stessa cifra di una comune Campagnola FIAT. Ovviamente l’acquisto risultò abbastanza azzardato a causa dell’ingombro e dell’impossibilità di circolare liberamente sia in mare che nella terraferma in quanto privo dell’omologazione da parte degli organi preposti.

Tra le tante avventure dell’anatra, una fu anche quella di essere stata trafugata da ignoti introdottisi nottetempo nel terreno dove era parcheggiata.

Evidentemente i ladri erano perfettamente a conoscenza sia dell’utilizzo del mezzo che delle sue prerogative, per cui si sospetta che un conoscente del proprietario fosse il basista del furto. Dopo una nottata a girovagare in lungo e in largo per le campagne circostanti, i ladri abbandonarono il veicolo probabilmente per esaurimento della benzina che, visti gli alti consumi (3 km /lt), non deve aver permesso lunghi percorsi.

Nonostante i miei tentativi non sono riuscito a capire se l’anfibio venne abbandonato, più di 40 anni fa, dove è attualmente e non sia stato mai ritrovato dal legittimo proprietario o se volutamente sia stato abbandonato da quest’ultimo perché ritenuto inutile ed ingombrante.

La risposta a questo interrogativo è seppellita col nostro originale imprenditore.

Oggi 9 gennaio 2022 sono tornato, sempre in compagnia della mia cagnetta, nella zona dove, oramai trascorsi tre anni, avevo lasciato il DUKW per fare altre foto da allegare al presente articolo. Dopo un’ora di cammino sono finalmente arrivato nel punto esatto dove stazionava il mezzo – e di questo sono sicuro perché un’antenna parabolica ed un muro di blocchetti in cemento ne indicavano la posizione precisa (vedi foto) – ma, sorpresa delle sorprese, l’anatra è sparita! Volatilizzata! Nel campo dove era parcheggiata soltanto un grande cerchio del diametro di una ventina di metri disegnato da grossi pneumatici, niente altro. Non immagino chi possa averla rimossa e per quale motivo. È proprio il caso di dirlo: le avventure della nostra anatra non finiscono mai!

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