Qual è il segreto della felicità? Di cosa abbiamo bisogno per sentirci felici? Queste domande affliggono molte persone, in cerca di raggiungere la completa felicità. Ci sono degli psicologi che si sono occupati di fare ricerca in questo ambito, per capire quale sia la via per essere soddisfatti.
Sicuramente, un fattore che aiuta ad essere felici è la disponibilità economica. Per sentirsi felici però non è necessario essere ricchi, ma cosa rende sereni è uscire da una situazione di disagio: la crescita economica è sempre accompagnata da un livello di soddisfazione elevato ma questo effetto va svanendo a mano a mano che la ricchezza aumenta. Quindi, uscire da una condizione di disagio economico aumenta la felicità, ma solo fino ad un certo livello.
Al di là delle soddisfazioni economiche, le persone sono più felici quando hanno l’impressione di poter controllare la propria vita. Cosa vuol dire però “avere il controllo della propria vita”?. Può riguardare cose molto semplici, come la quotidianità. Ad esempio, negli anni settanta due psicologhe, Ellen Langer e Judith Rodin, avevano fatto un esperimento in una casa di riposo, per capire come potevano migliorare la vita degli ospiti. Avevano organizzato delle serate cinema e addobbato le stanze con delle piante. Gli anziani che vivevano in una parte della struttura potevano decidere in autonomia quando vedere un film e quando occuparsi delle piante, mentre quelli che vivevano in un’altra parte avevano le attività già organizzate. Dopo un anno e mezzo le psicologhe avevano rilevato che gli anziani che venivano lasciati liberi di scegliere avevano maggiore salute rispetto a quelli che avevano le attività organizzate. Decidere della propria vita è un fattore fondamentale per la soddisfazione personale, ma quali sono gli altri fattori?
I contatti sociali sono importanti, chi ha la possibilità di incontrare spesso gli amici sta meglio. Ma quanti amici bisognerebbe avere? Sembrerebbe che un numero adeguato sia di cinque amici con cui si ha un legame stretto, perché se gli amici sono tanti diventa stressante coltivare la relazione con tutti loro. Se abbiamo troppe relazioni di cui occuparci viene a mancare il tempo da dedicare ad altri nostri bisogni.
Indubbiamente le relazioni sentimentali sono fonte di felicità. Le relazioni stabili garantiscono più soddisfazione rispetto alla vita da single, anche se con l’andare avanti degli anni questa soddisfazione tende a calare. Sembra che per le persone che si sposano, il primo anno di matrimonio porti al massimo della felicità, per poi calare gradualmente, fino a che, trascorsi 10 anni il livello di soddisfazione personale torna pari a quello che si aveva prima delle nozze.
Ci sono poi delle differenze tra i due sessi. L’avere un lavoro fuori casa è fonte di soddisfazione, che per gli uomini cresce in proporzione al numero delle ore dedicate ad esso, mentre per le donne la soddisfazione, se aumenta l’orario di lavoro, aumenta poco. Gli uomini patiscono di più l’assenza del lavoro rispetto alle donne. Sembra che nella società occidentale, nonostante i cambiamenti degli stili di vita, siamo ancora influenzati da vecchi modelli culturali in cui la donna era abituata a dedicare più tempo al lavoro in casa mentre all’uomo aspettava prevalentemente occuparsi del lavoro fuori casa e garantire la fetta più grande del reddito. Alcuni studi hanno rivelato che gli uomini tendono ad utilizzare maggiormente psicofarmaci quando fanno parte di un nucleo in cui è la donna ad avere uno stipendio maggiore. Altra faccia della medaglia, le donne si dicono maggiormente insoddisfatte se è l’uomo ad occuparsi in prevalenza delle faccende domestiche. Forse la nostra psiche non è ancora pronta all’inversione dei ruoli…
Altro dato curioso è che la felicità è influenzata dall’aspetto fisico. I belli si reputano più soddisfatti dei brutti, forse è per questo che si investe sempre di più nella cura del proprio aspetto. Insomma, i belli sarebbero più felici dei ricchi, in particolare modo per le donne.
Però, il fattore più importante di tutti per la felicità è la salute. Le persone cagionevoli si dichiarano poco soddisfatte: avere degli acciacchi, o peggio, delle malattie, compromette notevolmente il nostro umore.
I dati che abbiamo a disposizione sostengono, infine, che non sono i figli a renderci felici. Sembra che i punteggi ai questionari legati alla felicità siano equivalenti per le coppie con figli e per quelle senza. Perché questo accada non è ancora chiaro, forse chi non ha figli può mettere più risorse a disposizione per sé stesso, come il denaro per acquistare ciò che piace, oppure tempo da dedicare agli amici, e la soddisfazione legata a questo andrebbe a compensare quella legata alla vita con i figli.
Una conclusione importante è che i dati che per ora abbiamo a disposizione, derivati da numerose interviste ad abitanti di vari stati, indicano che la maggior parte delle persone si reputano felici della propria vita.