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mercoledì, Dicembre 4, 2024

    Aeroporti e compagnie nel caos

     

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    L’estate del 2022 per il trasporto aereo, iniziata all’insegna dell’ottimismo, dopo la tanto attesa riapertura post pandemica, si è invece trasformata in una stagione caotica, innescata da una serie imprevedibile di concause che si protrae ormai da settimane coinvolgendo non poco tutto il sistema del trasporto aereo.
    Nel grave periodo del Covid-19 molte società del trasporto aereo ed aeroportuale, a livello mondiale, e la quasi totale chiusura dei voli, hanno inevitabilmente effettuato tagli pesanti al personale, sia di terra che di aria, creando ora una situazione imprevedibile: mancanza di operatori e difficoltà nel reperirli a tutti i livelli.
    All’inizio il problema è forse stato sottovalutato, ma a partire dal mese di maggio, con l’aumento delle prenotazioni dei voli e l’offerta massiccia di molte compagnie di posti e nuove rotte, specialmente da parte delle lowcost, si è innescata l’impossibilità di gestire il traffico aereo, causando cancellazione di voli, grandi ritardi o addirittura la sospensione di molti viaggi, con le prevedibili conseguenze da parte dei malcapitati clienti.
    In Europa a soffrirne per primi sono stati i grossi hub come Amsterdam Schiphol, che ha dovuto in poco tempo ridurre l’operatività, senza poi contare gli aeroporti di Londra Heathrow, Francoforte, Monaco di Baviera, innescando disguidi a macchia d’olio, compreso il caos bagagli in tutti gli altri scali del continente, anche in quelli minori.
    In questa grave situazione, i gestori degli aeroporti stanno facendo l’impossibile per sopperire a questa impasse cercando in tutti i modi di ritornare a una graduale normalità, purché non si ripresenti il problema pandemico che al momento non è per nulla estinto, anzi al contrario.
    Non è semplice trovare in questo settore tanto delicato, dall’oggi al domani, personale preparato e rodato in grado di assicurare al meglio ogni operazione che si svolge dentro e fuori delle aerostazioni, anche perché diverse mansioni prima di entrare in servizio devono seguire dei corsi addestrativi e poi inserirsi nel complesso e delicato sistema del trasporto aereo. Pensiamo solo ai servizi di sicurezza, check in, pulizia aeromobili e tutto il lavoro che vi orbita attorno.
    Purtroppo chi sta pagando in modo maggiore tutti i disservizi giornalieri sono proprio coloro che hanno dato vita a una richiesta superiore alle attese di viaggi, che era impensabile fino a pochi mesi fa, prendendo alla sprovvista sia le compagnie aeree, sia gli aeroporti impossibilitati nel gestire nel modo migliore la situazione venutasi a creare.
    Così si sono innescati i primi scioperi indetti dal personale delle maggiori compagnie lowcost, che hanno contribuito a una moltitudine di cancellazioni dei voli, oltre a quelle causate dagli aeroporti, rivelatisi nell’impossibilità di gestire le operazioni di terra nei tempi previsti, specialmente per la tempistica ristretta dettata dalle varie compagnie low cost come la Ryanair, la easyJet, la Wizz Air e molte altre, con forti penali rivolte ai gestori degli scali.
    All’inizio il “caos voli” sembrava incidere solo marginalmente gli aeroporti italiani, ma facendo parte del sistema del trasporto aeronautico, stanno anch’essi subendo le varie problematiche, con voli cancellati o ritardi con situazioni paradossali, in certi casi difficili da risolvere sul momento. Per certi versi, grazie al nostro sistema previdenziale, l’Italia è meno penalizzata rispetto ai colossi delle altre nazioni, che hanno licenziato moltissimo personale, ma tutto sommato la gestione avviene in modo migliore rispetto agli scali internazionali.
    Tra le tante disavventure possiamo elencare quella dei 39 studenti tra i 12 e 16 anni della scuola secondaria “Alvaro” di Torino, che dovevano partire il 1° luglio da Caselle con destinazione finale Edimburgo. Purtroppo il volo Torino-Glasgow, il cui decollo era previsto per le ore 18:15 con scalo a Francoforte, effettuato dalla Air Dolomiti (Gruppo Lufthansa), è partito solo alle ore 20:45. All’arrivo l’amara sorpresa perché il volo successivo dall’aeroporto tedesco era stato annullato, creando una situazione di stallo a dir poco “dantesca”, come confermato dal vicepreside dell’istituto sul quotidiano La Stampa: “Tra mille peripezie siamo riusciti a trovare un assistente che ci ha fornito i buoni pasto e dei voucher per la notte in albergo”.
    Ma il bello doveva ancora avvenire perché al mattino arrivati in aeroporto il primo volo per Edimburgo è stato nuovamente annullato a causa del velivolo troppo piccolo, quindi rientro in albergo, poi ritorno in aeroporto e dopo ore di coda ancora l’annullamento del volo per “motivi operativi”.
    Per farla breve i poveri studenti e accompagnatori sono infine riusciti a partire il 3 luglio alle ore 11:15 con arrivo alle 13:30 per raggiungere l’agognata Edimburgo ma, altra sorpresa negativa, senza i bagagli al seguito in quanto “smarriti”. Si può immaginare la grande delusione di quella che doveva essere una felice e spensierata vacanza.
    Abbiamo riportato questo episodio perché riguarda una parte di noi, del nostro territorio, ma i casi, anche peggiori, si stanno dilatando in modo esponenziale. Certamente con la fine dell’estate e la diminuzione della richiesta molte cose torneranno come prima o quasi, ma è una grande lezione per tutto il sistema moderno nel cercare che certe situazioni non si ripetano più in futuro.
    Se la carenza di addetti negli aeroporti si fa sentire pesantemente, non è da meno quella del trasporto aereo che sta subendo migliaia di cancellazioni causate dalla mancanza di piloti, assistenti di volo e personale di terra.
    Molte sono le concause delle cancellazioni, da un lato la carenza di personale (già ridotto dalle compagnie durante il Covid), ma in modo particolare tra i lavoratori di terra che date le peggiorate situazioni di lavoro venutesi a trovare hanno iniziato una serie di proteste, innescando un ulteriore problema. Non essendosi mai verificati casi come questi odierni nel passato, anche gli analisti del settore sono stati presi alla sprovvista, che non si aspettavano una crescita così rapida.
    Nel vortice sono chiamati in prima linea anche i vari operatori del turismo che in molti casi fanno da cuscinetto ai disservizi seguendo nel migliore dei modi, dove possibile, i propri clienti nei momenti più difficili.
    Il regolamento della UE (Unione Europea) parla chiaro: “I passeggeri hanno il diritto di ricevere debita assistenza. In primis una riprogrammazione del volo, o una soluzione di trasporto sostitutiva il prima possibile”. Purtroppo le linee aeree riprogrammano le partenze solo su voli della stessa compagnia e questa non sempre risponde alle esigenze dei passeggeri.
    Se il volo viene posticipato al giorno successivo la compagnia aerea ha l’obbligo di trovare ai viaggiatori una sistemazione per il pernottamento e il trasferimento da e verso l’aeroporto, e se il cliente viene informato meno di 14 giorni prima della data prevista per la partenza si ha il “diritto” a un risarcimento, come stabilito dal Codice del turismo”.
    Ma nella realtà non sempre le cose stanno così o si svolgono in questi termini, cosicché i diritti dei viaggiatori vengono meno.

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    Traffico in aumento all’aeroporto
    Continua il trend positivo dello scalo casellese, nel mese di giugno il volume di traffico passeggeri si è chiuso con 403.401 passeggeri, mentre nello stesso mese del 2019 (pre pandemia) i passeggeri si erano attestati su 332.445 facendo così registrare un aumento del 21,3%. Buono il tasso di riempimento dei voli di linea pari all’80,9%, ovvero un 4% in più sul mese di maggio 2022.
    Ventinove sono le nuove rotte rispetto a quelle del 2019 che contribuisco in modo positivo all’aumento del traffico, rotte prevalentemente gestite dalle low cost.
    Positivo l’andamento del traffico nazionale che a giugno ha fatto registrare un +28%, mentre quello internazionale del +16%, grazie alle 57 destinazioni di cui 43 internazionali.

     

    Per la prima volta, il 15 giugno, è atterrato proveniente da Vilnius e Riga il Boeing 737-800, marche 9H-CRI, della nuova compagnia italiana Aeroitalia, con la grande “A” tricolore sulla coda.
    Questo è il primo esemplare che l’aerolinea ha impiegato, inizialmente per voli charter, a cui faranno seguito le rotte commerciali regolari, principalmente quelle dell’Italia meridionale ed il bacino del Mediterraneo, e ha come base operativa l’aeroporto di Forlì. Se tutto procederà secondo i piani, il B.737-800 sarà affiancato da altri esemplari, compresi alcuni della serie 700 di minor capacità da destinare a rotte con minor traffico.
    L’esemplare arrivato a Caselle vestiva una livrea speciale ispirata all’abbraccio tricolore della PAN durante la pandemia, con una piantina da cui germoglia un piccolo aereo, che simboleggia la rinascita del trasporto aereo italiano.
    Come si può vedere sulla coda è dipinta una grande “A” tricolore, che a grandi linee ricorda leggermente quella della defunta compagnia di bandiera italiana.
    Il giorno successivo l’aereo è decollato per Olbia facendo ritorno a Caselle il giorno 23 giugno, per poi ripartire per Malta.
    La compagnia ha ricevuto il certificato di operatore il 22 aprile, mentre l’aereo raffigurato nella foto è arrivato a Forlì il 19 dello stesso mese, ed è prevista una flotta di otto esemplari entro la fine dell’anno. Ben venga una nuova compagnia italiana, anche se con fondi stranieri.

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