È un’opera di Francesco Tabusso a indicarci la via da percorrere per giungere dalla valle di Susa a Viù. In un piacevole dipinto ricco di fiori e di colori, di borghi e con una “veduta” della Sacra, si trova l’indicazione “Verso il Colombardo”, luogo ove sorge la cappella della Madonna degli Angeli, venerata sì, ma contesa nel passato dagli abitanti di Lemie e di Mocchie. Contesa si fa per dire, ma a suon di botte e con un piccolo cannone!
È un amico collezionista di Torino a proporci invece il dipinto a olio di Metello Merlo (1929 ) intitolato “Usseglio”, la località cara a molti pittori – da Cesare Ferro a Giuseppe Sauli d’Igliano, da Federico Collino a Thermignon – è dipinta in pieno inverno allorché le nevi divengono azzurre e gli alberi mostrano solamente i tronchi imbiancati. Si tratta di un pittore che scompare nel 1964, allievo di Cavalleri e Tavernier, che esordisce alla Promotrice di Torino nel 1906 per quindi esporre a Milano e Genova. Ed è nella medesima collezione torinese che ammiriamo l’incisione “In Val di Lanzo” firmata da A. Gross raffigurante i benal caratterizzati dagli aguzzi tetti di paglia.
Nel 2020 s’è maggiormente individuata la presenza di Alberto Neuchuler in occasione della mostra di Viù. Ora la galleria Staudacher ( Milano e Genova ) ne propone l’olio “Valle di Viù-Nevicata”: l’ampio pianoro che sconfina nella catena montuosa, l’alternarsi di zone d’ombra e soleggiate, una pozza d’acqua, i casolari abbandonati al gelo dell’inverno, sono gli elementi che animano un dipinto di recente acquisito dal Museo Civico “Arnaldo Tazzetti” di Usseglio. Tassello dopo tassello, si vanno riscoprendo la personalità e l’opera di questo pittore che muore ai Tornetti nel 1944 e che è sepolto a Viù.
Assai diverso è il modo di dipingere di Pasquale Filannino – classe 1942 – che vede le proprie opere al MAU del Campidoglio e al Museo dell’Automobile di Torino. Il dipinto “Forno Alpi Graie” è condotto con la tecnica pittorica “cloisonnè” ( M. L. Tibone ) e raffigura la cappella che s’affaccia sulla piazza, il borgo e la montagna retrostante scomposta e lieta.
Anni or sono ci eravamo occupati di un dipinto della collezione Palbert firmato da Lorenzo Delleani ( + 1908 ): “Il ponte del Diavolo in valle di Lanzo, 1902”. Ora abbiamo rintracciato un brano scritto da Franco Antonicelli nel 1940 che ci piace riproporre ai lettori.
“Si ha, dinanzi alla sua pittura, il senso di una
limpida e geniale potenza d’espressione istantanea,
piuttosto che il risultato di una crucciata ricerca.
Il dipinto è luminoso, ben concepito nell’immediatezza della realizzazione e trasmette la gioia cromatica dell’estate.”
Di Giovanni Piumati s’è lungamente parlato, anche per il fatto che la sonda NASA ha portato su Marte – miniaturizzato – il “Codice del volo degli uccelli” di Leonardo da Vinci. E’ stato proprio il pittore a “Salvare e consegnare al mondo” il prezioso gruppo di fogli. Di recente il mercato antiquariale ha proposto il suggestivo dipinto “Autunno a Col San Giovanni” realizzato dal Piumati; una quinta d’alberi, il prato estivo e uno spicchio di cielo appena rosato, consentono all’autore di trasmetterci la poesia insita nel paesaggio: quei paesaggi che esaltano “Col San Giovanni”, allineandosi con le opere dei pittori Carpanetto, Biscarra, Petiti, Rabioglio, Pollonera, Raffele, Covino.
Paesaggi ritrovati
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