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martedì, Marzo 19, 2024

    “La povertà che uccide è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento”

    L'attività della nostra Caritas nel 2022

    Dice Papa Francesco “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” e «La povertà che uccide è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita.”

    Questo è quanto afferma Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale dei poveri il cui tema era “L’anello debole”

    Dal rapporto emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, acuite dai disastrosi effetti della pandemia e dalle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

    Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro e fuori dallo stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono “lavoratori poveri”. Tale condizione tocca il suo massimo tra gli assistiti stranieri: il 29,4% di loro è un “lavoratore povero”.

    Le cause dell’aumento della povertà sono chiare: strascichi della pandemia, stagnazione economica, inflazione, prezzi di gas e luce fuori controllo, aumento dei tassi di interesse sui mutui, ecc.

    La stessa inflazione non è uguale per tutti; anzi, non è mai stata così diseguale come in questo momento. Chi è costretto, come i lavoratori poveri, a spendere gran parte del proprio reddito in beni di prima necessità, come alimentari e bollette, subisce aumenti più elevati rispetto alle famiglie che guadagnano il giusto e quindi possono affrontare gli aumenti in maniera diversa. E questo divario attualmente in Italia è molto forte e lo sarebbe di più se non ci fosse l’intervento del Governo a sostegno delle famiglie in maggiore difficoltà economiche.

    Attualmente le persone in difficoltà economica rinunciano anche a curarsi in quanto sia la spesa per i farmaci che quella per visite specialistiche non possono permettersela.

    Tra gli “anelli deboli”, i giovani, colpiti da molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette “di padre in figlio” per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario.
    Anche il mercato del lavoro non offre a queste persone occasioni di qualificazioni, al contrario, in Italia vi è molto lavoro povero sia di remunerazione sia di contenuto. Le poche iniziative di riqualificazione o aggiornamento sono solitamente rivolte a chi svolge già un lavoro qualificato.

    Nel rapporto si dice anche che il reddito di cittadinanza non va eliminato in quanto è stato un utile strumento di assistenza per famiglie in stato di povertà assoluta. Va rivisto perché, così come è, non va, in quanto finisce solo al 44% dei poveri assoluti.

    Andrea Segrè agronomo ed economista italiano ha detto che in Italia ci sono molte persone che non riescono a nutrirsi a sufficienza, quasi il 10% della popolazione. Inoltre c’è un’ampia fascia di popolazione povera che per nutrirsi sceglie cibo a basso costo, il cosiddetto “cibo spazzatura”, e questo determina fra i bimbi e i ragazzi appartenenti a queste categorie, una grande presenza di obesi.

    Il professore ha anche asserito che 30% del cibo prodotto viene sprecato: una parte viene distrutta e non arriva proprio ai consumatori e una parte viene sprecata in famiglie che comprano cibo in eccesso.
    Nella sola Italia viene buttato cibo per l’equivalente valore di circa 15 milioni di euro.

    Bisogna che il Governo, in sinergia con associazioni quali la Caritas e altre, dia la possibilità a tutti quelli che versano in stato di bisogno di avere una vita decente ponendo in essere, soprattutto, politiche mirate al lavoro. Solo con il lavoro, remunerato degnamente, le persone possono aspirare a migliorare la propria esistenza e quella dei loro figli.

    La CARITAS Parrocchiale di Caselle durante il 2022 ha assistito ben 63 famiglie fisse e alcune saltuariamente per un totale di circa 180 persone utilizzando quanto la comunità ha voluto offrire per supportare ed aiutare i poveri della nostra comunità. Ogni mese viene consegnata alle famiglie una borsa contenete alimenti forniti da AGEA (con contributi della Comunità Europea) e, se mancano alimenti indispensabili tipo latte, olio, zucchero, ecc., la Caritas si fa carico dell’acquisto.
    Si provvede anche ad aiuti economici per far fronte ad affitti e bollette arretrate.  Alcune delle famiglie assistite richiedono aiuto anche per il pagamento di abbonamenti ai trasporti pubblici per permettere ai figli di frequentare le scuole, per vestiti, mobili, elettrodomestici, ecc. Per queste ultime esigenze, c’è il lavoro di volontari che si occupano del centro raccolta abiti e di altri che si occupano di ritirare presso i cittadini quanto loro dismettono ancora in buono stato che può essere utile ai nostri assistiti.

    In cambio dell’aiuto economico, per far fronte ad affitti e bollette arretrate, ad alcune persone si chiede di svolgere piccoli lavori di manutenzione e pulizia nell’ambito dei locali delle parrocchie e degli oratori. Questo per far sì che l’aiuto non sia vissuto come mero assistenzialismo.

    Nel corso dell’anno abbiamo potuto notare che molti, soprattutto anziani, hanno anche rinunciato a curarsi. La Caritas di Caselle da anni partecipa alla giornata del farmaco e quello che viene raccolto è messo a loro disposizione. Ma non basta. Cerchiamo, con le nostre poche risorse, di aiutarli pagando loro i farmaci indispensabili non forniti dal SSN.

    Anche quest’anno abbiamo raccolta offerte durante le Sante Messe del primo sabato e prima domenica di ogni mese e durante le messe dei defunti. Abbiamo fatto diverse raccolte alimentari presso i supermercati per incrementare quanto ci viene consegnato da AGEA tutti i mesi. Inoltre, in occasione del Santo Natale abbiamo donato a tutte le famiglie assistite un buono spesa del valore di 25,00 euro per permettere loro di acquistare anche un po’ di frutta e verdura. È solo un piccolo aiuto che non risolve certo i problemi economici della famiglia ma con questo piccolo gesto vogliamo far sentire che la Comunità di Caselle è vicina a coloro che si trovano in difficoltà.

    Questo Natale le iniziative natalizie dei Battuti hanno avuto come tema conduttore la solidarietà, la condivisione e la gentilezza. Il motto è stato “Chi ha metta, chi non ha prenda” famosa frase di San Giuseppe Moscati. Gli alimenti donati dalle persone di buon cuore sono stati destinati alla Caritas.

    Nel nuovo anno abbiamo come nuovo progetto, se riusciremo a trovare nuovi volontari, quello di aprire nei nuovi locali del magazzino alimenti un emporio solidale. L’emporio solidale è un piccolo supermercato dove le persone in difficoltà possono accedere  alla distribuzione di alimenti e altri beni primari. L’obiettivo principale del progetto è quello di dare alla famiglia la possibilità, di scegliere liberamente in base ai propri bisogni e ai propri gusti gli alimenti e di poter acquistare, a prezzi calmierati, prodotti per l’igiene personale, intima e per la casa.
    In questo modo si diminuiscono gli sprechi perché ognuno prende secondo le sue necessità e aumenta il potere di acquisto delle poche risorse economiche a loro disposizione e si cerca di superare il problema dell’assistenzialismo, facendo leva sulle risorse della famiglia e sulla sua capacità di “saper fare” sostenendola nel proprio percorso.

    Il modo di lavorare e il motto del centro di ascolto è sempre lo stesso: fare dell’ascolto il modo proprio di servizio, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno.
    Il centro di ascolto della Caritas parrocchiale è il luogo privilegiato dove si intessono relazioni con coloro che chiedono aiuto, si ascoltano; si cerca di capire i bisogni sia materiali che psicologici e spirituali.

    Il centro di ascolto quest’anno ha incontrato più di 80, famiglie di cui 65 prese in carico e si è cercato attraverso progetti di aiuto specifico e di accompagnamento rispettoso delle potenzialità di ridare loro dignità. Purtroppo, ciò che tutti cercano è il lavoro, richiesta che la Caritas non riesce a soddisfare.

    L’ascolto è su appuntamento, previa telefonata al numero Caritas 3453456625.

    .
    Quest’anno più che mai rivolgiamo il nostro appello per la ricerca di nuovi volontari che possano apportare nuove forze e nuove idee per il futuro, in vista del possibile emporio solidale. Chi volesse donare un po’ del suo tempo può rivolgersi al numero della Caritas 3453456625.

     

    E ringraziamo per la loro generosità:

    ·       I privati e le associazioni che hanno contribuito con le loro offerte.
    ·       L’ONLUS “Maria Madre della Provvidenza”, sezione di Caselle “Giorgio Valsania”, per il consistente aiuto in generi alimentari.
    ·       I panifici casellesi “Allocco”, Massa Micon, Rondinelli, Di Maggio e Pallaria per la loro generosa offerta di pane e pizza.
    ·       I supermercati di Caselle che ci hanno ospitato durante le raccolte viveri.
    ·       I volontari che ci hanno cospicuamente aiutato
    ·       I volontari che mettono a disposizione tempo, automezzi e carburante per i vari servizi
    ·       Tutti coloro che ci donano mobili usati ma in ottimo stato.
    ·       Tutti i bimbi delle due classi elementari che hanno partecipato al dono di Natale.
    Ei Casellesi tutti ai quali chiediamo di essere clementi verso i nostri errori, di cercare di comprendere le situazioni di coloro che vengono aiutati senza soffermarsi alle apparenze, di continuare a supportare il nostro lavoro con la loro generosità e di far proprio ciò che Gesù disse: ”La mano destra non sappia ciò che fa la sinistra”.
    Valter Leonarduzzi

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    Elis Calegari
    Elis Calegari
    Elis Calegari è nato a Caselle Torinese il 24 dicembre del 1952. Ha contribuito a fondare " Cose Nostre", firmandolo sin dal suo primo numero, nel marzo del '72, e, coronando un sogno, diventandone direttore responsabile nel novembre del 2004. Iscritto all' Ordine dei Giornalisti dal 1989, scrive di tennis e sport da sempre. Nel corso della sua carriera giornalistica, dopo essere stato collaboratore di prestigiose testate quali “Match Ball” e “Il Tennis Italiano”, ha creato e diretto “Nuovo Tennis” e “ 0/15 Tennis Magazine”, seguendo per più di un ventennio i più importanti appuntamenti del massimo circuito tennistico mondiale: Wimbledon, Roland Garros, il torneo di Montecarlo, le ATP Finals a Francoforte, svariati match di Coppa Davis, e gli Internazionali d'Italia per molte edizioni. “ Nuovo Tennis” e la collaborazione con altra testate gli hanno offerto la possibilità di intervistare e conoscere in modo esclusivo molti dei più grandi tennisti della storia e parecchi campioni olimpionici azzurri. È tra gli autori di due fortunati libri: “ Un marciapiede per Torino” e “Il Tennis”.

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